La recente decisione del presidente statunitense Donald Trump di sospendere temporaneamente per 90 giorni l’introduzione di ulteriori dazi commerciali ha portato un certo sollievo tra gli economisti e gli analisti finanziari. Tuttavia, nonostante questa tregua momentanea, le preoccupazioni riguardo una possibile recessione negli Stati Uniti rimangono elevate.

Goldman Sachs rivede le previsioni: recessione non più scenario base

In seguito all’annuncio della pausa tariffaria, gli economisti di Goldman Sachs hanno modificato le loro previsioni economiche, eliminando la recessione come scenario principale. In precedenza, infatti, la banca d’affari aveva indicato proprio una recessione come ipotesi più probabile dopo l’introduzione degli ultimi dazi.

Tuttavia, nonostante questo cambio di rotta, Goldman Sachs mantiene ancora una probabilità significativa – pari al 45% – che l’economia americana possa entrare in recessione entro la fine dell’anno. Secondo le ultime stime della banca, la crescita del PIL statunitense nel quarto trimestre dovrebbe attestarsi su un modesto +0,5% su base annua.

Le prossime mosse della Federal Reserve

Alla luce di questo scenario incerto e della debolezza economica prevista, Goldman Sachs ritiene che la Federal Reserve interverrà con tre tagli consecutivi dei tassi d’interesse da 25 punti base ciascuno nei mesi di giugno, luglio e settembre. Questi interventi sarebbero concepiti come misure preventive (“insurance cuts”) per sostenere l’economia ed evitare un peggioramento delle condizioni finanziarie.

Ricordiamo che il periodo di sospensione dei dazi terminerà ufficialmente l’8 luglio, mentre il comitato monetario della Fed (FOMC) si riunirà il 17-18 giugno e il 29-30 luglio per decidere eventuali modifiche alla politica monetaria.

Dazi USA ancora elevati: il rischio “Tariffmageddon” non è scongiurato

Sebbene la pausa tariffaria abbia temporaneamente calmato i mercati finanziari, alcuni esperti sottolineano che il livello complessivo dei dazi statunitensi rimane estremamente alto rispetto agli standard internazionali. Secondo Justin Wolfers, professore di economia presso l’Università del Michigan, gli Stati Uniti continuano ad avere tariffe doganali tra le più elevate al mondo industrializzato:

“Gli Stati Uniti mantengono ancora oggi tariffe commerciali fino a 10-20 volte superiori rispetto alla maggior parte dei partner commerciali occidentali e circa dieci volte superiori rispetto ai livelli precedenti alla guerra commerciale. Questi livelli sono paragonabili o addirittura superiori a quelli imposti durante la Grande Depressione con lo Smoot-Hawley Tariff Act.”

Pausa temporanea o permanente?

Diversi analisti ritengono che questa tregua tariffaria potrebbe trasformarsi in una misura permanente. Paul Ashworth, capo economista per il Nord America presso Capital Economics, sostiene che Trump potrebbe essere spinto dalla reazione negativa dei mercati finanziari a estendere ripetutamente questa pausa:

“La nostra ipotesi operativa è che Trump continuerà a prorogare questa sospensione temporanea dei dazi, trasformandola di fatto in una tariffa generalizzata del 10%, simile a quella promessa durante la sua campagna elettorale.”

L’incertezza frena investimenti e occupazione

Tuttavia, secondo Stephen Stanley, capo economista USA presso Santander Bank, resta ancora aperta la questione se questa tregua tariffaria sarà sufficiente a ridare fiducia alle imprese americane e stimolare nuovi investimenti produttivi e assunzioni:

“Se questa pausa riuscirà effettivamente a rassicurare le aziende e a rilanciare gli investimenti aziendali e l’occupazione, allora possiamo dire che lo spettro della recessione è già stato superato.”

Conclusioni: cautela sui mercati finanziari

Sebbene la decisione di sospendere temporaneamente i nuovi dazi abbia portato un certo ottimismo sui mercati finanziari globali nel breve termine, gli investitori dovrebbero mantenere un atteggiamento prudente. Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina restano elevate e potrebbero tornare rapidamente al centro dell’attenzione degli operatori finanziari.

In questo contesto incerto è consigliabile monitorare attentamente le prossime dichiarazioni ufficiali provenienti dalla Casa Bianca e dalla Federal Reserve per comprendere meglio l’evoluzione futura dello scenario economico globale.

Fonte: Morningstar.com