Bitcoin è sinonimo di criptovalute… Ma solo nell’immaginario collettivo, nella testa dei non addetti ai lavori o di chi guarda a questo mercato da lontano, e non va oltre i confini dello spettatore. In realtà, sono le altcoin la vera ricchezza del mondo crypto. Oltre i Bitcoin, infatti, c’è una marea di criptovalute piccole e grandi, buona parte delle quali valorizzate da una identità precisa, che possono determinare ingenti occasioni di guadagno. Ovviamente, rispetto al Bitcoin, ma anche ai già più famosi Ethereum e Litecoin, le altcoin disegnano un mondo parzialmente ignoto, la cui copertura mediatica non è ancora sufficiente, e nemmeno quella analitica. Sicché, fare trading con le altcoin, per quanto potenzialmente profittevole, può essere parecchio difficile.
In questo articolo parleremo proprio del trading con le altcoin, specificando le differenze che le separano dal Bitcoin, offrendo qualche consiglio generale e, infine, analizzando tre strategie potenzialmente efficaci, dunque da prendere seriamente in considerazione.
Cosa sono veramente le Altcoin
Altcoin non è nient’altro che la crasi (unione di due parole) dell’espressione “alternative coin”. In estrea sintesi, con questo termine si indicano tutte le criptovalute che non sono Bitcoin. In realtà, il termine sta negli ultimi termini slittando di significato, andando a includere tutte le criptovalute a esclusione di quelle famose, e non solo del Bitcoin. Stando a questa nuova definizione, che però è tutt’altro che unanimemente condivisa, dalla categoria altcoin non farebbero parte nemmeno i già popolari Ethereum, Litecoin, Ripple etc.
In questo articolo, ci riferiremo alle altcoin secondo quest’ultima definizione. L’obiettivo, infatti, è fornire qualche strumento per fare trading con la parte più profonda del mondo crypto.
Quali sono i tratti distintivi delle altcoin? Generalizzare è pericoloso, non lo si può negare, anche perché il mondo delle criptovalute è in continuo fermento, e ben lontano dall’acquisire una sua forma definitiva. Tuttavia, individuare alcuni comuni denominatori è essenziale per disegnare un gruppo di strategie potenzialmente efficaci.
Hanno una capitalizzazione più bassa. Che il senso comune consideri criptovalute e Bitcoin come sinonimo, è foriero di conseguenze. Il prodotto di questa associazione è il predominio del Bitcoin, il quale determina a sua volta forti squilibri in caso di capitalizzazione. Insomma, le altcoin, almeno rispetto al Bitcoin (ma anche alle altre criptovalute famose) sono sotto-capitalizzate.
Alcune dipendono dal Bitcoin. Il Bitcoin, è inutile specificarlo, ha una funzione di traino. Per alcune, il vincolo è davvero forte, sicché tendono a seguire pedissequamente i percorsi della famosa criptovaluta. Se ciò da un lato aumenta la leggibilità delle altcoin, dall’altro limite le occasioni di guadagno, appiattendole a quelle del benchmark.
Si basano su una idea disruptive. Il mondo delle criptovalute è già saturo. Sulla scorta del successo del Bitcoin, infatti, sono emerse tantissime nuove valute virtuali. Questa saturazione ha però determinato la necessità, per le new entry, di distinguersi dalla massa. In genere, le nuove crypto più interessanti hanno alla base una idea particolare, partono da un bisogno specifico. Nella maggior parte dei casi, sono ancorata a una qualche attività reale: dalla messaggistica ai trasferimenti internazionali di denaro, fino ad arrivare… Al porno (il riferimento è Bunny Token).
Consigli generali per fare trading con le Altcoin
Prima di lanciarci nella descrizione di strategie specifiche, è bene fornire qualche consiglio di massima per fare trading con le altcoin, buona parte dei quali finalizzata a evitare alcuni errori endemici.
Studiare i White Paper. Il documento che descrive per filo e per segno il passato, il presente e il futuro della valuta (o almeno dovrebbe farlo) deve essere la bibbia del trader. Prima di lanciarsi nell’acquisto di un altcoin, specie se di nicchia, quindi, informatevi.
