Le criptovalute sono ormai una realtà consolidata. Di più, sono una realtà in mutamento, la cui evoluzione rischia di sconvolgere per sempre il mondo della finanza e degli investimenti. Ne è passata di acqua sotto i ponti dalla prima “esplosione” di Bitcoin nell’ormai lontano 2017. Bitcoin, e con esso le criptovalute nel loro complesso, sono passate da paria del trading, da asset pericoloso e altamente speculativo, a elemento “dignitoso”, con cui anche le banche centrali – inizialmente snob – devono avere a che fare.
Vale dunque la pena fare il punto della situazione, e parlare dei cambiamenti che già oggi risultano evidenti, dell’impatto che il Bitcoin e il mondo crypto ha già esercitato sulla finanza e sugli investimenti. Lo faremo trattando tre ambiti distinti: il trading, il concetto di moneta, il concetto di bene rifugio.
L’impatto sugli investimenti speculativi
Le criptovalute nascono come alternative alle valute fiat ma si sono immediatamente imposte come asset altamente speculativo. Se il cammino verso la piena dimensione di valuta di scambio è ancora lungo, quello verso asset “riconosciuto come tale” si è concluso da un bel pezzo. Insomma, Bitcoin e compagnia bella sono una realtà consolidata del trading, dell’investimento speculativo.
L’impatto, da questo punto di vista, risulta evidente. Per la prima volta, il mercato ha dovuto gestire un asset allo stesso tempo speculativo e slegato da market mover concreti, tangibili e regolari. Anche i titoli azionari sono molto volatili, ma le loro performance sono riconducibili a quelle delle aziende emittenti e, più in generale, al contesto economico reale.
I Bitcoin sono invece apolidi, liberi, in qualche modo selvaggi. Sono creature del mercato, i cui destini sono decisi dalle dinamiche della domanda e dell’offerta. Tutto ciò, sia chiaro, al netto dell’impatto che comunque progetti esterni e dichiarazioni generano sulle quotazioni.
L’impatto sul concetto di moneta
Attualmente, il primato delle valute fiat non è in discussione, se si escludono alcuni esperimenti sporadici come il Petro venezuelano o l’adozione del Bitcoin come valuta legale in El Salvador. Tuttavia, il genio è uscito dalla lampada anche per quanto riguarda la questione delle monete legali, o per meglio dire il modo con cui vengono percepite.
Il Bitcoin e le altre criptovalute di pregio (su tutte Ethereum) hanno mostrato una prospettiva diversa, ancora in divenire ma a suo modo plausibile: un’alternativa ai classici dollari, euro, sterline dal carattere finito e deflattivo.
Già, perché a differenza delle valute fiat, le criptovalute (o almeno la maggior parte di esse) non hanno dietro una banca centrale, dunque i meccanismi di contenimento delle quotazioni sono affidate da un lato agli halving e dall’altro alla finitezza delle unità di valuta. I Bitcoin sono letteralmente contati, e primo a poi finiranno.
Per inciso, questo toglie potere agli organismo di controllo, e pone in essere uno scenario in cui il ruolo delle banche centrali è destinato a entrare in crisi. Un cambiamento non da poco, sebbene sia ostacolato da alcune problematiche che potrebbe rivelarsi strutturale.
Nessuna criptovaluta contiene in germe l’ingrediente che trasforma un asset qualsiasi in una valuta qualsiasi: la fiducia degli eventuali utilizzatori.
L’impatto sul concetto di bene rifugio
Infine, parliamo del concetto di bene rifugio. Prima del Bitcoin, l’oro – e in misura minore gli altri metalli – governava incontrastato. E’ sempre stato considerato l’unico bene rifugio in grado di resistere alle turbolenze del mercato, più del “mattone”, più di qualsiasi altro asset.
Il processo è lento, ma il Bitcoin sembra avere le carte in regola per scalfire questo primato. In certi ambienti, anzi, si è già imposto come bene rifugio, come rivale dell’oro. A rendere plausibile questa associazione, la tendenza del Bitcoin ad aumentare di prezzo ma anche la capacità di mantenersi entro un range. Per inciso, questa capacità si è manifestata nell’ultimo anno, ovvero da quando il Bitcoin ha abbandonato (forse a tempo determinato) le montagne russe che hanno caratterizzato ampi pezzi della sua storia.