Gli analisti pensavano al 2016 come l’anno della svolta per il mercato immobiliare. Si è rivelato, invece, l’ennesimo anno in rosso. Il mercato immobiliare a livello nazionale è peggiorato sotto quasi tutti i punti di vista: numero di compravendite, prezzi, tempistiche etc.

In particolare nel 2016 è stato registrato il 26% di compravendite in meno rispetto all’anno precedente. Molto allarmante è il dato relativo al quarto trimestre, che ha fatto segnare un eccezionale -32% rispetto allo stesso periodo del 2015. Il segnale è pessimo: la crisi, anziché attenuarsi, sta per peggiorare ulteriore. Se non altro, gli equilibri tra le tipologie di immobile sono rimasti in variati. L’85,5% delle transazione ha riguardato le abitazioni; il 5,02% ha riguardato il settore commerciale; il 4,84% l’industriale; il 3,75% il settore terziario.

Le associazioni lamentano la presenza di congiunture sfavorevoli, le quali hanno posto in essere un peggioramento dei parametri già durante il primo trimestre, poi addirittura aggravatosi nei mesi successivi. Sullo fondo, una domanda anemica che si contrappone a un’offerta in continua crescita, frutto di una panificazione realizzata molti anni fa, quando si pensava a un rapido smaltimento di quanto costruito.

L’unico segmento che non porge il fianco al pessimismo più nero, e che anzi fa ben sperare, è quello locativo. Nemmeno gli affitti vanno a gonfie vele, sia chiaro, ma perlomeno contengono le perdite e sono solo leggermente interessati dal calo dei prezzi.

Cattive notizie anche per ciò che concerne le tempistiche. In media, per vendere un appartamento sono necessari dodici mesi. Per affittare, invece, sono necessari tre mesi, ma ovviamente dipende dalla stagionalità (anche perché buona parte dei locatari sono studenti).

Fa specie il confronto con il 2008, ultimo anno di crescita, riferimento temporale per i picchi più alti di sempre (per il mercato italiano, s’intende). Dal 2008 al 2016 il prezzo delle abitazioni è sceso del 20%, quello degli uffici è sceso del 15%, quello dei negozi del 12%. In testa alla classifica del crollo dei prezzi abitativi troviamo Padova (-32%), Catania (-28%), Palermo (-27,8%), Bari (-26,9%), Genova (-23,8%). La discesa più contenuta è stata registrata a Napoli: nel capoluogo campano i prezzi delle abitazioni sono scese in media del 13,9%.

Alla luce di questi dati, è necessario valutare attentamente un investimento immobiliare, soprattutto se è fatto a fini speculativi. E’ bene scegliere non solo gli appartamenti con il prezzo più basso, ma anche quelli che offrono le maggiori opportunità di monetizzazione (quindi è necessario valutare l’affidabilità).