L’immagine delle criptovalute che i profani hanno maturato non è delle migliori. Anzi, spesso si ravvisa un atteggiamento detrattivo, volto a screditare il mondo crypto. Questo sentire è spesso alimentato dalle dichiarazioni di policy maker e analisti, che frequentemente sollevano dubbi sulle criptovalute, sia nella prospettiva di investimento sia nella prospettiva (ancora solo abbozzata) di strumenti di pagamento.

Cosa c’è di vero? Il mercato delle criptovalute è un pericolo per i trader? La verità sta nel mezzo. E’ sì un pericolo, ma anche una opportunità. L’importante è conoscerne i connotati, e capire quando spingere e quando fermarsi. In questo articolo esploriamo proprio questa seconda alternativa, proponendo inoltre una panoramica sulle tante difficoltà che il mercato delle criptovalute pone di fronte ai trader.

Le insidie delle criptovalute

Le insidie delle criptovalute sono numerose, e tutte in grado di mettere i bastoni tra le ruote ai trader, finanche a causarne il disastro economico. Conoscerle è la condizione necessaria per evitarle. Anche perché tutte, o quasi, sono connesse alla struttura stessa delle criptovalute.

Decentralizzazione

Questa è la caratteristica principale delle criptovalute. Esse sono tutte decentralizzate. Ovvero, non hanno alle spalle un ente, pubblico o privato che sia, in grado di determinare o anche solo influenzare in modo diretto l’offerta. Ciò è sinonimo di indipendenza, e della capacità delle criptovalute si assumere un atteggiamento “investor-driven”. I prezzi sono fatti esclusivamente dal mercato. Tuttavia, la decentralizzazione è un’arma a doppio taglio.

Infatti, una moneta decentralizzata è per definizione una moneta incontrollabile. Se nella maggior parte dei casi la mancanza di controllo è sinonimo di libertà, in questo caso significa anche una certa tendenza allo squilibrio, e difficoltà notevoli nel risolvere alcuni problemi sia contingenti che strutturali. Se l’euro comincia a indebolirsi in maniera pericolosa, la BCE può aumentare i tassi di interesse. Ma se ciò accade, per esempio, al Bitcoin?

Volatilità estrema

La volatilità è un altro concetto che viene associato, e giustamente, alle criptovalute. In effetti sono volatili, sono estremamente volatili. Anzi, sono gli asset più volatili della storia (se si escludono brevi bolle finanziarie). I numeri cui le criptovalute e in particolare il Bitcoin ci hanno abituato in questi anni restituiscono un quadro di assoluta eccezionalità. Basti pensare che nel giro di 2 anni il Bitcoin è passati da 20.000 a 3.000 dollari, e attualmente (fine agosto 2019) viaggia sopra ai dieci. Insomma, siamo di fronte a vere e proprie montagne russe finanziarie, che generano conseguenze visibili per i trader.

Ora, l’oscillazione dei prezzi è la condizione necessaria per generare guadagni. Ma quando l’oscillazione degenera in volatilità estrema è difficile venire a capo del mercato. Da qui la situazione di estrema pericolosità che il mondo delle criptovalute può generare. D’altronde, è un vero e proprio incubo ritrovarsi con un asset dal valore di 3.000 dollari dopo averlo acquistato a 20.000….

Assenza di market mover periodici

I market mover sono tutti quegli eventi che, da una posizione esterna al mercato, sono in grado di influenzarlo. Quando sono periodici, offrono elementi abbastanza affidabili per intuire i futuri movimento di prezzo. Ora, tutte le valute tradizionali, le cosiddette “fiat”, vantano market mover periodici: tassi di interesse, inflazione, dati dell’economia reale etc. Le criptovalute, no. Infatti, non sono collegate a nessuna economia in particolare: sono letteralmente transnazionali.

Questo è un limite, in quanto diminuisce il grado di leggibilità dell’asset. Di conseguenza, produrre una buona analisi fondamentale è estremamente complicato. Certamente le criptovalute vantano market mover, ma questi sono estemporanei, legati alle parole e alle decisione dei policy maker o ai cambiamenti di struttura. In parole povere, sono scarsamente prevedibili. Questo è un dato di fatto, per quanto poco confortevole, che tutti i trader crypto devono prendere in considerazione.

Obbligo di derivazione

Questo è un particolare che i principianti spesso non prendono in considerazione. Buona parte delle criptovalute soffre ancora di limite tecnici. Nello specifico, limiti che riguardano la velocità delle transazioni. Sono ancora piuttosto lente, nonostante i progressi degli ultimi anni, certamente più lente delle transazioni che coinvolgono le valute tradizionali. Ciò è causato dalle meccaniche della blockchain, che se da un lato garantiscono sicurezza dall’altro rallentano i processi.

