Il trading online è potenzialmente redditizio ma anche ricco di insidie. Le trappole che possono compromettere l’attività di investimento sono numerose e spesso difficili da evitare. Due però sono proverbiali, e sono oggetto di ampia letteratura: la Bull Trap e la Bear Trap. Letteralmente, la trappola del toro e la trappola dell’orso.
Di cosa si tratta? Quali conseguenze cagionano? Come possono essere evitate? Nell’articolo che segue diamo una risposta a queste domande.
Cos’è la Bull Trap
“Bull” significa “toro”, termine che nel mondo degli investimenti sta indicare una fase rialzista del mercato. La Bull Trap è quindi la trappola che si verifica quando il mercato è in fase rialzista. Si parla di trappola in quanto corrisponde a un evento che suggerisce un’interpretazione errata dei fatti. Sicché il trader esegue azioni sbagliate e che portano al fallimento dei trade.
Nello specifico, la trappola consiste nella comparsa di segnali ribassisti all’interno di una fase rialzista. Il trader ha quindi la sensazione che i prezzi stiano andando incontro a una inversione di trend e si comporta di conseguenza. Spesso, esce dal mercato, pensando di aver ottenuto il massimo profitto possibile in quel frangente. Ecco che, di contro, il segnale era illusorio e il prezzo – magari non subito – prosegue la sua corsa, segnando vette ancora più elevate rispetto al momento in cui il trader è uscito dal mercato. In parole povere, il trader perde un’occasione.
Nella stragrande maggioranza dei casi, il segnale che dà vita alla Bull Trap è la rottura di una resistenza. La resistenza viene rotta ma poi il prezzo, per l’appunto, compie una inversione e ricomincia a salire.
Cos’è la Bear Trap
La Bear Trap è speculare alla Bull Trap ma porta a conseguenze simili, se non addirittura peggiori. “Bear” significa “orso”, espressione che denota un mercato in fase ribassista, con i prezzi che scendono in maniera tendenzialmente regolare. In questo caso, la trappola consiste nell’illusione che il trend ribassista si stia per trasformare in trend rialzista. Anche in questo caso, la trappola è innescata dalla rottura di un pivot point. Nello specifico, un supporto.
Il trader che cade nella trappola, convinto che la situazione stia volgendo al bello, entra a mercato e si posiziona long. Ecco però che le sue ambizioni vengono frustrate, e il prezzo torna ben presto a scendere. A questo punto non rimane che uscire alla chetichella, per cercare di contenere i danni.
Come risolvere il problema dei falsi segnali
Tanto la Bull Trap quanto la Bear Trap rappresentano una questione di falsi segnali. Perché si verificano? I motivi possono essere numerosi. Nella maggior parte dei casi, interviene un fattore esterno che, per un attimo, devia il percorso dell’asset. Può essere un evento di natura economica o politica, un market mover dall’esito imprevisto, anche solo la dichiarazione di un importante think tank o di un police maker.
Questa banale dinamica (ma dalle conseguenze disastrose, come abbiamo visto) suggerisce anche la soluzione principale ai falsi segnali: tenersi aggiornati su quanto accade al di fuori del mercato, praticare un’analisi fondamentale di qualità e se possibile costante, valutare tutti i segnali nel loro contesto e non focalizzandosi solamenti su grafici, numeri, prezzi.
Esiste anche un metodo per evitare i falsi segnali, o almeno cercare di evitarli, agendo direttamente sui prezzi. Ovvero, continuando a praticare l’analisi tecnica. Per esempio, si potrebbe verificare il segnale alla luce di più indicatori, in modo che uno funga da controprova dell’altro. Nella stragrande maggioranza dei casi, i segnali che non vengono confermati da più indicatori si rivelano falsi.
Un altro consiglio è individuare i casi in cui i falsi segnali sono più frequenti, ed evitare di fare trading in quei frangenti. Per esempio, le fasi concitate, in cui la volatilità è più accentuata del solito, sono il terreno di coltura perfetto per i falsi segnali. Alcuni sono particolarmente abili a cavalcare le oscillazioni, adottando un approccio altamente speculativo e improntato quasi allo scalping. E’ comunque un gioco rischioso, una lama a doppio taglio.
Un consiglio di carattere psicologico
Infine, un consiglio di carattere psicologico: non affezionatevi a un’idea. I trader sono persone e quindi soggetti alla razionalità. Dunque, rischiano di dare a un evento un peso maggiore di quanto meriti. Se questo evento è un segnale destinato a rivelarsi falso, ecco che la frittata è fatta.
Come agire con razionalità sempre e comunque? Un certo lavoro su se stessi è d’obbligo. Tuttavia, è possibile silenziare il meccanismo delle auto-illusioni sottraendo discrezionalità all’attività di trading. Chi fa trading secondo un piano ben preciso, che ingloba al suo interno molti eventi e fornisce una sorta di libretto di istruzione valido sempre e comunque, non è più preda della pressione psicologica e di conseguenza cede con meno frequenza all’irrazionalità.
In particolare, a funzionare sono i piani di trading che integrano un money e risk management complesso e pervasivo. D’altronde, la pressione psicologica deriva proprio dalla paura di perdere denaro, e dall’ansia di guadagnarlo.