L’analisi tecnica è un’attività complessa. E non potrebbe essere altrimenti, dal momento che lo scopo per cui è nata è ambizioso: leggere il mercato, prevedere con un sufficiente margine di errore come si muoveranno i prezzi. La risorsa principale per produrre una buona analisi tecnica è rappresentata dagli indicatori. Sono strumenti potenti, che offrono segnali potenzialmente affidabili. Tuttavia, non sono perfetti. Per limare le imperfezioni, è bene combinarli tra di loro.
In questo articolo offriamo una panoramica proprio sulle combinazioni di indicatori e qualche esempio utile a chi vuole produrre un’analisi tecnica degna di questo nome.
Perché gli indicatori sono importanti
Gli indicatori sono strumenti che elaborano i dati presentati nel grafico secondo calcoli complessi e modelli statistici altrettanto complicati. Vengono in genere offerti dai broker e integrati nelle singole piattaforme. Ovviamente, è possibile utilizzare indicatori di terze parti. Lo scopo degli indicatori è fornire segnali di entrata e di uscita e, così facendo, offrire indicazioni circa i futuri movimenti del mercato.
Gli indicatori non prevedono. Il concetto di previsione è estraneo al trading. Si dovrebbe parlare, piuttosto, di stime probabilistiche. Tutte le informazioni che si ricavano dall’analisi tecnica e per mezzo degli indicatori, sempre che tutto fili lisci, hanno semplicemente una probabilità elevata di rivelarsi veritiere.
L’offerta di indicatore è praticamente sterminata. Ciò non deve stupire. Il mercato è complesso, gli stili di trading sono numerosi. Sicché l’offerta di indicatori si pone sul solco tracciato da queste complessità, e cerca di adattarsi alla varietà di situazioni e condizioni.
Perché combinare gli indicatori e come farlo
Gli indicatori sono strumenti potenti, ma tutt’altro che infallibili. Sono numerose le variabili che confutano un ragionamento, o per meglio dire un calcolo, che sulla carta dovrebbe funzionare. Inoltre, spesso ciascun indicatore si focalizza su un elemento, ponendo meno intenzione agli altri. Se si utilizza un solo indicatore, il rischio di ricevere falsi segnali è alto. Si tratta di un rischio da evitare a tutti i costi, perché porta il trader ad aprire posizioni sbagliate e, conseguentemente, a perdere denaro.
Per fortuna c’è una soluzione a tutto questo. Esiste un approccio che superare (almeno potenzialmente) i limiti degli indicatori. Un approccio adottato da tutti i trader che si dimostrano in grado di generare profitto e che conducono un’attività di trading sostenibile. Questo approccio prevede la combinazione di almeno due indicatori. Esatto, gli indicatori è bene che vengano utilizzati in coppia. Inserirne un terzo vorrebbe dire complicare la situazione, porre in essere difficoltà di gestione e aumentare il rischio di generare segnali contrastanti.
Con quale ratio vengono combinati gli indicatori? I principi sono due. Il primo, quello più importante, risponde alla necessità di eseguire una vera e propria controprova. Se un indicatore genera un segnale di acquisto, magari forte, questo è veramente valido solo se è confermato da un altro indicatore di segno diverso e con caratteristiche diverse. Se due indicatori che utilizzano meccaniche diverse raggiungono la medesima conclusione, allora vi è una elevata probabilità che quella conclusione sia corretta.
Il secondo principio suggerisce invece di combinare tra di loro indicatori diversi, che analizzano il mercato da due punti di vista che poco o nulla hanno a che vedere tra di loro. Lo schema principale, infatti, prevede l’impiego di un indicatore che si basa sui prezzi, come il MACD, insieme a un indicatore che si basa sui volumi, come l’RSI.
Badate bene: utilizzare combinazioni di indicatori non vuol dire complicare. Rendere l’attività di analisi tecnica più complessa non genera solitamente conseguenze positive. Anzi, il rischio è di perdere tempo ed energia, ritrovarsi con dei segnali contrastanti e optare, magari inconsciamente, per prese di posizioni discrezionali. Una deriva, questa, da evitare assolutamente. Il trading, e in particolare l’analisi tecnica, dovrebbe essere un’attività se non scientifica, almeno razionale, basata sui principi della statistica.
Le migliori combinazioni di indicatori
Quali sono le migliori combinazioni di indicatori? Ovviamente non è possibile rispondere a questa domanda. Gli indicatori, affinché l’analisi tecnica risulti profittevole, devono essere compatibili con gli obiettivi e lo stile del singolo trader. Ad ogni modo, ci sono combinazioni più diffuse e apprezzate di altre. Ecco qualche esempio.
Media mobile e Stocastico
Questa è la combinazione ideale. La media mobile infatti analizza il trend in atto, anche rispetto a quanto accaduto nell’immediato passato, mentre lo stocastico, analizzando i volumi, anticipa i trend. L’assetto ideale prevede l’impostazione di due medie mobili a 14 e a 50 periodi, e uno stocastico classico a 20-5-5- (ipercomprato a 80 e ipervenduto a 20).