Non preferire valute troppo sotto-capitalizzate. Ok, la sotto-capitalizzazione può determinare alcune opportunità di guadagno, derivanti soprattutto dalla volatilità. Tuttavia, se la capitalizzazione è veramente minima, rischiate di non riuscire a piazzare gli ordini (non esistono market maker nel mondo crypto) o comunque di soffrire di una imprevedibilità tale da inficiare qualsiasi lavoro di analisi.
Scegliere con cura gli Exchange. Prima di tutto, valutate se rinunciare agli Exchange, e andare piuttosto di CFD con i broker tradizionali. La scelta dipende dalla visione che avete del trading, se a breve o a medio-lungo termine, e non solo dalla questione della sicurezza. In linea di massima, comunque, i CFD sono più sicuri degli Exchange. Dunque, se avete optato per questi ultimi, informatevi sull’Exchange al quale state aderendo. Insomma, fate una approfondita cernita.
Pensare come se si stesse tradando con le fiat. Il trading è sempre trading, anche se si mezzo c’è un asset che, in fondo, è ancora una incognita. Ad ogni modo, prendete tutte le precauzioni che prendereste nel Forex, se l’Exchange o il broker ve lo consentono. Il primo riferimento è agli stop loss.
Guardare al Bitcoin. Alla fine, il benchmark è e rimane lui, a prescindere da quanto di nicchia o ben capitalizzata possa essere una altcoin. Circoscritto o esteso, l’impatto del Bitcoin è una costante anche per le criptovalute minori (e alternative).
3 Strategie per fare trading con le Altcoin
Ora che abbiamo disegnato un quadro abbastanza approfondito del mondo altcoin, con tanto di consigli generali, possiamo presentare tre interessanti approcci strategici.
Investimento nella fase ICO. Ovviamente, bisogna saperle selezionare, le ICO (e il pensiero va al già citato White Paper). Il motivo per cui investire direttamente nella fase ICO può rappresentare una fonte di guadagni consiste nel fatto che i progetti migliori, una volta che fanno il loro esordio nel mercato e il prezzo diventa suscettibile agli scambi, aumentano a dismisura il loro valore. Ecco, quindi, che ci si ritrova in portafoglio una criptovaluta acquistata a una determinata cifra e vendibile a una cifra molto superiore. Tuttavia, è naturale: occorre battere il ferro finché è caldo, quindi vendere non appena si raggiunge il picco. Questa strategia, che è di medio periodo, si base sul concetto stesso di carpe diem.
Acquisto nella fase immediatamente successiva alla ICO. Se credete che investire nelle ICO sia troppo rischioso poiché, in effetti, nulla si conosce della criptovaluta se non quello che c’è scritto nel White Paper, potete attendere. Anche perché sono poche le new entry che al loro esordio fanno il botto. Anzi, un calo è fisiologico, nelle prime fasi di commercio reale, se non altro perché chi ha pre-acquistato cerca in molti casi di monetizzare, vendendo la criptovaluta neonata. Ebbene, l’idea è di inserirsi in questo calo di prezzo, e attendere che la ruota inizi a girare in senso rialzista.
La strategia del lungo periodo. Questa è senz’altro la strategia più difficile da adottare, anche perché presuppone da un lato pazienza e dall’altro il possesso di competenze analitiche non indifferente. L’idea che sta alla base di questa strategia consiste nell’individuare un pattern comportamentale della criptovalute, ossia riuscire a individuare ampiezza e sostanza del suo ciclo, se esiste. Per scoprirlo occorre agire di analisi tecnica. Esatto, si può, anzi si deve fare analisi tecnica anche sulle criptovalute, e persino sulle altcoin. Il consiglio è di utilizzare indicatori da un lato semplici da interpretare ma dall’altro capaci di individuare le tendenze di lungo periodo. Un ottimo strumento, in questo senso, è senz’altro il MACD, specie se accompagnato (a mo’ di prova del nove) dall’RSI. D’altronde l’accoppiata MACD e RSI rappresenta una opportunità diffusamente esplorata dai trader del Forex. Dunque, questo è un approccio ben collaudato, del quale ci si può fidare.