Raramente Bitcoin e Amazon sono state accostate, a prescindere dal luogo, dal contesto e dall’argomento della discussione. Fanno eccezioni alcuni rumor diffusi sul finire di luglio, che hanno spianato la strada ad alcune ipotesi “straordinarie”, a prospettive in grado di cambiare per sempre il volto delle criptovalute.
Peccato che i rumor si sono rivelati – almeno per ora – fallaci. Nei due momenti cardine di questa storia, ovvero la diffusione dei rumor e la loro successiva smentita, il Bitcoin ha “iper-reagito”. Una dinamica, questa, che offre la sponda per una riflessione circa alcune peculiari caratteristiche del Bitcoin, e di cui gli investitori dovrebbero essere pienamente consapevoli.
Bitcoin su Amazon? Sì, anzi… No
Esatto, i rumor parlavano delle criptovalute come futuro possibile mezzo di pagamento per gli acquisti su Amazon. L’ipotesi è stata caldeggiata da un sito specializzato, con un articolo del 26 luglio. La notizia è rimbalzata immediatamente e ha spinto in alto le quotazioni di Bitcoin e, a seguire, delle altre valute virtuali. D’altronde, stiamo parlando di un cambiamento epocale, che legittimerebbe le criptovalute non solo come strumento di investimento (quali in effetti sono) ma anche come mezzo di pagamento. Eventualità questa, a cui molti investitori guardano con speranza, mentre altri con terrore.
Nello specifico, l’articolo ha rivelato che Amazon fosse alla ricerca di una personalità in grado di curare da vicino lo sviluppo di una ipotetica strategia in tema di criptovalute e blockchain. Il popolo del web e una fetta consistente degli investitori ha interpretato questo rumor come l’anticamera dell’accettazione del Bitcoin quale mezzo di pagamento.
Non stupisce, dunque, che nelle ore immediatamente successive il Bitcoin si sia portato vicino ai 40.000 dollari, partendo da una quotazione di poco superiore ai 35mila.
Ovviamente, la notizia è stata smentita. Nello specifico, è stata smentita la possibilità che, almeno in un futuro prossimo, Amazon possa accettare Bitcoin come valuta. A mettere le cose in chiaro è stato un portavoce dell’azienda californiana, che ha dichiarato ai microfoni di FrancePress che la notizia è del tutto inventata. Quasi subito, il Bitcoin ha iniziato a perdere quota, certo in maniera non drammatica. Fatto sta che già pochi giorni dopo, ovvero il 3 agosto, aveva raggiunto i 38mila dollari.
Certo, dopo ha ricominciato a crescere, d’altronde il Bitcoin non ha mai lasciato a desiderare in quanto a fluttuazioni, ma questa è un’altra storia.
Una riflessione sulla suscettibilità di Bitcoin
Questa vicenda porge il fianco ad alcune riflessioni circa la suscettibilità del Bitcoin. Di certo, una reazione così esagerata alla notizia che forse, in un prossimo futuro Amazon possa accettare Bitcoin non è tipica di tutti gli asset. Allo stesso modo, colpisce la reazione alla smentita. Si parla di movimenti nell’ordine del 10% del valore di partenza. Performance, queste, che persino i titoli azionari più volatili fanno fatica a produrre.
Il primo punto che merita interesse riguarda il perché di queste reazioni, il motivo di questa suscettibilità. La risposta è semplice: il Bitcoin manca di market mover stabili. E’ tecnicamente una valuta, ma non ha alle spalle una banca centrale né un qualsiasi organismo che possa regolarne l’offerta. Non ha nemmeno una economia di riferimento, dal momento che non gode di corso legale in alcun paese del mondo.
Dunque, gli investitori sono di fatti costretti a riferirsi agli eventi extra-mercato ed estemporanei per orientarsi. Da qui, la dipendenza di fatto dalle notizie che in qualche modo possono portare a una maggiore legittimazione o, per converso, a un’azione di contrasto da parte degli organi ufficiali.
L’altro punto che merita attenzione, e che in un certo senso spinge a guardare questa suscettibilità sotto una luce diversa, è il seguente: il Bitcoin sta comunque cambiando. In un certo senso, sta diventando meno caotico, meno volatile, e con esso anche molte altre criptovalute. La reazione c’è stata, ed anche piuttosto forte, ma forse qualche anno fa, persino qualche mese fa sarebbe stata ancora più esagerata. Certo, la strada verso una stabilizzazione, o per meglio dire la presenza di un intervallo “umano” entro cui i prezzi possano muoversi, è lontana ma una evoluzione in tal senso è indubbia.