Si riceve un segnale di acquisto quando la media mobile veloce taglia dal basso verso l’alto la media mobile lenta, e allo stesso tempo lo stocastico, pur orientato al rialzo, non raggiunge la soglia dell’ipercomprato.
Si riceve un segnale di vendita quando la media mobile veloce incrocia dall’alto verso il basso l’analoga lenta, e contemporaneamente lo stocastico è orientato al ribasso senza toccare l’ipervenduto.
Nel primo caso, si potrebbe impostare lo stop loss al livello dell’ultimo prezzo prima del rialzo (che può essere considerato un supporto sufficientemente affidabile). In maniera uguale e contraria, nel secondo caso si potrebbe impostare lo stop loss al livello dell’ultimo prezzo prima del ribasso.
Bande di Bollinger e Stocastico
Il meccanismo che sta alla base di questa combinazione è simile. Di nuovo, ci ritroviamo di fronte a un indicatore di prezzi, ovvero le Bande di Bollinger, e a un indicatore di volume, ovvero lo Stocastico. La ragion d’essere di questa combinazione, almeno rispetto alla precedente, risiede in una maggiore complessità delle Bande di Bollinger rispetto alle medie mobili. Complessità che da un lato garantisce un numero maggiore di informazioni, e dall’altro aumenta la probabilità di errore umano.
Ad ogni modo, per ciò che concerne l’impostazione, sarebbe bene settare le Bande di Bollinger con un orizzonte di 4 ore, 20 periodi e 2 deviazioni standard. Lo stocastico invece andrebbe impostato con parametri 13-5-5.
Si riceve un segnale di acquisto quando il prezzo supera la banda inferiore e ritorna sui suoi passi e, contemporaneamente, lo stocastico segnala una condizione di ipervenduto.
Si riceve un segnale di vendita quando il prezzo supera la banda superiore ma poi ritorna sui suoi passi, e contemporaneamente lo stocastico segnala una condizione di ipercomprato.
Più complessa la determinazione degli stop loss. Si potrebbe fare riferimento al pattern di candele che si forma sempre in questa situazione, utilizzare le stesse bande come supporti e resistenze (ma sarebbe un approccio troppo “largo” o utilizzare l’indicatore Average True Range.
MACD ed RSI
La strategia che sottende a questa combinazione è all’apparenza semplice, tuttavia i principi che la muovono sono piuttosto complicati. Vanno infatti considerati ben 3 elementi: la forza di mercato restituita dalla RSI, lo stato di fatto del trend dato dalle medie mobili del MACD e il prezzo stesso.
Ad ogni modo, il settaggio ideale prevede una MACD con tre medie mobili rispettivamente a 12, 26 e 9 periodi; e un RSI a 14 periodi con ipercomprato a 70 e ipervenduto a 30.
L’obiettivo è intercettare l’inversione di tendenza.
Si riceve un segnale di acquisto quando il mercato è ribassista ma, allo stesso tempo, l’RSI sta aumentando e la linea MACD sta superando dal basso verso l’alto la signal line. Il punto di ingresso dovrebbe corrispondere all’incrocio tra le linee MACD.
Si riceve un segnale di vendita quando il mercato è rialzista ma, contemporaneamente, l’RSI sta calando e la linea MACD supera dall’alto verso il basso la signal line. Anche qui, il punto di ingresso dovrebbe corrispondere all’incrocio tra le linee MACD.
SAR Parabolico e medie mobili
Il SAR Parabolico è un indicatore molto potente. Tuttavia, offre informazioni (praticamente certe) solo sul trend in atto. Per questo motivo, se lo scopo è produrre un’analisi tecnica predittiva, è bene non utilizzarlo mai da solo. Il rischio di ricevere falsi segnali, infatti, sarebbe troppo alto. La combinazione con le medie mobili è un’ottima soluzione per mettere in campo una strategia rapida, di facile comprensione ed efficace.
Il SAR dovrebbe essere settato in maniera classica, o al massimo imprimere una leggera accelerazione a 0,01 o 0,05 per ridurre ulteriormente il rischio di falsi segnali. Per ciò che concerne le medie mobili, ne bastano due, purché siano “molto diverse”, ovvero una a 10 periodi e una a 100 periodi.
Il segnale d’acquisto è dato dalla permanenza della media mobile a 10 periodi sopra la media mobile a 100 periodi, in concomitanza con una SAR che staziona al di sotto del prezzo.
Il segnale di vendita è dato invece dalla permanenza di media mobile e prezzo sotto la media mobile a 100 periodi, in concomitanza con una SAR che staziona al di sopra del prezzo.
Come si evince, questa combinazione è adatta soprattutto agli approcci “trend following”. Il SAR, infatti, raramente è in grado di intercettare le inversioni di tendenza.