La statistica più allarmante per chi inizia la carriera di trader nel Forex è quella secondo cui solo il 15% degli investitori del mercato valutario concludono l’anno in attivo, quindi portando a casa un qualche risultato. C’è però un’altra statistica che fa riflettere e che fornisce un’idea di quanto sia difficile iniziare a fare trading: il 98% dei nuovi trader getta la spugna entro la fine dell’anno.

I motivi sono più disparati. Il più scontato è la perdita di risultati. Se i risultati non arrivano, si perde interesse per il Forex trading e di conseguenza la speranza di generare utili. I nuovi trader sperano ovviamente di non far parte di quel 98%, e magari si impongono di tenere duro, si convincono che sì, possono farcela. La convinzione e la voglia di fare però non bastano. E’ necessario andare all’origine della difficoltà che i nuovi trader incontrano quando tentano di emergere. Anche qui, una risposta unica non esiste. Di certo, a influenzare negativamente è la mentalità. Chi si approccia al mondo del Forex Trading non sopravvive, e quindi decide di gettare la spugna, perché non ha la giusta mentalità. Ora, checché ne dica il senso comunque, in questo caso condito da una ricca dose di retorica, vincenti non si nasce, ma si diventa. Dunque, la mentalità di successo va costruita.

In questo articolo forniremo qualche consiglio generale proprio per costruire una mentalità vincente. Presenteremo alcuni passi fondamentali. Sia chiaro, non è necessario percorrerli in questo ordine, ma comunque vanno presi tutti in considerazione.

Maturare una visione di insieme

Molti trader principianti credono che sia sufficiente imparare un trading system, utilizzare alcune tecniche preconfezionate e attenersi ad essere per fare carriera nel mercato valutario. Questo genere di trader ha la tendenza a puntare tutto sull’analisi tecnica, dal momento che le regole di interpretazione sono ben cristallizzate e riproducibili. Si può certo imparare, e per giunta in poco tempo, come utilizzare un indicatore. Allo stesso modo, si può imparare a leggere i segnali che provengono dallo studio del grafico. Tutto ciò rappresenta un bene, anzi un atto dovuto, necessario ai fini di un trading consapevole.

Tuttavia, non basta cimentarsi, per quanto proficuamente, con l’analisi tecnica. Essa va integrata con l’analisi fondamentale, ossia con lo studio dei fattori esterni al mercato in grado di influire sul prezzo. Solo una buona analisi fondamentale è in grado di fornire una visione di insieme che possa genuinamente orientare il trader nelle sua attività di investimenti, e che ponga in essere le condizioni per una risposta efficace agli stimoli del mercato.

Nella pratica, tutto ciò si traduce nell’individuazione dei market mover che coinvolgono la coppia su cui si investe. Per esempio, se si trada con l’euro-dollaro, è senz’altro utile prevedere l’andamento attraverso l’analisi tecnica, ma è assolutamente necessario prendere in considerazione le deliberazioni della banca centrale, i dati macroeconomici dell’economie statunitense ed europea, il clima politico negli Stati Uniti e nei paesi dell’Eurozona.

Sviluppare la disciplina

Sulla scorta di una certa produzione cinematografica, il senso comune assegna al trader vincenti qualità come il coraggio, la creatività, l’intuito. Ebbene, si tratta di una visione completamente sbagliata. Il trader, lungi dall’essere una creatura istrionica, assume le sembianze dello studioso. Più che un’aquila, che intravede mediante i suoi sensi la preda e la caccia, è un topo da biblioteca. Il trader analizza, pondera e solo dopo agisce. E’ certamente un’attività che richiede i suoi tempi, composta da passaggi che possono risultare noiosi.

A contraddistinguerlo, quindi, è il senso della disciplina. Questa si declina nella capacità di attenersi alla procedure che egli stesso, in una periodo precedente alla fase operativa, ha individuato. Il vero trader, ossia il trader che può vantare una mentalità di successo, rispetta il suo piano di trading. Lo fa perché serve, ma anche per vivere meglio l’esperienza di investimento. Sapendo in ogni momento cosa fare e come farlo, si mette al riparo dal coinvolgimento emotivo, che comprometterebbe la sua lucidità.

