Gli indicatori economici rappresentano una risorsa fondamentale per i trader del Forex. L’economia reale, infatti, genera un profondo impatto sul mercato valutario. Un impatto che può essere sia diretto, quando un parametro modifica la massa monetaria, o indiretto, quando influenza il grado di fiducia che gli investitori provano nei confronti di una valuta. In questo articolo presenteremo 10 indicatori economici che, senza ombra di dubbio, i trader del Forex devono monitorare durante questo 2018.
Prodotto Interno Lordo
Il PIL, in inglese noto come GDP (Gross Domestic Product) è certamente l’indicatore più completo, l’unico in grado di offrire una panoramica dello stato di salute di un’economia. Certo, alcuni lo hanno messo in discussione negli ultimi anni, ma per adesso non è stato trovato un sostituto adeguato. Anche perché il PIL prende in considerazione il valore di tutti i beni e servizi prodotti in un paese, quindi presenta un carattere di universalità.
Nel calendario economico il PIL è protagonista in tre fasi distinte: quando viene presentata una stima, quando viene presentato un consuntivo preliminare e quando infine viene presentato il dato finale. Ovviamente, se il PIL aumenta o si posiziona al di sopra delle aspettative, la valuta si apprezza. Quando il PIL diminuisce o cresce al di sotto delle aspettative, la valuta si deprezza.
Il PIL esercita un impatto indiretto.
I dati dal mondo del lavoro
Il mondo del lavoro impatta nel mercato valutario in maniera indiretta, sebbene nel lungo periodo l’influenza assume un carattere più diretto. Ciò accade perché, per esempio, se aumenta il numero degli occupati aumentano di conseguenza i consumi, la tendenza al risparmio diminuisce e la liquidità in circolo aumenta. E per la legge della domanda e dell’offerta, la valuta si apprezza.
I parametri da tenere d’occhio sono il tasso di disoccupazione, la variazione nel numero degli occupati, i guadagni orari medi. I dati del lavoro degli Stati Uniti vengono in genere rilasciati il venerdì. Proprio negli Stati Uniti riveste una enorme importanza l’ADP, che calcola la variazione degli occupati in tutti i settori eccetto l’agricolo. L’ADP viene rilasciato anche da alcuni paesi anglosassoni come il Canada ma non, almeno in quella forma, dall’Euro Zona.
Ovviamente, se il mercato del lavoro migliora, e soprattutto se lo fa al di sopra le attese, la valuta trae una spinta al rialzo. In caso contrario, la stessa valuta tende a deprezzarsi.
L’inflazione
E’ con tutta probabilità il secondo parametro economico più importante (il primo lo affronteremo nel prossimo paragrafo). L’inflazione suggerisce la variazione dei prezzi al consumo, ossia al dettaglio, elaborata a partire da un paniere di beni particolarmente diffusi. La sua importanza deriva da due fatti: da un lato, influisce sui consumi, quindi può impattare in maniera positiva o negativa sull’economia reale; dall’altro, orienta le scelte di politica monetaria, le quali agiscono direttamente sull’offerta di moneta.
Che impatto ha l’inflazione sul mercato valutario? Occorre distinguere tra impatto nel breve periodo e impatto nel medio-lungo periodo. Nel breve periodo, la valuta di riferimento si apprezza se l’inflazione si avvicina, da un senso o dall’altro, al target del 2%. Se si allontana, si deprezza. Nel medio-lungo periodo, una inflazione in crescita porta, almeno teoricamente, a una politica restrittiva e quindi a un apprezzamento; una inflazione in diminuzione porta a una politica espansiva e quindi a un indebolimento.
Per quanto riguarda i prezzi, va monitorata anche l’inflazione rilevata nei momenti precedenti della filiera, come l’indice dei prezzi alla produzione (nota con la sigla IPP in italiano e PPI in inglese).
Riunioni di politica monetaria
E’ questo l’evento cruciale, il più importante tra gli indicatori economici. Il motivo è semplice: durante le riunioni, le banche centrali decidono la politica monetaria, e tali decisioni influenzano direttamente l’offerta di moneta. In genere, le banche centrali hanno due armi: da un lato la manipolazione dei tassi di interessi, dall’altro il Quantitative Easing.
Quando i tassi di interesse vengono alzati, il denaro costa di più e quindi gli interessi salgono a tutti i livelli, fino a raggiungere il consumatore. La domanda di denaro, in virtù del suo maggiore valore, accresce e così anche l’offerta. Dunque, la valuta si apprezza. Quindi per l’euro ci sarà una maggiore domanda di euro perché tanti investitori vorranno comprare euro per investire in titoli denominati nella valuta. Gli investitori esteri ad esempio chiederanno la conversione della loro valuta in euro.
Quando i tassi di interesse vengono abbassati, succede l’esatto opposto: il denaro offre meno rendimenti e quindi è meno allettante per gli investitori.
Per il Quantitative Easing valgono le stesse dinamiche. Se la banca centrale acquista titoli e di fatto stampa moneta, e quindi la sua presenza nel sistema reale aumenta.
Dati PMI
In Italiano noto come “indice dei direttori agli acquisti”, misurano la vitalità dei responsabili degli ordini nei vari settori: servizi, produzione etc. Nella stragrande maggioranza dei casi, l’indice viene espresso in unità, con il valore 50 a fungere da spartiacque tra recessione e crescita. Ovviamente, se l’indice è migliore del previsto, la valuta si apprezza, altrimenti si deprezza.
Vendite al dettaglio
E’ un dato molto importante poiché anticipa l’inflazione, che a sua volta anticipa la politica monetaria. Se le vendite aumentano, aumenta anche l’inflazione. Se le vendite diminuiscono, l’inflazione diminuisce con lei. In linea di massima, però, nel breve periodo un aumento delle vendite porta sempre a un apprezzamento della valuta di riferimento, mentre un calo delle vendite porta sempre a un indebolimento.
Dati sulla fiducia
Per quanto sia un dato importante, la sua influenza sul mercato valutario è piuttosto indiretta. E’ frutto di un sondaggio sui consumatori o sulle aziende, riassunto con valori che possono essere inferiori e superiori a 100. Proprio il valore 100 funge da spartiacque tra sfiducia e fiducia. Ovviamente, migliore è il dato migliore è l’impatto sulla valuta di riferimento.