Se state pensando di buttarvi a capofitto nel mondo del trading online, dovreste porvi una domanda in particolare prima di ogni altra: in quale mercato investire? Rispondere non è semplice, se non avete ben chiara la differenza tra le varie asset class.
Molto spesso, la scelta si riduce a due alternative: da un lato il Forex, con le sue coppie di valute; da un lato il mercato delle commodity, con le sue materie prime. Qual è la scelta migliore?
Di nuovo, non è facile rispondere. Anche perché ogni mercato ha le sue occasioni di profitto, e spesso la scelta è “sporcata” da elementi soggettivi. Alcune tipologie di trader sono più adatti al Forex, altri alle materie prime.
Dunque, la decisione spetta al singolo. Tuttavia, è bene fare una panoramica su alcune delle tante differenze che caratterizzano il Forex Trading e il Commodity Trading.
Leggibilità
Per leggibilità intendiamo la facilità con cui un mercato può essere analizzato e interpretato, nonché la facilità nel reperire informazioni utili a un’analisi dei prezzi e delle prospettive future.
Ora, da questo punto di vista c’è ben poca storia: il Forex è molto più leggibile del mercato delle materie prime. I motivi sono essenzialmente due.
Le valute sono influenzate da elementi molto studiabili, le materie prime (anche ma non solo) da elementi potenzialmente imprevedibili. Sia chiaro, quando si verifica un fatto imprevisto e di portata rilevante, anche le valute vengono influenzate, ma in misura minore rispetto alle materie prime. D’altra parte, il prezzo di queste ultime dipende anche da eventi che non possono essere analizzati a priori, come la domanda futura, le condizioni climatiche (es. pensiamo al grano) etc.
Le valute sono influenzate, in alcuni casi, da azioni dirette. Per esempio, dai tassi di interesse e, in generale, da qualsiasi azione messa in campo da una banca centrale. Questo dona al Forex una maggiore prevedibilità.
Liquidità
E’ un dato di fatto: il Forex è il mercato più liquido del mondo. Basti pensare che il volume di scambi giornalieri della sola coppia euro-dollaro è superiore all’intero debito pubblico italiano (e di tanto anche). Sia chiaro, anche il mercato delle materie prime è liquido, ma non raggiunge i livelli di quello valutario.
Una maggiore liquidità rappresenta una opportunità per gli investitori, in primo luogo perché riduce la volatilità. In secondo luogo perché riduce le probabilità che un ordine non possa essere eseguito (eventualità non infrequente se si opera al di fuori di un market maker).
Flessibilità
Il Forex è un ambiente molto più flessibile. Tale flessibilità si concretizza in due modi.
Libertà di orari. Il Forex è “aperto” 24 ore su 24, cinque giorni su sette. Se si escludono sabato e domenica, quindi, è sempre possibile fare trading con le coppie di valute. Questa è una sua particolarità, che non è condivisa dagli altri mercati, materie prime comprese.
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Modalità di investimento. I Forex trader possono operare per mezzo di derivati o direttamente. Possono scambiare, per esempio, euro reali per dollari reali o anche solo dei CFD. Questa doppia possibilità, in genere, è preclusa ai trader delle materie prime, o almeno sconsigliata. Insomma, si fa trading solo attraverso i derivati, siano essi CFD, futures etc (scambiare fisicamente un chilo di grano è abbastanza problematico).
Volatilità
Le materie prime sono molto più volatili. E’ sufficiente dare un’occhiata alle variazioni dei prezzi. Ciò vale a prescindere dall’orizzonte di analisi. Le variazioni sono sensibili sia nel brevissimo che nel lunghissimo termine. Un esempio: il petrolio dieci anni fa costava il doppio di quanto costa adesso. Queste dinamiche sono semplicemente impossibili nel Forex, a meno che non sopraggiungano eventi veramente impattanti (es. una guerra o una crisi economica di proporzioni apocalittiche).
Ora c’è da chiedersi: è meglio un mercato volatile o non volatile? Di certo, è sulla variazioni di prezzo che un trader guadagna. Di contro, la volatilità è sinonimo di imprevedibilità, che è un elemento in grado di nuocere pesantemente al trader.
Equilibrio
In questo caso, si intende “equilibrio tra i poteri”, ovvero la facilità con cui un mercato può essere manipolato. Il Forex, da questo punto di vista, si attesta in una posizione più debole rispetto alle materie prima.
Sia chiaro, non stiamo parlando di situazioni illecite. Il Forex viene “manipolato” soprattutto dalle banche centrali, nel senso che le loro azioni possono influenzare in maniera clamorosa i prezzi. E’ semplicemente il loro dovere: la moneta è prima di tutto un mezzo di scambio, un elemento dell’economia reale, e non solo un asset su cui investire. Semplicemente, intervengono per appianare gli squilibri micro e macro economici.
A prescindere dai risvolti etici (che a ben vedere non ci sono), per il trader è un guaio. Significa che le sue analisi potrebbero essere vanificate da un’azione istituzionale che, per quanto legittima e anzi necessaria, sottrae al Forex un po’ di leggibilità.
Ovviamente, le banche centrali non sono le uniche entità capace di intervenire a gamba tesa sui rapporti tra le valute, anche le banche commerciale, i grossi enti privati e le multinazionali giocano un ruolo in tal senso.