Gli aspiranti trader sono chiamati ad affrontare molte difficoltà. D’altronde, le barriere all’entrata sono molto alte, e non si limitano alla questione economica (anzi, questa è spesso bassa, dal momento che esistono depositi minimi iniziali di poche centinaia di euro).
Tra i tanti ostacoli che si frappongono sul loro cammino, spiccano i pregiudizi. Non i pregiudizi che il mondo esterno può nutrire nei loro confronti, bensì i pregiudizi che loro stessi nutrono nei confronti del trading. Esatto, il complesso insieme di credenze circa il trading che si sono formati prima di gettarsi nella mischia può rivelarsi davvero limitante.
Tra tutti i pregiudizi, uno in particolare è in grado di cagionare conseguenze davvero negative. Ne parliamo in questo articolo.
Una problema di immagine
La questione ruota attorno all’immagine che il trading ha al di fuori del contesto di mercato. Ovvero, a quanto percepiscono e interpretano i profani della materia. Un’immagine che, è bene dirlo, spesso non corrisponde alla realtà. Ancora oggi permangono tanti pregiudizi sul trading. Non necessariamente negativi, sia chiaro. Anzi, alcuni sono positivi… Ma ugualmente dannosi.
Ora, questi pregiudizi “affliggono” anche gli aspiranti trader. D’altronde, prima di interessarsi all’investimento speculativo, tutti si abbeverano presso l’immaginario collettivo che caratterizza il senso comune.
Non è facile scrollarsi di dosso questi pregiudizi, anche perché in genere evolvono, e diventano convinzioni consolidate. Ecco che, per molti, l’unica occasione di mondare le proprie percezioni e le proprie opinioni da falsità e fraintendimenti è proprio l’entrata in scena nel mercato. Il ché, come appare evidente, aumenta il rischio di pagare sulla propria pelle la consapevolezza su cosa sia realmente il trading.
Un pregiudizio che compromette le speranze di successo
Ma di quale pregiudizio stiamo parlando in particolare? Ebbene, come già accennato si tratta di un pregiudizio positivo, che mette in buona luce il trading e, anzi, spinge molti profani a tentare la strada dell’investimento speculativo.
Nello specifico, stiamo riferendoci al pregiudizio secondo la quale il trading online è alla portata di tutti e a qualsiasi condizione. Insomma, che sia relativamente semplice iniziare a investire e guadagnare.
Sia chiaro, da un certo punto di vista lo è. In primis, perché le barriere economiche sono state azzerate. Al giorno d’oggi bastano poche centinaia di euro per iniziare a fare trading. Secondariamente, perché i software sono diventati molto più semplici da padroneggiare. Il merito, a tal proposito, è soprattutto dei Broker, che negli ultimi anni hanno semplificato le interfacce.
La questione è un’altra. Chi crede a questo pregiudizio, chi fa sua questa (falsa) convinzione, è dell’idea che sia sufficiente imparare qualche regoletta, mandare a memoria una basilare strategia di trading per replicare i guadagni dei più esperti.
A propagandare questa idea sono alcuni broker con del pelo sullo stomaco, che hanno tutto l’interesse a “pompare” l’accessibilità del trading. Lo scopo è, ovviamente, quello di aumentare le iscrizioni, di spingere sempre più persone a gettarsi nella mischia.
Si tratta di una minoranza, sia chiaro. La maggioranza dei broker tiene ai suoi utenti, e cercare di abbattere i tassi di abbandono. Anche perché la conseguenza naturale di chi è preda di questo pregiudizio è proprio l’abbandono definitivo di qualsiasi velleità di investimento: si inizia con l’entusiasmo a mille, ci si scotta, si abbandona il campo con la volontà di non ritornare mai più. Spesso a contare è la prima impressione, e la prima impressione di questa categoria di aspiranti trader è quasi sempre drammatica.
Cosa fare
Esiste una soluzione? C’è un modo per evitare di essere preda di questo pregiudizio? In realtà, è meno semplice di quanto si pensa, anche perché molti rischiano di agire dopo aver interiorizzato, magari a un livello profondo, la convinzione che il trading online sia un’attività tutto sommato semplice. Buona parte degli aspiranti trader ha una drammatica tendenza a sottovalutare le difficoltà del mercato, salvo poi sperimentare sulla propria pelle che la strada è impervia.
Sia chiaro, tutti possono diventare trader profittevoli. A patto, però, di profondere impegno ed energie mentali, intellettuali, psicologiche.
E’ proprio questa la chiave di volta per sconfiggere il pregiudizio: diventare consapevoli di questo impegno prima di far il proprio esordio nel mercato, prima di attivare un account. Ovvero, durante il proprio percorso di formazione, se non prima.
Ovviamente, il percorso di formazione deve rispondere a determinati requisiti. In particolare, deve essere lungo il giusto. Alcuni possono saltare determinati passaggi, se hanno un background di studi legato in qualche modo all’economia, alla finanza e agli investimenti.
Il percorso di formazione, poi, deve essere completo e specializzato allo stesso tempo. Il trader deve essere in grado di comprendere il mercato nella sua totalità, ma presto o tardi deve scegliere un sentiero, una strada che lo porta ad approfondire quel segmento di mercato e quell’asset.
Ora, il rischio è che si studi da autodidatta, che non è esattamente la più saggia dell’idea, quando l’oggetto dello studio è una realtà così complessa come il trading. Il consiglio, dunque, è di scegliere un mentore e farvi affidamento. Tra l’altro, il mentore, se ben intenzionato, cercherà prima di tutto da mondare la mente dai pregiudizi, eliminando il problema alla radice.
Come individuare un mentore? Beh, il consiglio è di guardare nella community di trader almeno mediamente affermati. Il mentore deve essere un trader fatto e finito ovviamente, che ha riscosso un certo successo. Tuttavia, deve avere anche velleità di formatore. D’altronde, il suo compito è quello: insegnare e trasferire le sue conoscenze.
Infine, un altro consiglio: fare pratica. Non sul mercato vero e proprio, che esporrebbe a rischi importanti l’aspirante trader ancora “immaturo”. Bensì negli account demo, che fungono da simulazione iperrealistica. Proprio gli account demo sono ottimi strumenti per fare conoscenza con i lati più oscuri del mercato.