Sei alla ricerca di informazioni utili su come procedere con il calcolo delle tasse sul Forex? Come si pagano le tasse sulle plusvalenze derivanti dal Trading Forex 2018? Per dare una risposta completa e quanto più approfondita possibile a questi rilevanti quesiti ecco la guida completa su tutto quello che c’è da sapere quando il Forex “incontra” il Fisco.
Tassazione sul Forex 2018: cos’è?
Prima di capire quanto e come pagare le tasse sul Forex, è fondamentale sottolineare il fatto che le tasse sono rappresentate da tutti quei tributi cui sono soggetti i capital gain derivanti dal Forex trading sul mercato dei cambi delle valute.
Ricordiamo che il Forex (Foreign Exchange Market) è il mercato valutario più importante e più liquido del mondo, dove ogni giorno si concludono miliardi di transazioni effettuate da banche centrali, imprese e piccoli investitori.
Un’opportunità davvero interessante per guadagnare interessanti rendite economiche sul capitale investito.
La semplicità e la convenienza economica ad operare sul mercato Forex, soprattutto da parte dei risparmiatori privati, porta a dimenticare l’importanza di valutare attentamente l’aspetto fiscale e la necessità di dichiarare i proventi derivanti dal Forex trading in sede di dichiarazione dei redditi.
A seconda dello Stato in cui l’investitore risiede, i proventi maturati sugli investimenti Forex sono soggetti a tassazioni differenti. In questa guida ci concentriamo sulla disciplina fiscale italiana così come disciplinata dal TUIR, ovvero nel testo unico delle imposte sui redditi (DPR. 917/1986) e dalla Risoluzione n.67/E del 6 luglio 2010 “Trattamento fiscale delle plusvalenze e minusvalenze derivanti da operazioni nel mercato Forex” emanata dall’Agenzia delle Entrate.
Tasse sul Forex: disciplina normativa di riferimento
Per comprendere la disciplina tributaria sulla tassazione Forex, è fondamentale richiamare quanto disciplinato dal TUIR, il quale classifica i guadagni derivanti dal Forex Trading come redditi diversi, ovvero redditi che non trovano collocazione nelle prime cinque categorie disciplinate dalla normativa fiscale (redditi da lavoro autonomo, dipendete, di impresa, di capitale e agrari).
Leggiamo l’articolo 67, lettera n) 1-ter del TUIR, il quale recita:
“Sono redditi diversi se non costituiscono redditi di capitale ovvero se non sono conseguiti nell’esercizio di arti e professioni o di imprese commerciali o da società in nome collettivo e in accomandita semplice, ne’ in relazione alla qualità di lavoratore dipendente:
1-ter. Le plusvalenze derivanti dalla cessione a titolo oneroso di valute estere rivenienti da depositi e conti correnti concorrono a formare il reddito a condizione che nel periodo d’imposta la giacenza dei depositi e conti correnti complessivamente intrattenuti dal contribuente, calcolata secondo il cambio vigente all’inizio del periodo di riferimento sia superiore a 51.645,69 euro per almeno sette giorni lavorativi continui”.
Fino ad un recente passato, nel nostro paese si riteneva che le tasse sul Forex fossero inesistenti.
Da questa erronea convinzione, l’Agenzia delle Entrate è intervenuta con la Risoluzione n.67/E del 6 luglio 2010 che ha definitivamente chiarito come devono essere trattati fiscalmente i guadagni sul Trading Forex, secondo quanto disciplinato al già succitato articolo 67 del TUIR.
In buona sostanza, tutte le rendite derivanti dalle operazioni di compravendita di valute sul mercato Forex sono “plusvalenze di natura finanziaria”, che devono essere riportate nella dichiarazione dei redditi nel quadro RT – sezione II.
In linea con la necessità di fornire ulteriori chiarimenti in materia di tassazione Forex, l’Agenzia delle Entrate è nuovamente intervenuta con la Risoluzione n.102/E del 25 ottobre 2011 “Tassazione dei redditi diversi di natura finanziaria derivanti da compravendite di valute estere effettuate sul Foreign Exchange Market”.
Secondo il parere redatto dall’Amministrazione fiscale, viene chiarita espressamente che la compravendita di valute sul Forex avviene mediante la conclusione dei contratti “spot” e “rolling spot”.
Con i contratti del primo tipo (contratti “spot”) la compravendita di valute è regolata quotidianamente grazie all’utilizzo di una piattaforma elettronica di trading on line, le cui posizioni sono aperte e chiuse entro 24 ore.
Dunque, in questo caso le plusvalenze ed altri proventi derivanti da differenziali positivi di contratti aleatori devono essere riportate nella dichiarazione dei redditi tramite il modello UNICO delle Persone Fisiche, nel Quadro RT – Sezione II-B.
Nel caso di contratti rolling spot o rollover le operazioni chiuse al termine della giornata vengono riaperte nella giornata successiva, qualora l’investitore abbia la convenienza a mantenere in essere, oltre la giornata lavorativa, le posizioni di mercato assunte.
L’Agenzia dell’Entrate ha chiarito che i redditi, se percepiti da parte di una persona fisica non esercente attività d’impresa, sono soggetti alla tassazione mediante imposta sostitutiva.
Ben si comprende chiaramente che ogni piccolo risparmiatore ed investitore che operi sul mercato Forex debba pagare le tasse sul guadagno netto (capital gain) conseguito in un determinato anno solare.
Quindi, laddove si generi una plusvalenza, il trader pagherà le tasse sullo scostamento tra gli utili e le perdite maturati nell’esercizio fiscale.
Aliquota sostitutiva sulle plusvalenze (ISOS): quante tasse pagare?
Dal 1° luglio 2014 è entrata in vigore la nuova aliquota dell’imposta sostitutiva (ISOS) da pagare sulle plusvalenze di natura valutaria, pari al 26%.
Le tasse sul Forex prevedono:
- il pagamento dell’aliquota sostitutiva sul capital gain pari al 12,5% fino al 31/12/2011
- il pagamento dell’aliquota sostitutiva pari al 20% sui guadagni maturati dall’1/1/2012 al 30/06/2014
- il pagamento dell’aliquota d’imposta pari al 26% sui guadagni maturati dopo l’01/07/2014.
Come pagare le tasse sul Forex: Modello Unico e Codici Tributo F24
Il pagamento delle tasse sui guadagni derivanti dal Trading Forex avviene tramite il Modello F24.
Ecco i Codici tributo da utilizzare nel Modello F24:
- codice 1100: imposta sostitutiva su plusvalenza per cessione a titolo oneroso di partecipazioni non qualificate
- codice 1242: imposta sostitutiva alle imposte sui redditi di capitale di fonte estera
- codice 2724: imposta sostitutiva sulle plusvalenze
- codice 4043: imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero dalle persone fisiche residenti nel territorio dello Stato.