Per chi lo osserva dall’esterno, magari da profano, il trading online è una sorta di mistero. A incutere un certo timore reverenziale, che nella maggior parte dei casi basta da solo a disincentivare l’accesso, sono in verità le oscillazioni del mercato: troppo profonde, inspiegabili. Se l’idea di vivere su delle perpetue montagne russe non genera sentimenti particolari nei trader esperti, nei principianti e negli osservatori esterni genera sentimenti di paura e di confusione.
Eppure, è tutto più comprensibile di quanto si possa immaginare. Per certi versi, addirittura prevedibile. Magari non nei tempi (e già questo basta per cogliere in fallo persino i più esperti) ma nei modi sì. Questo è vero perché, in fondo, il mercato segue alcuni modelli, e le oscillazioni vengono spiegate abbastanza da questi modelli. Nell’articolo che segue ne presentiamo uno molto efficace in quanto parecchio dettagliato. Per farlo, faremo riferimento a un interessante articolo di Gianluca Defendi di Class CNBC, pubblicato il 17 giugno 2020 su MilanoFinanza.
E’ un modello utile sempre e comunque perché non solo spiega come si comporta il mercato, ma aiuta anche a capire quale fase stia attraversando in questo momento. Una esigenza forte, quella di comprendere il presente, soprattutto in un periodo incerto come questo.
Ma andiamo con ordine. Come potete vedere dalla foto, il modello rappresenta una curva oscillante con un massimo e un minimo. La curva è divisa in segmenti, dove ciascun segmento rappresenta una fase. Può essere divisa in due enormi sezioni, una che punta al top di mercato e una che punta al bottom di mercato.
Verso il top di mercato
Il modello inizia da un punto arbitrario. Ovviamente, la curva va intesa come continua, infinita, ma Defendi ha impostato l’inizio in una fase del mercato “ottimista”, dunque di equilibrata crescita. In questa fase gli investitori sono fiduciosi che il mercato salga, dunque aprono posizioni long.
Dopodiché, una volta che gli investitori si accorgono che il trend positivo non accenna a diminuire, ecco emergere la fase dell’eccitazione, dove sempre più operatori entrano a mercato nella speranza di partecipare al banchetto dei rialzi. A questo punto, l’eccitazione si trasforma in esaltazione e l’esaltazione in euforia: i prezzi salgono e aumentano i volumi. Si giunge a una condizione di ipercomprato e si tocca un massimo.
Verso il bottom di mercato
Giunti a questo punto, le cose cominciano a cambiare. Lo fanno per due motivi. Uno, psicologico, cela una certa consapevolezza che “così non è possibile continuare”, che è tutto “troppo bello per essere vero”. L’altro, di natura tecnica, è dato dalla volontà di un numero sempre maggiore di investitori di passare all’incasso. Dunque, aumentano anche le posizioni short, le vendite.
Ecco, quindi, che il prezzo inizia a scendere. All’inizio vige una certa ansia, in quanto il futuro prossimo dell’asset appare incerto: si instaurerà un trend negativo? Quando i prezzi iniziano seriamente a scendere, si entra nella fase di negazione: molti investitori vogliono credere che i ribassi siano in realtà dei ritracciamenti, e che presto si tornerà a un trend ascendente.
Tuttavia, le speranze vengono disattese e il trend discendente si mostra in tutta la sua solidità. Emerge la fase del pessimismo, nel quale le posizioni short cominciano ad accelerare sempre di più. Poi, accade qualcosa, gli investitori iniziano ad avere paura, a temere per la durata dei ribassi e si scatena l’ipervenduto. E’ una specie di discesa verso gli inferi in cui si susseguono tensione paura e infine panico. Il risultato è un minimo, che può essere più o meno profondo, e che rivela una condizione di sconforto.
Il ritorno all’ottimismo
Come sempre in questi casi, una volta toccato il fondo, si risale. Anche perché in questa fase, con i prezzi molto bassi, gli investitori iniziano a comprare (semplicemente perché è conveniente). Le fasi successive sono all’insegna della diffidenza, ma ecco emergere la speranza, poi la fiducia e infine l’ottimismo, con una quota sempre maggiore di posizioni long rispetto a quelle short, con un aumento sempre più solido e costante dei prezzi.
Dunque, si torna alla fase che ha aperto il modello, e il ciclo continua.
Questo modello funziona sempre?
Questo è un modello interessante, che se non piega i motivi come minimo illustra le varie fasi, svincolando il trader dalla sgradevole sensazione di ignorare dove il mercato lo stia portando. Le cause, però, sono comunque un misto tra psicologia e tecnica: i prezzi scendono perché gli investitori iniziano a vendere, e iniziano a vendere sia per passare all’incasso sia perché timorosi per il futuro.
C’è da chiedersi se questo modello funzioni sempre e comunque. In realtà, essendo un modello, dunque un’astrazione, potrebbe non risultare sempre aderente alla vita reale. Tuttavia, è abbastanza fedele a quanto accade in continuazione nel mercato.
Soprattutto, spiega i movimenti sia nel medio che nel breve periodo. Se si applica uno sguardo d’insieme con un’orizzonte di tre o quattro anno e un timeframe ampio, il modello funziona abbastanza bene. Ma funziona bene anche per spiegare i massimi e i minimi repentini, i rapidi crolli di borsa e i relativi recuperi. Un esempio è dato proprio da questo periodo, che ha visto minimi clamorosi e recuperi importanti, all’apparenza ingiustificati visto l’emergenza sanitaria in corso, ma spiegati molto bene dal modello.
Un consiglio per gli investitori
Come può un investitore attivo nel trading online sfruttare questo modello a suo vantaggio? Principalmente, utilizzandolo come supporto psicologico. Il modello infatti conforta chi fa trading online perché anche nell’ora più buia prospetta una ripresa. Allo stesso modo, gli mette le briglie, invita all’equilibrio quando le cose sembrano andare troppo bene.
Il consiglio, dunque, è di utilizzare il modello per capire in quale fase il mercato si trovi, sia in una prospettiva di osservazione “larga”, che abbraccia un paio d’anni, sia in una prospettiva di osservazione “ristretta”, che prenda in considerazione le reazioni a un evento avverso. Insomma, il modello è un po’ un orientamento, una mappa per muoversi in un terreno che altrimenti risulterebbe ignoto e carico di insidie, più di quanto non lo sia naturalmente, per la sua stessa struttura.