Dopo una parte finale del secondo trimestre in chiaroscuro, il Bitcoin ha finalmente ripreso la sua corsa. Durante la quarta settimana di luglio infatti ha intrapreso un trend rialzista che ha tutta l’aria di continuare. A fine agosto 2021, infatti, il Bitcoin viaggia sui 45.300 dollari, un valore simile al massimo di sempre raggiunto a metà aprile.
Gli investitori e gli analisti si chiedono se il trend sia destinato a durare per tutto il terzo e il quarto trimestre. Da più parti, fioccano i parallelismi con le performance di fine 2020, quando la più importante criptovaluta del mondo è riuscita a scrollarsi di dosso i fantasmi dell’anno precedente, e che intonavano acuti canti funebri.
Da questo punto di vista, è interessante l’analisi di Pete Humiston, manager di Kraken Intelligence Research. Ne parliamo in questo articolo.
L’agosto 2021 del Bitcoin
L’agosto 2021 del Bitcoin si sta dimostrando più che positivo. In realtà, questa nuova fase rialzista getta le sue radici un po’ più in là nel tempo, a fine luglio. Anzi, precisamente il 20 luglio il Bitcoin è rimbalzato su un pesante supporto “psicologico”, ovvero la soglia dei 30.000 dollari, e ha intrapreso una fase ascendente. Dopo una settimana aveva già superato i 39.000 dollari, segnando un aumento vicino al 30%. Dopo qualche oscillazione di troppo, durante le quali era persino sceso intorno ai 38.000 dollari, ha toccato il massimo trimestrale a 47.837 dollari.
Quali sono le ragioni di questo aumento? Di certo, il prezzo è stato sostenuto da una domanda in grande spolvero, giustificata anche dall’assenza di grandi scandali. Tuttavia, a cagionare una rivalutazione così imponente sono state da un lato le dichiarazioni di alcuni think tank, e dall’altro i rumor riguardanti l’interessamento di Amazon per il mondo crypto.
Il riferimento è alle dichiarazioni di Elon Musk, che dopo l’exploit di DogeCoin ha sottolineato come buona parte del suo patrimonio sia stato convertito in Bitcoin. Per quanto concerne l’affaire Amazon, le voci sono state parzialmente smentite, ma la percezione è rimasta.
Le differenze rispetto alla fase rialzista del 2020
Pete Humiston è scettico circa i parallelismi tra il terzo/quarto trimestre del 2021 e l’ultimo trimestre del 2020. Anzi, ha dichiarato che i due periodi hanno poco a che vedere l’uno con l’altro, e che il Bitcoin attuale è sostanzialmente una creatura nuova, e che va analizzata alla luce di criteri diversi. Certo, non nega che il trend attuale sia sostenuto, e che la criptovaluta versi per ora in buona salute.
Tuttavia, si segnalano alcune differenze rispetto ai “due” Bitcoin.
GBTC in fase di sconto. La sigla sta per Grayscale Bitcoin Trust. Si tratta di un fondo, promosso dalla società Grayscale, che investe esclusivamente sui Bitcoin. E’ molto frequentato, dunque può essere considerato come un buon termometro per misurare la domanda e, in generale, la fiducia degli investitori piccoli e grandi nei confronti del Bitcoin. Ebbene, le quote di GBTC vengono a tutt’oggi (fine agosto 2021) scambiate con uno sconto imponente, nell’ordine del 10% rispetto al prezzo spot.
Questo significa che le prospettive per una crescita del Bitcoin sono nulle? In realtà no, anche perché il GBTC è famoso per la sua prudenza, e viene spesso scambiato al di sotto delle potenzialità percepite. Di certo, però, è un segnale che la crescita, almeno nella percezione degli investitori, la crescita è tutt’altro che inesorabile. E se c’è una caratteristica che emergeva nella run di fine 2020 era proprio l’inesorabilità, la costanza.
Open interest e finding rate ancora bassi. Anche questi due parametri stanno performando peggio di quanto ci potrebbe aspettare, vista l’imponente rivalutazione di Bitcoin. Sia chiaro, non stanno performance male, solo al di sotto delle aspettative. Esprimono valori positivi, certo, ma di gran lunga inferiori a quelli registrati nell’ultima parte del 2020. Da qui, il sospetto che i due periodi siano incomparabili, e che non abbiano nulla a che vedere l’uno con l’altro.
Cosa aspettarsi dal Bitcoin dunque? Ovviamente, nessuno ha la palla di vetro e avanzare previsioni certe è impossibile. Ciò vale per tutti gli asset ma a maggior ragione per le criptovalute, che in questi anni ci hanno abituato a continui colpi di coda, a svolte impreviste. Lo stesso Bitcoin è stato protagonista di run leggendarie, come quella del 2017, ma anche di crolli profondissimi, che hanno generati timori circa la più classica delle bolle speculative.
Rimane la sensazione che il Bitcoin sia suscettibile a fattori troppo aleatori. D’altronde, non ha alle spalle un’economia cui fare riferimento, e le cui performance possano fungere da mezzo di orientamento. Allo stesso modo, non è organizzato da un ente specifico, che possa intervenire sull’offerta e prendersi cura delle “distorsioni”. Il Bitcoin, così come le altre criptovalute, nutrono ambizioni concrete, puntano a diventare mezzi di pagamento, ma non godono del supporto di nulla che possa assomigliare a una banca centrale. Gli stessi meccanismi di contenimento, almeno per quanto concerne il Bitcoin, sono del tutto automatici (vedi halving).
Alcune indicazioni “sempreverdi” per fare trading con il Bitcoin
A prescindere dalle opinioni sul futuro prossimo di Bitcoin, rimangono valide alcune indicazioni circa il trading con il Bitcoin. Indicazioni che in alcuni casi differiscono da quelle in uso per altri contesti e altre asset class. D’altronde, stiamo parlando di un asset sui generis, che ha a malapena qualche punto di contatto con i titoli rischiosi per definizione, ovvero con quelli azionari.
Il consiglio più importante riguarda l’analisi fondamentale. Quella per il Bitcoin non è un’analisi fondamentale “classica”. Come appena specificato, non vi sono punti di riferimento “strong” come per le valute tradizionali. Niente banche centrali, nessuna politica monetaria, nessuna economia di riferimento. Gli unici punti di riferimento, comunque aleatori e spesso gravati dal peso dell’imprevedibilità, sono le dichiarazione dei thinktank, dei policy maker. soprattutto quelle che paventano una qualche svolta operativa o una regolamentazione più stringente.
L’approccio all’analisi tecnica non dovrebbe cambiare, pur in una prospettiva che considera gli abnormi intervalli e le profondissime oscillazioni in cui, di solito, il Bitcoin si produce.