Il trading online nell’immaginario collettivo è un’attività per facoltosi esperti di investimento speculativo. A dire il vero, negli ultimi tempi questa percezione sta scomparendo. Il trading online, complice una pressione pubblicitaria davvero decisa, sta diventando patrimonio della gente comune. Il merito va all’approccio user-friendly di piattaforme e broker ma anche a un approccio più accomodante per ciò che concerne la gestione del capitale. In estrema sintesi, alla domanda “quanti soldi servono per iniziare” sempre più frequentemente si risponde “molto pochi”.
Ma è davvero così? E’ possibile iniziare a fare trading con poco denaro? Sì, è possibile. I broker al giorno d’oggi impongono depositi minimi, ossia la cifra necessaria a iniziare, davvero bassi. Si parla di un paio di centinaia di euro nella peggiore delle ipotesi, di decine nella migliore. I broker, inoltre, optano spesso per trade minimi molto contenuti. Il trade minimo è la cifra più bassa che può essere impegnata per eseguire un ordine e quindi tradare attivamente. Si può affermare, dunque, che anche chi è a corto di capitale può iniziare la sua carriera del trading.
Si può discutere, però, quanto sia utile investire con numeri così bassi. La domanda che si fa un trader esperto è: vale la pena partire con un investimento di soli 50 euro? Può emergere, infatti, una dinamica psicologica piuttosto pericolosa se va male, fuorviante se va bene. Se un aspirante trader impegna solo qualche decina di euro, rischia di assumere un atteggiamento spericolato, quasi come se giocasse d’azzardo. Tanto la cifra è bassa! E’ tuttavia proprio questo il modo per perdere tutto il denaro, scoraggiarsi e non riprovarci mai più.
Chi invece impegna somme più adeguate è dominato da processi psicologici ben diversi. In primo luogo, se uno versa molto denaro, si approccia al trading in maniera molto più prudente. Significa che, giudicando la perdita rilevante, si preoccuperà di studiare prima di metterlo a rischio. Paradossalmente (ma fino a un certo punto) chi spende più denaro è allo stesso tempo più prudente o razionale di chi si dimostra con il braccino corto.
Alla fine, però, ogni caso e a sé stante. La cifra giusta con cui entrare dipende essenzialmente dalla propria condizione economica. Certo farlo con il minimo non è mai esaltante, anche per la pochezza dei rendimenti. In ogni caso, è sempre bene mettere in campo un approccio da “money management“, che sottintende a una corretta gestione del denaro: prudente, assennata, arricchita da una punta di paura che – in situazioni come questa – mettere al riparo dai colpi di testa.