Il Forex Trading è un’attività complicata, che richiede l’impiego di ingenti risorse intellettuali. Soprattutto in sede di analisi tecnica, che è una disciplina indispensabile in quanto consente di prevedere la direzione che il prezzo prenderà nel breve come nel lungo periodo.
Purtroppo, negli ultimi anni si è fatto largo un approccio che rischia di fare più guai che altro, sebbene in linea teorica possa risultare utile. Un approccio che consiste nell’utilizzo di molti indicatori contemporaneamente allo scopo di trovare segnali affidabili con il meccanismo della conferma reciproca. In estrema sintesi, se più indicatori lanciano lo stesso segnale, allora ci si può fidare. Niente di sbagliato, in linea di massima.
Peccato che questo approccio sia molto difficile da adottare in quanto richiede concentrazione, capacità di interpretazioni spiccate, organizzazione mentale e disciplina. Il rischio è che si verifichi questo effetto domino. Il trader che utilizza molti indicatori, si trova davanti un numero molto alto di informazione. Queste informazioni necessitano di essere rielaborate, setacciate, divise tra utili e non utili, pena il fraintendimento e l’adozione di falsi segnali. E’ evidente che il trader “non espertissimo” rischia di fare confusione, e trarre solo il peggio a questa tecnica.
Il prezzo come indicatore
Il consiglio, quindi, è di non fare il passo più lungo della gamba. Se avete iniziato a fare trading da poco tempo, vi sentite fiduciosi ma non così tanto fiduciosi, allora è bene non utilizzare molti indicatori. Molto spesso, è la soluzione più semplice quella più corretta. Ora, se si parla di analisi tecnica, semplicità fa rima con prezzo. Ecco che la soluzione è porre il prezzo al centro del proprio lavoro di analisi. In parole povere, utilizzare il prezzo come se fosse un indicatore.
Può sembrare riduttivo, dozzinale limitarsi al prezzo, eppure questo è in grado di fornire più informazioni di quanto si possa immaginare. E, di conseguenza, segnali affidabili sui quali basare la propria attività di trading. La domanda sorge spontenea…. Come? Come si fa a trasformare il prezzo in un indicatore? I metodi sono tanti, ma due in particolare sono apprezzati per la loro efficacia e rapidità di esecuzione.
Punti pivot e analisi del volume
Il primo metodo consiste nel considerare il prezzo come strumento per individuare i supporti e le resistenze. In realtà, esistono numerosi indicatori in grado di svolgere questo compito, ma utilizzando il prezzo è tutto più semplice, nonché sufficientemente preciso. Tutto ciò che il trader deve fare è individuare i minimi e i massimi di sessione, i minimi e i massimi della settimana.
Il minimo di sessione corrisponde al primo supporto. Il massimo di sessione corrisponde alla prima resistenza. Il minimo della settimana corrisponde al secondo supporto. Il massimo della settimana corrisponde alla seconda resistenza.
Una volta trovati – come si è visto, in modo molto semplice e veloce – i pivot point si procede a utilizzarli per piazzare gli stop loss e gli stop limit. Tutto qui. Facile, vero?
Il secondo metodo è un po’ più complicato, anche perché prevede un secondo protagonista: il volume. Il metodo infatti consiste nell’analisi volume-prezzo. Immaginiamo un trend definito. Se il volume e il prezzo convergono, allora siamo di fronte a un segnale di continuazione. Se il volume e il prezzo iniziano a divergere, allora siamo di fronte a un segnale di inversione. Per esempio, se il trend è rialzista, quindi il prezzo sta aumentando ma contestualmente il volume cala, allora vuol dire che il trend si sta esaurendo e il mercato è vicino a un breakout.
Discorso diverse se il trend è laterale. In questo caso, l’analisi volume-prezzo mostra il fianco. E’ possibile comunque utilizzarla, meglio con qualche altro indicatore a mo’ di conferma, giusto per scongiurare i falsi segnali (che in questa situazione sono frequenti). Ad ogni modo, nelle fasi laterali il prezzo si muove, ovvio, ma di poco. Se a queste piccole oscillazioni corrispondono variazioni ingenti del volume, allora potrebbe essere vicino l’instaurazione di un trend vero e proprio.