Il backtesting è uno strumento avanzato che i trader possono utilizzare quando vogliono valutare l’efficacia di una strategia complessa o di un trading system. Un’esigenza, questa, non molto rara, dal momento che i trader con tanta esperienza sulle spalle sono ben consapevoli che passare di palo in frasca non è il miglior modo per guadagnare con il trading. Un cambiamento così drammatico come quello riguardante il sistema di trading, infatti, deve essere giustificato da evidenze davvero imponenti, quasi inequivocabili.

In questo articolo parliamo di backtesting, offrendo una definizione esaustiva e proponendo una piccola guida per chi si vuole cimentare nell’uso di questo importante strumento.

Una definizione di backtesting

Il significato di backtesting è intuibile, almeno fino a un certo punto, dal nome stesso. E’ un test che coinvolge qualcosa che è ormai alle spalle. Nello specifico, i dati del passato. In buona sostanza, fare backtesting vuol dire simulare l’attività di trading non sul mercato reale, bensì prendendo come riferimento i dati di mercato del passato. Ovviamente, è il trader, secondo la disponibilità del broker o di qualsiasi altro provider di dati, a scegliere il periodo sul quale svolgere la simulazione.

Ad ogni modo, lo scopo del backtesting è palese: testare una strategia su uno stato del mercato “reale”, per quanto non presente. Il tutto si regge su un presupposto: se la strategia funziona su un periodo del passato, vuol dire che funziona anche nel presente. Dove con il termine “funzionare” non si intende una efficacia certa, bensì una potenziale efficacia.

Di per sé, praticare il backtesting non è così difficile, se si escludono le operazioni di tipo puramente tecnico e informatico per “installare” i dati storici. D’altronde, si tratta semplicemente di… Fare trading. Le uniche difficoltà che si segnalano sono di due tipi: da un lato, l’interpretazione dei risultati, che è meno scontata di quanto si possa immaginare; dall’altro, la scelta del periodo storico da utilizzare, che deve essere allo stesso tempo “probante” (ovvero deve mettere sotto stress la strategia) e realistico (simile all’attuale periodo storico, al presente).

I parametri da analizzare durante il back testing

In questo paragrafo affrontiamo il primo problema, ovvero quello dello studio dei risultati. Il primo passo è capire quali risultati andare a cercare, ovvero quali parametri analizzare. Il backtesting pone il trader davanti a una vasta scelta. Le evidenze che produce sono così numerose da creare qualche disorientamento. Dunque, meglio concentrarsi sui tre parametri più importanti. Ecco quali sono.

Il fattore profitto

Molti conoscono questo parametro con il termine in inglese, “profict factor”. Ad ogni modo, è il rapporto tra il totale dei guadagni e il totale delle perdite. E’ didascalico specificare che qualsiasi rapporto al di sotto dell’1 indica un fallimento della strategia o del trading system. Un qualsiasi metodo che causa più perdite che guadagni è da mettere nel cassetto.

Ma è ovvio, un fatto profitto di 1,1 o 1,2 non è un granché. Dunque, quale valore va considerato come soddisfacente? Nella maggior parte dei casi, va considerato soddisfacente un fattore profitto di 2. Può sembrare alto, ma va detto che comunque il backtesting è una pratica simulativa, che viene eseguito in un ambiente protetto, dunque è lecito immaginare che nel trading reale le prestazioni saranno almeno un po’ più scarse. Insomma, è bene tenersi “larghi”.

La media operazioni

Questo è un parametro molto particolare, che la maggior parte dei trader non considera nemmeno. Con l’espressione “media delle operazioni” si intende il numero di entrate a mercato che un sistema produce. Ogni sistema ha un suo metodo per definire le entrate, per rintracciare questo o quel segnale, e per giudicarlo come degno di una entrata a mercato.

Ora, un sistema di trading non deve assolutamente entrare spesso, in quanto ciò causerebbe un aumento dei rischi. Tuttavia, non deve nemmeno entrare poco. Se lo facesse, il sistema smetterebbe semplicemente di essere profittevole, perché i guadagni sarebbero troppo radi. In questo caso, dunque, è bene optare per una situazione di equilibrio, per una media delle operazioni il più equilibrata possibile.

Il massimo ribasso giornaliero

Se siete appassionati di fumetti, conoscerete un vecchio adagio del Joker: “Basta una cattiva giornata per portare un uomo alla follia“. Ora, non è il caso di farsi prendere dal panico, ma in un certo senso il detto può valere anche per i trader: basta una pessima giornata, è sufficiente una solo trade in profonda perdita, per compromettere l’attività di trading.

Per questo motivo, è bene individuare per mezzo del backtesting anche il massimo ribasso giornaliero. Insomma, individuare la peggiore delle ipotesi. Per testare questo parametro occorre fare molta attenzione alla scelta dei dati storici, in quanto periodi relativamente calmi è raro che producano profonde perdite.

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Le domande da porsi dopo il backtesting

Questi parametri vanno “cercati” durante l’attività di backtesting, i risultati raccolti e interpretati. A fine simulazione, però, occorre comunque fare un punto più generale, una riflessione approfondita che non veda come protagonista solo ed esclusivamente i numeri. Insomma, occorre rispondere a delle domande. E non a domande qualunque, bensì a quelle che qualificano un trading system come sicuro e potenzialmente profittevole. Ecco quali.

