Come si comporterà il Bitcoin nel 2022? Quali saranno le sue performance? Fornire stime è sempre difficile, a prescindere dall’asset. Se poi l’oggetto del contendere è il Bitcoin, criptovaluta che ha fatto dell’imprevedibilità la sua cifra più evidente, il discorso si complica ulteriormente. Tuttavia, qualcosa bolle in pentola.

Alcuni elementi stanno emergendo con forza, specifici eventi tali da impattare sulle quotazioni del Bitcoin sono in procinto di verificarsi. Insomma, c’è materiale sufficiente per approntare come minimo una riflessione, e pensare a un paio di scenari. Lo faremo nell’articolo che segue.

Una chiusura d’anno molto problematica

Prima di ragionare sulle prestazioni del Bitcoin nel 2022 è bene fare il punto sulle prestazioni del Bitcoin nel 2021. Che anno è stato? Un anno turbolento, non c’è dubbio, ricco di oscillazioni e pregno di volatilità. Tuttavia, un anno positivo. Bitcoin ha chiuso l’anno con un bel +50% (circa) sul 1° gennaio. Ha raggiunto picchi mai visti, come i 63.588 dollari del 13 aprile e i 67.682 dell’8 novembre.

Cos’ha spinto il Bitcoin così in alto? In primo luogo, l’halving ha sortito il suo effetto. Per inciso, l’halving è il taglio programmato e periodico della quantità di moneta ricavabile dall’attività di mining. Un modo per controllare l’offerta, seppur rozzamente.

In secondo luogo, ha inciso la pletora di progetti riguardanti le criptovalute e la blockchain che alcune autorità e istituzioni hanno paventato. Questi non coinvolgono il Bitcoin, ovviamente, ma hanno fatto sì che brillasse di luce non propria

Infine, le prospettive dell’inflazione, molto elevate negli Stati Uniti e in Europa, che hanno scatenato una prima corsa ai beni rifugio. Da questo punto di vista, il Bitcoin ricopre in un certo senso il ruolo di alternativa alle valute tradizionali.

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Un segnale allarmante, però, si è verificato proprio nell’ultima parte dell’anno, nel mese di dicembre. Proprio dopo il picco di novembre, ecco la discesa repentina.

Le difficoltà del 2022

Proprio da questa discesa è bene partire. Da cosa è causata? Non è dato saperlo, ma ci si può ragionare su. Per esempio, potrebbe essere causata da un peggioramento della pandemia, che ha inasprito le prospettive di intervento da parte degli stati. Prospettive che sono essenzialmente monetarie e quindi non necessariamente ben predisposte rispetto a chi, per definizione, può mettere i bastoni tra le ruote alle valute tradizionali.

Da questo punto di vista, il panorama non sembra volgere al bello, sebbene sia tutto avvolto nell’incertezza. Non è ancora chiaro se Omicron sia capace di fare davvero male, al di là dell’aumento straordinario dei contagi. Non è ancora chiaro se possa cagionare chiusure, con il consueto circolo vizioso che prevede recessione economica e politiche monetarie espansive.

Se ciò dovesse accadere, i policy maker potrebbero decidere che il Bitcoin, e in generale le criptovalute, rappresentano un elemento di disturbo per la messa a terra degli stimoli monetarie. Da qui a regolamentazioni più stringenti, spettro che si aggira ormai da qualche anno, il passo è breve. Un atteggiamento, questo, che potrebbe essere esacerbato dal vero elefante nella stanza, ovvero la crescita radicale dell’inflazione, e conseguente indebolimento delle valute.

Due scenari per il Bitcoin nel 2022

Questo è chiaramente lo scenario negativo: economia a picco, inflazione alle stelle, tentativo dei policy maker di difendere la stabilità monetaria, interventi volti a ridurre gli spazi di manovra per le criptovalute. 

Il Bitcoin non ha grandi market mover. Ha però dimostrato di saper iper-reagire di fronte a prospettive di regolamentazione. Spesso, anche una dichiarazione di un policy maker di secondo livello ha generato un brusco calo delle quotazioni. Se si dovesse giungere al varo di norme concrete, il Bitcoin potrebbe andare incontro a una svalutazione importante, quasi drammatica.

Su questo scenario si potrebbe poi innestare il rischio di esplosione della bolla finanziaria, spettro sempre agitato dai detrattori ma mai apparso realmente. Non che possa essere escluso a priori: d’altronde la crescita del Bitcoin in questo 2021 è apparsa sproporzionata a molti, se si considera che ha triplicato il massimo raggiunto nell’ormai mitico 2017. 

Ma c’è anche uno scenario positivo. Ovvero, quello secondo cui, a fronte di un clima economico non troppo problematico, i semi dell’evoluzione delle criptovalute e della blockchain danno i primi frutti.

E questi semi sono numerosi, e ben visibili già oggi. Il riferimento è allo sviluppo di Coinbase, la partecipazione crescente dei grandi circuiti bancari, i nascenti ETF sul Bitcoin, il generale interesse  per il concetto stesso di valuta crypto da parte delle istituzioni. 

Cosa possono fare gli investitori per mettersi al sicuro

In un contesto così caotico, come dovrebbero comportarsi i trader del Bitcoin? Il loro compito è quello di gestire l’incertezza, imperativo valido sempre e comunque, a prescindere dalle fasi, quando si parla di criptovalute. 

Un consiglio pratico, però, è il seguente: tenersi aggiornati più che mai alle notizie che provengono dal mondo esterni, dai contesti politici, economici, finanziari. L’anno si preannuncia turbolento e imprevedibile, e quindi i market mover “estemporanei”, che il Bitcoin ha sempre sofferto, potrebbero rivelarsi ancora più incisivi.