Parliamo ancora una volta di coronavirus. A quanto pare, sarà un argomento molto frequentate da qui alle prossime settimane. Nell’attesa di accantonare l’argomento una volta per tutte, ci preme offrire qualche delucidazioni ai risparmiatori e agli investitori, da un lato allarmati – se non terrorizzati – dall’emergenza sanitaria, dall’altro preoccupati dall’andamento delle borse, che stanno registrando performance pessime.
L’impatto economico del coronavirus è innegabile. Il futuro è semplicemente imprevedibile, ora più che mai. Eppure i risparmiatori possono sopravvivere agilmente a questa crisi, anche da un punto di vista prettamente finanziario. L’importante è sapere come muoversi, quali provvedimenti adottare, conoscere quali settori probabilmente soffriranno di più per l’attuale emergenza sanitaria, a livello locale e mondiale.
I settori messi in crisi dal coronavirus
La borsa, lo sanno anche i profani, non è un sistema chiuso, non un compartimento stagno. Anzi, si nutre di quanto accade al di fuori, dal punto di vista economico e non. Da qui la necessità di capire quali titoli azionari rischiano di entrare seriamente in sofferenza. Ribadiamo, è impossibile prevedere con certezza quello che accadrà.
Tuttavia, è probabile che alcuni settori soffriranno più di altri. Per esempio, le compagnie aeree, dal momento che in caso di pandemia la gente sarà meno propensa a viaggiare, al netto delle eventuali restrizioni promosse dai singoli governi nazionale. Allo stesso momento, tutti i settori che si basano sulle attività di aggregazione potrebbero entrare in sofferenza, come la ristorazione. In genere, se la potrebbero passare male tutte le aziende del settore turistico.
Di contro, potrebbero subire un’impennata le quotazioni delle aziende farmaceutiche, impegnate attualmente a creare un vaccino contro il coronavirus. Allo stesso modo, anche le aziende ospedaliere private potrebbero essere coinvolte in un trend ascendente, magari a causa della saturazione della sanità pubblica.
La situazione, sia chiaro, è ancora tutta in divenire. Dunque, si tratta solo di supposizione, comunque corroborate da quanto si è visto fino a questo momento in Cina, che da questo punto di vista appare quasi come un laboratorio per misurare, su scala mondiali, gli effetti della crisi sanitaria.
Cosa può fare il piccolo risparmiatore
Fidarsi. A livello personale, delle istituzioni e della comunità scientifica. A livello finanziario, dei consulenti. Sicuramente ne sanno più di lui, anche su come affrontare una emergenza come questa.
In generale, il consiglio è di diversificare e pensare nel lungo periodo. Diversificare, in questo caso come negli altri, vuol dire sempre diminuire l’esposizione al rischio. Anche perché, come abbiamo visto, il coronavirus si abbatterà sui mercati e sul tessuto produttivo con diversi gradi di pericolosità.
Pensare al lungo periodo, poiché questa emergenza prima o poi passerà, come sono passate tutte le epidemia, anche quelle peggiori, e allora tutto si riassorbirà con il tempo, con i movimenti di prezzo determinati non già da una crisi, dal panico, dall’irrazionalità o semplicemente da fattori poco gestibili, ma semplicemente dalle normali dinamiche economiche.
Insomma, anche il piccolo risparmiatore può difendersi, e può farlo con le frecce che da sempre giacciono sul suo arco: diversificazione e lungo periodo.