I risultati sono frutto di una coincidenza? Una domanda che è in realtà un dubbio. Nel peggiore dei casi, un terribile presentimento. Ovvero il presentimento che in realtà i risultati ottenuti in fase di backtesting siano frutto della fortuna. Se avete questo dubbio, se guardando alle performance notate una certa casualità, non avete altra scelta che ripetere la simulazione, magari cambiando i dati storici.

Il sistema sopravviverebbe a un crollo dei mercati? In questi primi mesi del 2020 abbiamo visto come il cigno nero non sia uno spauracchio, ma una possibilità. Crolli dei mercati, con cigno e senza cigno, ce ne sono sempre stati. A farne le spese, ovviamente, sono gli investitori meno preparati, meno protetti. Da qui la necessità di porsi questa domanda, e rispondendosi anche guardando al massimo ribasso giornaliero, nonché alla tenuta nel medio periodo.

Quanto velocemente il sistema stoppa le perdite? Questa è una domanda che palesemente riguarda l’ordinario, in quanto le perdite sono una evenienza frequente anche nel trading di tutti i giorni. Ecco che appare assolutamente necessario che un sistema di trading sia capace di produrre una uscita repentina quando il gioco si fa troppo duro, quando le speranze di guadagno, almeno per quello specifico trade, si riducono. In questo caso, a incidere sono le analisi dei metodi di money e risk management connessi al trading system.

Pregi e difetti del backtesting

Il backtesting è uno strumento utile? Certamente sì. E’ uno strumento perfetto? Purtroppo no. Anche il backtesting, come qualsiasi “tool” ha i suoi pregi e i suoi difetti.

Partiamo dai pregi.

  • E’ probante. Certo, traderete “nel passato” ma si tratterà pur sempre di mercato reale. I dati storici proiettano una condizione di mercato vera, quindi utile a raccogliere evidenze.
  • E’ possibile testare la strategia in un’ampia gamma di condizioni. Ovviamente dipende dall’offerta del provider di dati storici o del broker (se offre questo servizio), ma non c’è dubbio che il trader abbia comunque una bella scelta. Tutto ciò gli permette di testare nella buona e nella cattiva sorte, quando il mare è piatto e quando è in burrasca.
  • Permette di individuare gli errori in tempo reale e di aggiustare il tiro. Spesso i problemi si notano quando si passa dalla teoria e dalla pratica, sicché alcuni elementi prima nascosti emergono proprio in fase di backtesting.

Per quanto riguarda i difetti, se ne segnalano due, di natura strutturale e quindi irrisolvibili.

  • Il trader potrebbe sapere come andrà a finire. Sapere cosa è accaduto, come si sviluppano i dati storici, può viziare il test in quanto incide sul comportamento in sede simulativa.
  • Non tiene conto del fattore emotivo. L’oggetto del test non è solo il sistema ma anche il trader rispetto a quel sistema. Ebbene, rischia di essere un test poco probante, dal momento che è viziato dall’assenza della componente emotiva: se non c’è rischio di perdere denaro, allora non c’è nemmeno stress.

L’alternativa al backtesting: il conto demo

Il backtesting non è l’unico strumento per testare una strategia. Certamente è il più complesso, il più ricco di evidenze. Ma ce n’è un altro, un po’ più semplice, alla portata di tutti, anche dei principianti: il conto demo.

Con questo termine si indica semplicemente un account simulativo che, all’apparenza, permette di fare trading sul mercato reale e presente, ma che in realtà si rivela essere una semplice simulazione. Il trader emette gli ordini ma questi non vengono eseguiti, anche perché il denaro è finto. E’ un modo per “provare come si sta sul mercato”, ma anche per familiarizzare con la piattaforma, il broker e in genere il mercato.

La sua finalità è consentire ai principianti di fare pratica, di ultimare il proprio percorso di formazione, fin lì giocoforza piuttosto teorico.

Tuttavia, può essere impiegato anche dagli esperti, che di fare pratica proprio non ne hanno bisogno, per testare strategie e trading system. D’altronde, si tratta di simulare una presenza sul mercato, e di farlo in tutta sicurezza, senza il rischio di perdere nemmeno un euro. Nel backtesting questo rischio era annullato dal semplice fatto che il mercato non era reale, bensì una “proiezione” di un periodo del passato.

Nel conto demo, il rischio è annullato dal fatto che gli ordini, molto banalmente, non vengono mai eseguiti. Ovviamente, a essere simulati sono i risultati di quegli ordini, dettaglio che ha una valenza sia per il principiante che vuole imparare il trading e quindi capire se è preparato o meno; sia per l’esperto che deve verificare l’efficacia di una strategia.

Il conto demo però ha un difetto, ed è pure grosso, se lo si considera come uno strumento a uso e consumo degli esperti. Propone sempre e solo il “presente”. Non si può porre la strategia e il sistema sotto stress, a meno ché lo stato attuale del mercato non versi di per sé in una situazione di straordinarietà. E’ come provare una vettura su una pista e una sola. Un po’ pochino, per raccogliere evidenze che valgano per presente, il futuro prossimo e quello remoto. L’alternativa è aspettare, utilizzare il conto demo in un arco di tempo esteso, ma è ovvio: la perdita di tempo sarebbe troppo gravosa.

Il backtesting, quindi, rimane comunque la migliore delle alternative, per quanto imperfetta. Se avete necessità di cambiare strategia o trading system, e ne avete una nuova tra le mani, praticate dunque il backtesting per verificare la sua efficacia.