Tra il 20 e il 21 luglio 2021 il Bitcoin ha subito un calo non profondo ma comunque rilevante. Un calo che fa specie, dal momento che è inserito in un trend comunque moderatamente ribassista. 

All’origine di questo movimento vi è sicuramente una serie di novità che giungono dagli Stati Uniti, per ora solo ventilate ma già in grado di mettere in allarme gli investitori crypto. Il protagonista di queste novità è Janet Yellen, sottosegretario al Tesoro degli USA (ed ex governatrice della Federal Reserve).

Un’estate difficile per le criptovalute

Prima di analizzare quanto fatto da Janet Yellen è bene fornire qualche coordinata, ovvero descrivere questa delicata fase del Bitcoin. Contestualizzare è importante, dal momento che i movimenti del Bitcoin sono sempre stati “bizzarri”, ricchi di oscillazioni, e acquisiscono un significato preciso solo se considerati all’interno del contesto. 

Non è una bellissima estate per il Bitcoin in particolare e le criptovalute in generale. Come già anticipato, il Bitcoin è in discesa da metà maggio, da quando si sono intensificate le voci circa un ricorso alla regolamentazione da parte dei governi, se non addirittura una messa al bando. Sullo sfondo, alcune dichiarazioni perlomeno particolari di alcuni esponenti di rilievo del mondo dell’economia e della finanza, che hanno certamente confuso gli investitori.

Fatto sta che durante i primi di maggio Bitcoin sembrava poter recuperare smalto, e avvicinarsi al massimo  di sempre raggiunto qualche mese prima. Dopo, il calo, prima accentuato poi moderato. Attualmente, nella quarta settimana di luglio, il Bitcoin si trova poco sopra i 37mila dollari

L’intervento della Yellen ha mosso le acque tra il 20 e il 21 luglio. Nello specifico, ha svalutato il Bitcoin di un migliaio di dollari e l’ha portato in maniera repentina sotto i 30mila. Nelle ore successive la criptovaluta ha più o meno recuperato. Il movimento è importante, e in quanto tale e in quanto capace di dire molto sulla reattività del Bitcoin a certi eventi.

L’intervento della Yellen

Cos’ha fatto la Yellen di così importante? Innanzitutto, è bene specificare che la Yellen non è intervenuta direttamente sul Bitcoin, nemmeno a livello di dichiarazione. Si è occupata di altro, di asset correlati al Bitcoin.

Molto banalmente, ha convocato e presieduto una riunione per decidere dell’opportunità di fornire un quadro normativo alle stablecoin

Per inciso, le stablecoin sono valute digitali, un sottoinsieme delle criptovalute che si differenziano per un aspetto importante: sono per l’appunto “stabili”, non più volatili delle valute tradizionali. Il segreto delle stablecoin è l’ancoraggio o il riferimento stretto ad asset specifici e solidi

La Yellen ha ravvisato la necessità di normare le stablecoin in modo da introdurle nel consesso degli asset “nobili”, o almeno degni di interesse da parte degli investitori istituzionali. Il motivo è semplice: dal punto di vista tecnologico e funzionale, hanno un grande potenziale. Insomma, l’obiettivo è regolamentarle per poterne sfruttare le potenzialità.

Una notizia potenzialmente pessima per il Bitcoin, come per le altre criptovalute “tradizionali”. Le stablecoin, infatti, rappresentano i competitor più acerrimi per le crypto. In qualche modo, e dal punto di vista più funzionale che speculativo, ne rappresentano l’alternativa “normale”. 

La riunione indetta e presieduta dalla Yellen  si è dunque trasformata in un market mover negativo per il Bitcoin, che l’ha spinto al ribasso.

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Le prospettive per il futuro

Il calo non è stato pesante, men che meno che drammatico. Tuttavia, va preso in considerazione per la sua capacità di dire molto sul Bitcoin, e del modo con cui reagisce agli eventi. Come ben sapete, il Bitcoin non gode di market mover stabili. D’altronde, non è collegato a una economia particolare, non vi è alcuna istituzione dietro che possa regolarne l’offerta o compensarne gli squilibri. 

L’effetto Yellen, se così si può chiamare, dimostra come i market mover del Bitcoin siano gli eventi extra-mercato che in qualche modo lasciano presagire un cambio di assetto. In particolar modo, un cambio di assetto normativo.

Ciò spiana la strada ad altre riflessioni, ovvero al delicato equilibrio che il Bitcoin è chiamato a mantenere. Un equilibrio tra la volontà di molti investitori di preservare la totale indipendenza della criptovaluta e la necessità che essa acquisisca una certa stabilità, un certo riconoscimento anche a livello normativo.

Un equilibrio difficile da mantenere, e che spesso si risolve con movimenti di prezzo contraddittori, con cali e con recuperi repentini. La giornata del 20 luglio è lì a dimostrarlo.