Tutto ciò pone in essere una sostanziale incompatibilità con il trading veloce, e soprattutto con lo scalping. L’unico modo per aggirare questo limite consiste nel fare riferimento a prodotti derivati, che appunto hanno come sottostante proprio le criptovalute. Per esempio, gli CFD. Questo pone in essere alcune difficoltà per determinate tipologie di trader, magari abituati a fare trading “diretto”. Certo, non si parla di obbligo, ma in un certo senso, se l’orizzonte temporale della propria attività di trading è stretto, la derivazione appare una scelta obbligata.

Quando evitare il trading con le criptovalute

Le insidie, come abbiamo visto, sono numerose e difficili da aggirare. Alcune volte, però, non sono aggirabili. Dunque non rimane che sospendere l’attività di trading o, molto banalmente, ridurre frequenza ed esposizione. Ecco alcuni casi tipici in cui è bene pensarci due volte prima di fare trading con le criptovalute.

Vicino alle resistenze

In un mercato estremamente volatile e imprevedibile come quello crypto, attività basate sull’analisi tecnica classica potrebbero risultare meno efficaci. Tuttavia, anche in questo è bene fare riferimento, almeno in situazioni circoscritte, alle resistenze e ai supporti. In particolare, quando il prezzo sta per raggiungere una resistenza davvero significativa (es. un massimo a due anni), proprio come qualsiasi altro asset, aumentano le probabilità di un rimbalzo e dell’inizio di un trend discendente. E, dal momento che tutti i movimenti delle criptovalute sono ampi, ciò determina un pericolo non indifferente.

In questo caso, salvo altre evidenze raccolte sia dal punto di vista tecnico che con l’analisi fondamentale, è bene pensarci due volte prima di piazzare dei trader.

Quando il mercato è profondamente ribassista

La tendenza è di acquistare, quando il prezzo è basso. Tuttavia, occorre fare molta attenzione al trend. Di norma, si pensa che un trend ribassista, specie in prossimità dei supporti, sia destinato all’inversione, magari più o meno ravvicinato. Peccato che il mercato delle criptovalute riservi spesso sorprese. Per esempio, al raggiungimento di un supporto significativo, il prezzo anziché rimbalzare oltrepassa il livello e prosegue la sua discesa. Da questo punto di vista, il Bitcoin (giusto per fare un esempio) ci ha abituato ai movimenti più drammatici. D’altronde, per produrre una contrazione del prezzo pari a al 70% in meno di un anno e mezzi i supporti spezzati devono essere stati giocoforza numerosi.

Per questo motivi, se il prezzo delle criptovalute è diminuito in maniera drammatica, pensateci due volte prima di acquistare: la discesa potrebbe proseguire ancora molto a lungo.

In prossimità di deliberazioni

Quando un policy maker parla, il mercato delle criptovalute reagisce prontamente. Anzi, reagisce spesso in maniera esagerata. D’altronde, le dichiarazione di questo tipo rappresentano alcuni dei pochi market mover a disposizione dei trader delle criptovalute. Ciò vale ancora di più se il policy maker fa parte di un ente di vigilanza.

Ora, se le dichiarazioni sono positive, o almeno lasciano aperti spiragli, il prezzo di norma schizza verso l’alto. Ma è anche vero che accade il contrario, se le dichiarazioni disegnano una prospettiva negativa. Il consiglio, comunque, è di approcciarsi in maniera prudente quando è previsto un intervento di un policy maker. Anche perché questo market mover, a meno di non avere poteri telepatici o di poter usufruire delle classiche fughe di notizie, è davvero imprevedibile.

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Se il vostro stile di trading non è compatibile

Il trading delle criptovalute non è per tutti. E’ una verità scomoda e spiacevole, ma non può essere messa in dubbio. Anche perché le valute virtuali non sono asset come gli altri, e lo abbiamo visto nei paragrafi precedenti: dinamiche di analisi particolari, estrema volatilità, mancanza di decentralizzazione, disegnano tutti un quadro realmente sui generis.

Dunque, mettete in relazione il vostro stile di trading con le caratteristiche delle criptovalute. Se odiate la volatilità, se siete dei fanatici dell’analisi fondamentale, se il vostro orizzonte di trading è ristretto dal punto di vista temporale… Valutate attentamente prima di immergervi nel mondo crypto!

Se la volatilità vi spaventa

E’ un corollario del punto precedente. La volatilità, per giunta estrema, è una caratteristica distintiva delle criptovalute. Di conseguenza, se non amate la volatilità, se il vostro approccio è nettamente trend following, potreste non trovarvi a vostro agio. In linea di massima, i mercati estremamente volatili sono fuori dalla portata dei trader principianti, a prescindere dall’approccio che sembrano in procinto di maturare. Ovviamente, non scartate a priori l’ipotesi criptovalute. Semplicemente, valutate nel dettaglio i costi e i benefici, le opportunità e le minacce, prendendo in considerazione il vostro modo essere, di tradare, il vostro bagaglio di conoscenze.