Il rischio è il convitato di pietro di qualsiasi trade. Certo, non siamo al livello delle scommesse (il Forex trading non è e non sarà mai gioco d’azzardo) ma si tratta pur sempre di trading speculativo. Il concetto stesso di speculazione pone in essere dinamiche che hanno a che vedere con la logica del pericolo. Fondamentale, per qualsiasi trader, esperto o no che sia, è controllare il rischio. Non si può eliminare del tutto, ma controllarlo sì. Una volta controllato, se si scopre che il gioco non vale la candela, ci si ritira. La questione è semplice sulla carta.
Ma cosa vuol dire precisamente controllare il rischio? Il termine “rischio”, tradotto nell’operatività di tutti i giorni, coincide con la perdita, potenziale o reale che sia. Controllare il rischio quindi vuol dire controllare le perdite. Ora, è ovvio che tutti i trader, anche i principianti più assoluti, sanno che devono uscire dal trade quando l’aria si fa irrespirabile, quando la sconfitta rischia di diventare disfatta. La differenza sta nel farlo “tecnicamente” piuttosto che “emotivamente”. Nel primo caso si reagisce d’istinto, senza il conforto dei numeri, e in genere si sbagliano i tempi. Nel secondo caso si usa la razionalità, semplicemente si esce quando alcune condizioni si avverano. Condizioni, sia chiaro, decise prima, a mente fredda e con il supporto dei numeri.
In concreto, cosa vuol dire tutto ciò? Essenzialmente due cose.
Uno, tenere d’occhio il rapporto tra guadagno potenziale e perdita potenziale. Se il rapporto è 1 a 1, ossia rischio di perdere 100 euro e posso guadagnare la stessa cifra, non si sta facendo un affarone. Il rapporto migliore è 3 a 1. 2 a 1 già è meno conveniente e il gioco rischia di non valere la candela. L’importante è saperlo prima. In un certo senso, è sapere di che morte si morirà, se le cose vanno male. Questa frase, all’apparenza tanto tragica quanto poco inerente con il mondo del trading, sintetizza alla perfezione lo spirito del money management.
Due, non fare il passo più lungo della gamba. La saggezza popolare viene in aiuto del trader. Occorre “impostare il rischio” in base alle dimensioni del proprio conto. Quando la perdita potenziale supera il 2 o il 3% del proprio conto, è bene uscire. A prescindere dalle sensazioni che il trader prova, dall’istinto che dice che sì, il mercato presto volgerà al bello e il trade risulterà vincente. E’ una regola ferrea, che compensa la perdita di lucidità tipica che coinvolge i trader in corsa.