Forex vx Crypto. Per molti, la scelta dell’asset class su cui tradare si gioca su questa diatriba. I trader, spesso, considerano le valute tradizionali e le valute virtuali come due mondi alternativi, che danno vita a modi diversi di intendere l’investimento speculativo.
Vale la pena, dunque, esplorare le differenze tra le due asset class, in termini di analisi, strategia e operatività. E’ ciò che faremo nell’articolo che segue, valutando il mercato Forex e il mercato Crypto alla luce di alcuni parametri come la leggibilità, la volatilità, l’usabilità degli strumenti a disposizione.
Forex vs Crypto: due asset class alla ribalta
Prima di analizzare le differenze, è bene introdurre lo scontro Forex vs Crypto parlando in generale delle due asset class. Non che richiedano grandi spiegazioni. D’altronde, sono tra le più tradate in assoluto.
Di certo lo sono le valute virtuali, che da sempre calamita l’interesse degli investitori, ben prima dell’informatizzazione del trading. Scambiare valute e ricavarne un guadagno è un’attività che certo si è sviluppata negli ultimi tempi, ma che ha sempre rappresentato un obiettivo per gli investitori più consapevoli dei rapporti finanziari tra i paesi.
Negli ultimi anni il Forex ha usufruito di una spinta eccezionale, dovuta alla diffusione dei Broker retail e delle piattaforme con interfacce user-friendly. Grazie a queste innovazioni, esplose a partire dai primi anni 2000, anche le persone comuni hanno potuto affacciarsi al trading. Questa dinamica riguarda tutte le asset class, ovviamente, ma riguarda ancora più da vicino le valute, considerate un asset class tutto sommato “familiare” (almeno a un livello teorico) anche per gli investitori non professionisti.
Discorso in parte diverso per le criptovalute, che formano un asset class dopotutto “abbastanza nuova”. Basti pensare che le prime criptovalute sono nate solo nel 2009, e che sono salite alla ribalta in tempi recenti. Se ne parlava già nel 2013, ma la vera esplosione si è verificata nel 2017, con l’incredibile rincorsa del Bitcoin.
Non è stata solo la tecnologia a calamitare l’interesse degli investitori e degli aspiranti tali, ma anche le dinamiche di prezzo estreme e diverse rispetto a qualsiasi altra asset class conosciuta.
In particolare, negli ultimi quattro anno il mercato crypto si è ampliato, e ha visto l’esordio di tantissime criptovalute, alcune in grado di emanciparsi dalle dinamiche di correlazione con il Bitcoin e presentarsi al mondo con una struttura innovativa.
Forex e criptovalute: la questione della leggibilità
Nell’ambito dello scontro Forex vs Crypto, la prima grande differenza che va segnalata riguarda la leggibilità, ovvero le opportunità che i trader hanno a disposizione per intuire le dinamiche di prezzo corrente e future attraverso lo studio dei market mover.
Ebbene, le valute virtuali hanno dalla loro dei market mover tutto sommato ben codificati e solidi. Per esempio, le politiche monetarie delle banche centrali, vere o ventilate che siano, incidono in maniera quasi diretta sulle quotazioni, anche perché detengono il potere di restringere e allargare l’offerta. Per esempio, quando i tassi si alzano (o viene annunciato un loro rialzo) tendono ad apprezzarsi.
Inoltre, le valute sono “abbastanza” legate alle performance delle economie di riferimento. Un po’ a causa di correlazioni tecniche un po’ per questioni di immagine, le valute replicano la forza dell’economia del paese in cui circolano. Se per esempio l’economia del Regno Unito peggiora, è probabile che anche la sterlina mostri un po’ la corda.
Ebbene, nel mondo delle criptovaluta non esiste tutto questo. Non esiste un ente, un’organizzazione o un gruppo che interviene sull’offerta. Dietro alle criptovalute non vi è alcuna politica monetaria. Ciò, ovviamente, priva gli investitori di un market mover forte. Inoltre, non sono collegate ad alcuna economia in particolare. In un certo senso, tutte le valute virtuali sono “cosmopolite”.
Ciò significa che le criptovalute non abbiano market mover? Ovviamente no. Semplicemente, non ne hanno di codificati, di regolari. Gli eventi extra-mercato impattano pesantemente sulle quotazioni di Bitcoin, Ether etc. Nello specifico, impattano le modifiche normative, le critiche o gli endorsement delle istituzioni, le manovre di grandi gruppi imprenditoriali etc. Il problema principale, in capo agli investitori, è la difficoltà a prevedere e leggere questi eventi.
Per questi e altri motivi, è veramente complicato per i trader praticare una efficace analisi fondamentale sulle criptovalute. Molto banalmente, mancano gli appigli. E per quanto riguarda l’analisi tecnica? Da questo punto di vista, non si segnalano grosse differenze rispetto alle altre asset class, se si fanno le dovute proporzioni in termini di ampiezza e frequenza delle oscillazioni. Tuttavia, l’analisi tecnica risulta spesso zoppa alla luce della preponderanza e dell’importanza che gli eventi extra mercato, seppur non codificati in market mover, esercitano sulle quotazioni delle valute virtuali.
