Il Bitcoin per certi versi è ancora un oggetto misterioso. Nonostante sia sul mercato ormai da più di una decina d’anni, le dinamiche che lo muovono e le vicende in cui nel bene e nel male si trova coinvolto sono spesso difficilmente interpretabili, o per meglio dire si prestano alle interpretazioni più disparate.
Ciò dà adito a numerose correnti di pensiero, a prese di posizione anche radicalmente diverse tra di loro, persino quando sono espresse all’interno di uno stesso contesto o community di analisti/ investitori. Non si tratta di tirare conclusioni a caso e sperare che una di queste si riveli esatta. Molto banalmente, il Bitcoin è un asset complesso, che offre evidenze spesso parziali e che si prestano contemporaneamente a un approccio ottimista e pessimista.
Queste dinamiche sono evidenti se si fa il punto su quanto accaduto negli ultimi mesi, magari in un prospettiva di predizione di quanto possa accadere nei mesi a venire e nell’arco del 2021.
In buona sostanza, nonostante i movimenti del Bitcoin siano sotto gli occhi di tutti, gli analisti si dividono ancora oggi tra ottimisti e pessimisti.
In quest’articolo trattiamo soprattutto la campana degli ottimisti, di chi crede il Bitcoin sia destinato nel breve e nel medio periodo ad aumentare il suo prezzo, magari fino a raggiungere i livelli di qualche anno fa. Daremo comunque un po’ di spazio anche a chi non la pensa in questo modo e, anzi, prevede nubi in arrivo per la crypto più famosa di tutte.
Il 2020 del Bitcoin
Prima di dare spazio all’una e all’altra campana è bene fare il punto di quanto accaduto fino a questo momento. Anche perché non stiamo parlando di una fase fisiologica del mercato, bensì di movimenti pesantemente influenzati da quanto accaduto al di fuori degli scambi. il riferimento ovviamente è all’emergenza sanitaria alle conseguenze economiche della stessa.
Interrogarsi sul 2020 del Bitcoin vuol dire chiedersi come la criptovaluta ha reagito a queste violente sollecitazioni. Ebbene, ha reagito in modo sorprendente.
Si pensava che l’emergenza sanitaria ed economica desse il colpo di grazia a una criptovaluta comunque in difficoltà da qualche tempo (tra alti e bassi), che facesse esplodere tutte le contraddizioni di un asset strano, che rendesse finalmente palese la sua natura di bolla finanziaria.
Ebbene, tutto ciò non è accaduto, anzi. Ovviamente il bitcoin non si è comportato come una roccia di fronte alle onde del mare, anche la più famosa criptovaluta del mondo ha subito l’impatto dell’emergenza sanitaria e della crisi economica improvvisa. Tuttavia è riuscita a rimettersi in carreggiata molto presto, in fretta e meglio di tanti altri asset.
In buona sostanza, si è comportata come un normale ma comunque resiliente titolo azionario. Quando anche gli investitori hanno realizzato che la pandemia non era un fenomeno riservato a pochi paesi bensì un evento dalla portata mondiale ed epocale, il Bitcoin è andato incontro a una forte svalutazione un po’ come la maggior parte degli asset azionari, obbligazionari, valutari etc.
Tuttavia, quasi subito ha ripreso il cammino ascendente e ha recuperato quanto perduto nelle poche sessioni di Panic Selling che l’hanno coinvolta. In breve, già nei primi giorni di maggio aveva raggiunto il livello dei primi giorni di marzo.
A questa ripresa è seguita una fase laterale, che è durata per tutto il mese di maggio, giugno e luglio. Proprio questo il punto di partenza per le opinioni di alcuni analisti, di cui daremo contezza nei paragrafi successivi.
Brian Krogsgard e la questione del dollaro
Brian Krogsgard, famoso analista Bitcoin e noto su Twitter come Ledger Status, la chiave per comprendere i futuri movimenti della criptovaluta vanno ricercati nel rapporto con il dollaro e con l’oro. Da questo punto di vista, il Bitcoin si fregia di importanti correlazioni. Nello specifico, è correlato positivamente con l’oro e negativamente con il dollaro.
