L’halving del Bitcoin, come da programma, si è verificato il 20 aprile 2024. A partire da quella data, i miner riceveranno solo 3,124 Bitcoin per ogni attività di mining. Una restrizione che segue le dinamiche degli halving precedenti e che quindi non ha colto di sorpresa nessuno. Più incertezza, invece, c’era circa l’effetto sui prezzi. L’halving da questo punto di vista ha rispettato le attese? Scopriamolo.

Halving Bitcoin 2024, un contesto inedito

L’halving è il sistema ideato dagli sviluppatori di Bitcoin per sostenere i prezzi nel tempo. In buona sostanza, ogni quattro anni si dimezza la quantità di criptovaluta che si ottiene dalle quantità di mining e che quindi viene immessa nel mercato. Sul piano tecnico, ciò suggerisce un restringimento dell’offerta e uno sbilanciamento a sua favore (rispetto alla domanda). Questo fenomeno, per le leggi più basilari dell’economia, dovrebbe portare a un aumento del prezzo. Per l’appunto… Dovrebbe.

A confermare o smentire questa dinamica, nel mondo crypto come in qualsiasi altro ambito, vi sono molti fattori esterni. E’ il contesto che conta.

E quello del Bitcoin è molto particolare. Infatti, l’halving 2024 è giunto in un periodo di grandi sconvolgimenti per la criptovaluta più famosa del mondo.

Tanto per cominciare, il Bitcoin viene da un trend positivo all’apparenza solido e che dura ormai da un po’. Per la precisione, da inizio 2023. Certo, i ritracciamento sono stati ampi, come da tradizione per la crypto, ma tant’è: il BTCUSD è passato da 16.600 circa ai 65.000 del 19 aprile (giorno antecedente all’halving).

Ma c’è dell’altro. Il Bitcoin è oggetto di un cambiamento radicale della percezione. E’ cresciuto in reputazione, si è accreditato anche presso gli investitori più conservatori. Il motivo è semplice: a inizio anno, la SEC ha approvato i primi ETF spot. Ciò significa che è stato accolto nel consesso degli asset “degni”.

Alla luce di ciò, l’halving è apparso ai più come una sorta di booster, più che di sostegno. Dall’altro lato, e vista la solidità del trend, alcuni investitori potrebbero aver scontato gli effetti dell’halving. Se così fosse, tali effetti dovrebbero essere contenuti. Com’è andata veramente? Lo scopriamo nel prossimo paragrafo.

Le performance del Bitcoin

Per comprendere gli effetti dell’halving Bitcoin 2024 è utile analizzare le performance nei 30 giorni successivi. Ebbene, così facendo, si nota che la criptovaluta è passata dai 66.859 dollari del 22 aprile 2022 ai 71.432 dollari del 21 maggio. Si tratta di un aumento del 12% circa. Significativo in assoluto ma quasi “normale” per il Bitcoin. Anzi, si inserisce sul solco delle performance che, certo a fasi alterne, il Bitcoin ha compiuto in quest’anno e mezzo.

Di certo, e a giudicare delle prestazioni dell’ultimo mese, i timori dei pessimisti si sono rivelati infondati. Erano in molti a predire l’inizio di una fase laterale, vuoi per l’effettiva attività di “sconto” degli investitori vuoi per il superamento di vari punti di resistenza, come il massimo di sempre (che durava da quasi due anni).

Certo, a incidere sui grafici del BTCUSD, per una questione meramente tecnica, è anche il trend ribassista che il dollaro sta attraversando. Basti pensare che l’EURUSD è passato, nel medesimo lasso di tempo, da 1,65 a a 1,90 circa. A riprova di ciò, il grafico del BTCEUR, che segna un aumento molto meno marcato: la quotazione è passata da 62.756 a 65.266, concretizzando un aumento pari al 5%.

Cosa aspettarsi nel prossimo futuro

Vale la pena chiedersi, giunti a questo punto, cosa ne sarà del Bitcoin da qui al prossimo futuro. Ovviamente, nessuno possiede la palla di vetro e da sempre fare delle previsioni sul Bitcoin è molto difficile. Possiamo però elencare i fattori pro e i fattori contro un aumento ulteriore del valore della criptovaluta.

Tra gli elementi a favore vi è una raccolta di ETF che procede spedita, e che sembra tenere il passo con le aspettative degli investitori. Stesso discorso per gli eventi geopolitici, che creano incertezza e quindi spingono verso i beni rifugio, categoria a cui il Bitcoin, pur con qualche riserva, sembra appartenere.

Tra gli elementi a sfavore vi è una stabilizzazione delle politiche monetarie, che potrebbe rendere le valute più solide e quindi diminuire il senso di incertezza di cui sopra. Un altro fattore “contro” è l’effettiva rottura di resistenze tecniche e psicologiche cui il Bitcoin è andato incontro. Le potenzialità della criptovalute potrebbero non essere state esplorate del tutto e il rischio di una bolla sembra essere remoto. Tuttavia, questa crescita ha colto di sorpresa molti, e quindi potrebbe portare a un’ondata di vendite, nel tentativo di monetizzare il più possibile.