Forex e criptovalute: la volatilità e i movimenti di prezzo
L’altra grande differenza tra il Forex e il mercato delle criptovalute riguarda la volatilità. Le valute tradizionali sono abbastanza volatili. Le quotazioni cambiano spesso e si spingono spesso in profondità, in un senso o nell’altro. Tuttavia, i movimenti nella stragrande maggioranza dei casi appaiono fisiologici e comprensibili dagli utenti. D’altronde, le valute sono regolate direttamente dalle banche centrali e indirettamente dai market mover chiari e codificati che agiscono dall’esterno.
Discorso completamente diverso per le criptovalute. D’altronde, lo abbiamo visto in questi anni. Le oscillazioni di prezzo sono incredibilmente frequenti ed estremamente ampie. Di base, movimenti di questo tipo non se n’erano mai visti nella storia del trading. se non in caso di malaugurate bolle scoppiate dopo pochi anni. A quanto pare, questa volatilità estrema potrebbe non essere il segnale di una bolla in via di esplosione, bensì un aspetto strutturale.
Ci si potrebbe dilungare, e addurre svariate cause come l’assenza di un ente regolatore, il predominio dei grandi capitali capaci di manipolare il mercato e così via. Fatto sta che il mercato delle criptovalute è estremamente volatile, persino molto più dell’azionario, che di certo non lascia a desiderare da questo punto di vista.
Ciò rappresenta una occasione e un rischio per il trader. Entrambi… Grossi. Le oscillazioni sono la fonte di ogni surplus, è vero. Come è vero che oscillazioni troppo frequenti, profonde e incomprensibili cagionando un senso di disorientamento, invalidano le analisi, espongono i trader a pericoli ingenti.
I rischi per i trader
Vi è poi da analizzare la questione degli strumenti operativi, i quali possono essere comodi e meno comodi, rischiosi e meno rischiosi. Da questo punto di vista, c’è da dire, le differenze si appianano. Certo, permangono le differenze sul fronte della volatilità e delle dinamiche di formazione del prezzo, ma allo stesso tempo si segnalano degli strumenti in comune. Il riferimento è ai prodotti derivati, principalmente i Contract For Difference, i quali permettono di sfruttare i movimento di prezzo senza dover possedere realmente l’asset. Tradare con i CFD del Forex e tradare con i CFD delle criptovalute, da un punto di vista meramente tecnico e operativo è abbastanza la stessa cosa.
Il discorso cambia se ci si sposta sul trading diretto, ovvero quello che prevede il possesso dell’asset, che è poi la forma “originaria” e naturale di ogni attività di investimento. Ebbene, da questo punto di vista, gli strumenti in mano ai trader del Forex sono di norma ben sviluppati e sicuri. Molti broker, sia retail che bancari, permettono di scambiare delle valute e di farlo in totale sicurezza, e al costo di commissioni nemmeno troppo elevate.
Chi vuole svolgere la medesima attività ma con le criptovalute, si scontra invece con un panorama di strumenti in parte ancora acerbo. Il riferimento è agli Exchange. In primo luogo, nella stragrande maggioranza dei casi non sono regolamentati. Secondariamente, alcuni lasciano a desiderare in quanto a sicurezza, come si evince da alcune vicende non proprio positive che si sono verificate nel corso degli anni.
C’è da dire, poi, che il trading diretto delle criptovalute si scontra con alcuni limiti tecnici. In virtù della loro infrastruttura tecnica, scambiare criptovalute vere, richiede molto tempo (anche se quelle più recenti esprimono una velocità maggiore). Ciò rappresenta un limite non tanto per chi vuole creare il proprio portafoglio di valute virtuali, quanto per gli investitori speculativi. Non è un caso che molti si affidino direttamente ai prodotti derivati, e quindi ai CFD.
Una conclusione
Come abbiamo visto, il confronto Forex vs Crypto è molto complesso e si gioca su molti campi. Quale delle due asset class è preferibile? E’ una domanda a cui ognuno deve rispondere per conto proprio, e solo per conto proprio. Anche perché non si dovrebbe mai parlare di asset “migliore”, bensì di asset “più compatibile”. Nello specifico, compatibile con il proprio profilo di rischio e le proprie caratteristiche di trader.
Vi è poi da considerare un aspetto: le due asset class non sono necessariamente auto-esclusive. Possono benissimo convivere. Certo, ciò va contro il dogma della specializzazione, secondo cui il trader debba essere “bravo” soprattutto in uno specifico ambito, ma la diversificazione rimane un valore sempre e comunque, anche quando si è chiamati a gestire asset class così diverse.