Sono ormai lontani i tempi in cui il Bitcoin sembrava destinato a un’ascesa inarrestabile. Per la precisione, quei tempi risalgono a novembre 2021: il mondo stava per uscire dall’epidemia di coronavirus, i venti della guerra ancora non soffiavano in Europa, la crisi degli asset energetici sembrava gestibile. Insomma, un secolo fa.

Attualmente il Bitcoin è avvitato in una spirale ribassista che, al netto di ritracciamenti più o meno lunghi, dà l’impressione di poter durare ancora a lungo. È di questa opinione l’analista Philip Swift, le cui riflessioni sono state riportate di recente da Cointelegraph. Secondo l’esperto, ci sarebbero ben tre indizi a suggerire che il crollo del Bitcoin è tutt’altro che esaurito. Ne parliamo qui.

Bitcoin, un crollo inaspettato… O forse no

Prima di elencare i motivi che, secondo Philip Swift, giustificano i timori circa l’allungamento del periodo ribassista, è bene presentare qualche nota di contesto, aggiornata a fine giugno 2022.

Ebbene, il Bitcoin si trova in un pesante trend discendente, tale da insidiare la tenuta del supporto a 20mila dollari. Se si considera che a inizio novembre 2021 la criptovaluta aveva superato quota 65mila dollari, si può ben intuire la portata di questo trend, per gli investitori come per i semplici analisti. 

I motivi di questa discesa sono numerosi, benché avvolti dal consueto alone di incertezza. A influire è stata certamente la crisi degli energetici, che ha reso difficoltose le attività di mining. Ciò, anziché causare una pressione rialzista sui prezzi, ha messo in crisi gli investitori a causa della portata del fenomeno: si è innescato un processo inverso, ovvero un’ondata di vendite.

Ha influito certo il panorama internazionale, sia dal punto di vista geopolitico che economico. L’inflazione galoppa, la recessione è alle porte, il Bitcoin è solo uno dei tanti asset ad averne fatto le spese. Ciò, ovviamente, spiana la strada circa le velleità di alcuni appassionati, che vedevano nel Bitcoin un nuovo bene rifugio, tale da insidiare il primato dell’oro. 

3 motivi per cui la discesa del Bitcoin non si è ancora conclusa

Dunque, quali sono i segnali che suggerirebbero una continuazione, magari nel breve termine, del trend ribassista del Bitcoin? Al centro delle riflessioni di Philip Swift vi sono i cosiddetti HODLER, ovvero gli investitori che, nonostante tutto, continuano a mantenere posizioni rialziste sul Bitcoin. Il termine corretto sarebbe “holder”, ma la storpiatura grammaticale si è imposta quale alternativa gergale, e che caratterizza esclusivamente i trader delle criptovalute. 

Gli HODLER deboli sono ancora sul mercato

Storicamente, la discesa del Bitcoin è coincisa con il raggiungimento di specifici parametri riguardanti gli HOLDER a breve termine e gli HODLER a lungo termine, definiti rispettivamente “forti” e “deboli”. In buona sostanza, quando il rapporto tra HODLER forti e deboli è a favore di questi ultimi, i prezzi tendono a salire.

Ebbene, il rapporto per adesso è lungi dall’essere sbilanciato a favore degli HODLER deboli. Da qui, il timore che il Bitcoin rimanga invischiato nel trend discendente per un periodo di tempo più o meno lungo. 

Gli hodler perdenti sono ancora la minoranza

Un altro parametro significativo riguarda la quantità di HODLER perdenti. Certo, il Bitcoin è in forte svalutazione, ma molti investitori hanno acquistato il Bitcoin tempo fa, magari all’inizio dell’ultimo trend ascendente. In definitiva, non sono ancora in perdita. E finché non lo sono, ciò è chiaro, l’ipotesi di uscita dal mercato fa fatica a prevalere. 

Secondo le stime di Philip Swift, “solo” il 46% delle posizioni di acquisto è in perdita. Secondo l’esperto, una prima inversione di tendenza si potrebbe apprezzare quando i “perdenti” rappresenteranno il 60% del totale. A tal proposito, prende come riferimento i movimenti di marzo 2020, periodo in cui il Bitcoin ha raggiunto il minimo a 12 mesi.

I miner continuano a vendere

Infine, i miner. Sempre secondo Philip Swift, i miner devono ancora capitalizzare i Bitcoin accumulati in precedenza. Anzi, di recente hanno impresso un’accelerazione all’attività di vendita, come di recente ha sottolineato Max Krueger, altro esperto, solito a verificare i flussi di vendita e a monitorare l’attività dei miner. Infatti, ha parlato di “impressionanti afflussi di Bitcoin agli Exchange da parte dei miner”. 

Le prospettive per gli investitori

Le opinioni di Philip Swift sono autorevoli ma rappresentano ovviamente il suo punto di vista. La verità è che nessuno ha la sfera di cristallo, e d’altronde il Bitcoin ci ha abituato a impressionanti colpi di coda. Dunque, quale consiglio dare agli investitori? Senza addentrarci in previsioni e indicazioni operative, che rappresenterebbero un’arma a doppio taglio, l’unico consiglio utile è di monitorare la situazione con più attenzione del solito.

Il Bitcoin, infatti, ha dimostrato di essere suscettibile non solo alle dinamiche di mercato, ma anche a ciò che avviene al di fuori di esso, a partire dalle notizie economiche. Dunque, una buona analisi fondamentale potrebbe rappresentare un punto di partenza per difendersi in un periodo convulso come questo, a prescindere dalle stime circa la fine del periodo ribassista del Bitcoin. 

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