Il Forex è manipolabile? E’ una domanda più che legittima. Tra l’altro, quella della manipolabilità dei mercati, è una delle peggiori paura che attanaglia i trader “piccoli”, i cosiddetti retail. E a ben vedere: se un mercato è manipolabile, qualsiasi tentativo di analisi risulta vano, i segnali che si acquisiscono attraverso la consueta attività di studio si rivelano falsi. E questo accade anche quando il trader ha profuso impegno, e di fatto non ha commesso errori.

Nell’articolo cercheremo di capire se il Forex è manipolabile o meno, analizzando anche le realtà che avrebbero il maggiore interesse a estendere il proprio controllo sui prezzi.

Forex e manipolabilità

In realtà, ci sono parecchi motivi per cui il Forex possa essere considerato un mercato non manipolabile o scarsamente manipolabile. Ciascuno di questi motivi, in verità, corrisponde a una precisa caratteristiche del Forex stesso. Analizziamoli insieme.

Quella dei partecipanti è una massa eterogenea. Il Forex è uno dei mercato più partecipati e frequentati al mondo. Forse il primo da questo punto di vista. Semplicemente, gli investitori sono numerosissimi, e appartengono alle categorie più disparate. Sia l’eterogeneità che il numero, in qualche modo, garantiscono una certa protezione dal rischio manipolabilità. Gli interessi in gioco sono numerosi e contrastanti e, anche solo utilizzando la logica, si scopre che gli interessi, quando sono tanti e opposti, in qualche modo si annullano a vicenda, determinando un certo stato di equilibrio.

Il Forex è un mercato estremamente liquido. Anzi, è il più liquido in assoluto. Persino più liquido dell’azionario, che pur conserva un’aura di autorevolezza apparentemente non scalfibile. Secondo recenti stime, il volume di affari del Forex Trading consiste in qualcosa come 5mila miliardi di dollari al giorno. Per intenderci, si parla di una massa monetaria pari al doppio del debito pubblico italiano (il terzo al mondo), ogni giorno. Questo mette al riparo, come minimo, da una certa tipologia di manipolazione, ovvero quella basata sugli ordini mastodontici. Quand’anche una realtà particolarmente facoltosa (pensiamo alle banche commerciale) investisse grandissimi quantitativi di denaro, questa risulterebbe comunque insufficiente ad agire con forza rilevante sui prezzi. Infatti, a memoria d’uomo, si segnala solo un tentativo riuscito in questo senso, per giunta lontano nel tempo (si parla di quasi trent’anni fa).

Il Forex è un mercato interdipendente. I rapporti tra le valute dipendono in maniera significativa da quello che accade negli altri mercati e, ancora di più, da quello che accade in politica, in politica monetaria e nell’economia reale. La presenza di numerosissimi fattori in gioco mette al riparo dai tentativi di manipolazione. Certo, c’è appunto il discorso sulle banche centrali da prendere in considerazione. Di fatti, hanno in mano il costo del denaro. In questo caso, però, non si può affatto parlare di manipolazione. Approfondiremo questo argomento (in realtà molto spinoso) nei prossimi paragrafi.

Chi ha interesse a manipolare il mercato del Forex?

Abbiamo visto come alcune caratteristiche intrinseche del mercato valutario lo mettono al riparo dai tentativi di manipolazione, o almeno lo rendano meno soggetto alle manipolazioni di quanto non accada per gli altri mercati. Il riferimento è all’enorme liquidità, all’eterogeneità degli investitori e alla presenza di numerosi market mover.

Tuttavia, non significa che tentativi non vengano fatti, anche solo in buona fede. In potenza, nonostante gli elementi appena citati, alcuni potrebbero andare a segno, prima o poi. O, magari, dietro ad alcune dinamiche poco comprensibili si nasconde già un’azione manipolatoria dei prezzi.

Dunque, è bene indagare sulle realtà che, più di tutte le altre, avrebbero interessi e mezzi per agire in maniera diretta sui prezzi.

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La prima realtà da prendere in considerazione è rappresentata dalle banche centrali. Hanno tutte uno scopo ben preciso: tenere sotto controllo l’inflazione. Ovvero mantenerla a un livello abbastanza alto da sostenere consumi e attività economiche, ma non troppo alto da erodere il potere di acquisto. Ora, tutte le banche centrali hanno uno strumento potentissimo per raggiungere questo obiettivo: la modifica dei tassi di interesse. Di fatto, ogni volta che viene modificato il tasso di interesse, quasi strutturalmente,  prezzi si muovono.

Si può considerare manipolazione? In realtà no. In primis, perché le banche centrali assolvono a una funzione sacrosanta e utile. Secondariamente, perché i tassi di interesse rappresentano essi stessi un market mover, e in quanto tale si caratterizzano per una marcata leggibilità. I trader, infatti, hanno tutti gli strumenti per prevedere la politica monetaria. C’è da dire, poi, che sono le stesse banche centrali a dichiarare in anticipo il destino dei tassi di interesse, proprio per non turbare eccessivamente i mercati.

C’è poi un’altra realtà in grado di modificare i prezzi in maniera diretta: quella rappresentata dalle grandissime banche commerciali. Sostanzialmente, perché ne hanno la possibilità, almeno teoricamente. Sono in possesso di una quantità di liquidità straordinaria, che potrebbe sconvolgere i mercati. Il Forex, però, abbiamo visto che sotto questo profilo si difende molto bene. L’obiettivo, in questo caso, sarebbe il profitto fine a se stesso, che è una motivazione forte ma non così forti, viste le tante fonti di guadagno di cui una banca commerciale può usufruire.

Infine, ci sono altre due manipolazioni, o approcci alla manipolazione, che potrebbero coinvolgere il Forex. La prima è l’insider trading, che però è a tutti gli effetti un reato. Consiste nel classico conflitto di interessi: chi è responsabile di un market mover, investe sull’asset influenzato dal market mover. O, di converso, vi è una fuga di notizia illecita, tale per cui un investitore agisce con un vantaggio del tutto immeritato rispetto agli altri trader.

L’altra manipolazione non riguarda il mercato ma i singoli trader, e ha come protagonisti i broker market maker. Questi, per definizione, “modificano” i prezzi, ma solo per i propri trader. La differenza tra prezzi reali e prezzi visibili in piattaforma, chiamata spread, rappresenta il (legittimo) guadagno del broker. Quando però lo spread dichiarato non corrisponde al vero, si può parlare di manipolazione vera e propria. Questa ovviamente non crea distorsioni nel mercato ma, molto semplicemente, crea un danno al singolo trader, ovvero al cliente del broker “manipolatorio”. E’ piuttosto semplice porsi al riparo da questo rischio: è sufficiente scegliere il broker con accortezza, verificando in primo luogo proprio la gestione degli spread.