Ora, ci sono ampie probabilità che il dollaro vada incontro a una svalutazione, anche perché la Fed sta utilizzando tutte le cartucce a sua disposizione in termini di politica monetaria. Senza considerare la drammatica crisi economica che gli USA stanno vivendo, e una ripresa che si annuncia già oggi incerta e difficile.
Parallelamente, in questa seconda metà del 2020 l’oro sta galoppando. Alla luce di ciò, non è illecito pensare a un Bitcoin in forte ascesa, soprattutto se si sposta lo sguardo all’anno prossimo.
Josh Olszewicz e la questione UE
Josh Olszewicz è un analista di Bitcoin molto famoso, anch’egli attivo su Twitter (con il nome di CarpeNoctom). L’analista pone l’accento sia sul dollaro che sull’ora, ma anche su quanto sta accadendo in Europa. Il suo ragionamento è il seguente: tutte le banche centrali e tutti i governi stanno cercando disperatamente di immettere liquidità nel sistema. Ciò significa una cosa: che le valute, soprattutto quelle più importanti, potrebbero andare incontro a una svalutazione.
In genere ciò causa una crescita dei beni rifugio, come in effetti è l’oro. Tuttavia, anche il Bitcoin rischia di essere percepito come tale. Da qui, le probabilità piuttosto elevate che la criptovaluta possa andare incontro a un forte apprezzamento nel 2021.
Josh, inoltre, sottolinea un fatto psicologico. Quella dei 10.000 dollari è una soglia psicologica, dunque è sufficiente superarla stabilmente per aumentare le probabilità di un ulteriore rivalutazione. E Bitcoin è incredibilmente vicino a porsi stabilmente sopra di 10.000 dollari…
Spazio ai pessimisti
Fin qui, le opinioni degli ottimisti, ovvero di chi crede che il Bitcoin sia destinato a un periodo all’insegna dell’aumento delle quotazioni. Secondo gli analisti cui abbiamo dato voce nei paragrafi precedenti, il 2021 del Bitcoin potrebbe essere veramente molto roseo, e segnare una sorta di rinascimento per la più famosa criptovaluta del mondo, sulla scorta di quanto accaduto nel ormai leggendario 2017.
Eppure c’è chi non la pensa così. Alcuni credono che, di contro, il Bitcoin possa andare incontro a un trend discendente, se non addirittura un vero e proprio crollo. Quali sono gli elementi a favore di questa tesi? Ebbene, ce ne sono almeno due.
In primo luogo, potrebbe non essere tutto oro quello che luccica. La tenuta del Bitcoin potrebbe essere un semplice errore di prospettiva, un fenomeno artificiosamente generato dal recente halving, che come previsto ha dimezzato l’offerta valutaria. Ora, gli halving generano sempre, o almeno l’hanno fatto negli anni passati, un aumento più o meno vertiginoso delle quotazioni. Ma se è vero che il bitcoin è rimasto stabile allora vuol dire che l’effetto ascendente dell’halving è stato interamente consumato dall’effetto discendente della crisi economica e sanitaria. Senza halving, quindi, il Bitcoin sarebbe andato incontro a una cocente svalutazione. Dunque mancherebbero le basi per manifestare tutto questo ottimismo circa il 2021.
Il secondo elemento è di natura sia statistica che storica. Se è vero che il Bitcoin sta attraversando una fase laterale, allora è sufficiente andare a guardare cosa è accaduto dopo gli episodi di lateralità continuata del Bitcoin. Anche perché l’evento è piuttosto raro, visto che stiamo parlando di una valuta estremamente volatile. Ebbene, le ultime due volte in cui il Bitcoin si è prodotto in una fase laterale più o meno accentuata e più o meno costante nel tempo, tali movimenti si sono risolti in una fortissima svalutazione. Dunque, perché ora dovrebbe essere diverso?
Ovviamente, siamo di fronte a semplici opinioni, riflessioni e interpretazioni tutto sommato soggettive (ma tutt’altro che arbitrarie). Dunque, le tesi degli ottimisti quanto quelle dei pessimisti vanno prese per quello che sono, con le pinze.