Certo, la disciplina non fa rima con stupidità, quindi nel caso in cui il suo piano di trading si dimostrasse fallace, sarebbe certamente in grado di cambiarlo. Anche il cambio di strategia, però, segue determinate regole.

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Accettare le perdite

Questo è un passaggio “psicologico” di fondamentale importanza. E’ chiaro: a nessuno piace perdere, nel trading come nella vita. Eppure, prima o poi si è chiamati a fare un passo decisivo: imparare ad accettare la sconfitte. Questo vale nella vita, che certamente è costellata di alti e bassi, ma vale ancora di più nel trading. Prima o poi, e nella giovane vita del principiante più prima che poi, la sconfitta viene a fare visita. E lo fa con il tradizionale carico di delusione e disillusione, nonché di disperazione per la perdita di denaro.

Il trader principiante deve convincersi di una cosa, che è poi un dato reale: nel trading si perde spesso. Perdono tutti, compresi i grandi esperti e i guru. L’importante è guadagnare nel medio lungo termine, ma nel breve periodo è inevitabile assaggiare l’amaro fiele della sconfitta.

Rendersi conto di come vanno le cose è necessario, anche perché mette al riparo da spiacevoli conseguenza. In primo luogo, il trader che ha imparato a perdere, non si abbatte se uno o più trade sono andati male. Non si scoraggia se sta perdendo il suo capitale. E’ consapevole che sta nella natura delle cose, e che potrà rifarsi in seguito. In secondo luogo, risponde meglio alle avversità: non ci sono emozioni (negative) talmente forti da paralizzare, a mo’ di trauma, le mosse future. Infine, offre anticorpi efficaci contro la tristezza, consente di elaborare in lutto velocemente, che è una gran cosa anche quando si è nel pieno possesso della propria lucidità. Insomma, un atteggiamento zen aiuta a vivere bene, anche nel trading.

Non aspettare il deus ex machina

Aspettare la soluzione vincente è un errore che compiono molti “nuovi trader”. Verrebbe da dire che, in fondo, non colpa loro. Una certa responsabilità è dei broker, che utilizzano un approccio promozionale fatto di messaggi semplificati, attrattivi. Buona parte di questi messaggi spaccia alcune soluzioni (comunque utili) per buone in ogni caso e a ogni condizioni. Il riferimento è agli indicatori e, a volte, ai trading system. Sicché i trade principianti vivono nel mito del metodo in grado di risolvere i loro problemi. Un mito, è bene specificarlo subito, falso. Nel trading, e soprattutto nel Forex, non esiste il Santo Graal. Certo, è assolutamente necessario utilizzare un trading system ma il proprio trading system, o anche solo una versione adattate dei tanti TS che si trovano in giro.

In ogni caso, nessun asso nella manica, nessun coniglio dal cilindro, bensì sudore, fatica, applicazione e disciplina.

Farsi aiutare. L’orgoglio è una brutta bestia, nonché un difetto straordinariamente diffuso. Nella vita crea alcuni problemi, ma nel Forex Trading causa danni incalcolabili. In primo luogo, perché spinge il trader a perseverare negli errori. Fare altrimenti equivarrebbe ad ammettere di aver sbagliato, concetto che gli individui orgogliosi mal digeriscono. Secondariamente, impedisce al trader di chiedere aiuto, quando serve. Eppure, nonostante il mercato sia un ambiente estremamente competitivo, il trader può e deve farsi aiutare. Una richiesta che si declina in una domanda ben posta ai trader più esperti, nella richiesta di informazioni ma anche nella disponibilità a imparare, quindi a tornare a studiare. Molto spesso, i trader principianti gettano la spugna perché non si fanno aiutare, e non si fanno aiutare perché odiano ammettere di aver sbagliato.