Facebook si prepara a irrompere nel mercato delle criptovalute (e non solo) con una sua valuta proprietaria: Libra. E’ una iniziativa che colpisce l’immaginario, anche perché è la prima volta che un colosso mondiale si cimenta nella creazione e nella gestione di una criptovaluta.
Il progetto è interessante, anche perché presenta degli elementi di originalità tali da incidere sui destini del mondo crypto. E’ anche un progetto che, prima ancora della sua messa a regime, sta alimentando svariate polemiche, anche presso il gota dei policy making monetario. Ne parliamo in questo articolo.
Cos’è Libra
Libra è la criptovaluta di Facebook. A dire il vero, è ancora in cantiere. I preparativi sono però quasi ultimati, la road map già tracciata, sicché è possibile parlarne al presente. Secondo le previsioni dello stesso management di Facebook, Libra vedrà ufficialmente la luce nel 2020, dunque si parla davvero di pochi mesi.
Ma cos’è veramente Libra? Come funziona? Ai meccanismi di funzionamento dedicheremo un capitolo più avanti. In questo ci limiteremo a segnalare alcune delle caratteristiche più importanti, che poi hanno determinato una crescita esponenziale di interesse attorno all’ambizioso progetto di Facebook.
Libra si preannuncia essere una criptovaluta diversa dalle altre. In primo luogo, perché promette stabilità e una quasi totale assenza di volatilità. Concetti, questi, per ora estranei al mondo cripto, abituato a oscillazioni di prezzo come non si sono mai viste.
Libra, almeno nei desiderata di Facebook ma anche a giudicare dai dettagli sulla sua struttura che sono trapelati, si configura inoltre come una moneta vera e propria, come un mezzo di pagamento, piuttosto che come uno strumento di investimento. Non è un dettaglio da poco, ma anzi disegna un cambio radicale del paradigma che ha contraddistinto fino a questo momento le valute virtuali.
Un’altra caratteristica particolare, niente affatto condivisa dalle criptovalute attualmente disponibili, è il supporto di grandi nomi e grandi firme. In primo luogo Facebook, ma anche molti altri colossi che giocheranno un ruolo non solo di supporto ma anche operativo.
Tra i tanti elementi che attirano l’attenzione, spicca la scelta del nome, che è tutt’altro che casuale. Libra vuol dire bilancia in latino. Libra vuole essere quindi la criptovaluta dell’equilibrio, un equilibrio che, almeno fino a questo momento, è mancato al mondo delle criptovalute. Libra ha però un altro significato, ovvero l’unità di misura del cosiddetto sistema imperiale britannico. E’ evidente il richiamo al concetto di criptovaluta come moneta, come unità di conto.
Gli obiettivi di Libra
Libra è un progetto ambizioso. Lo sarebbe in ogni caso. D’altronde, non è mai accaduto che un colosso mondiale entrasse a gamba tesa nel mondo delle criptovalute, anticipasse i tempi e proponesse una sua valuta virtuale proprietaria. L’ambizione però è evidente anche e soprattutto se si analizzato gli obiettivi, ufficiali e meno ufficiali, che Libra si propone. Il primo obiettivo presenta addirittura elementi rivoluzionari, e propone un cambio di paradigma simili a quelli riscontrati nel passaggio dal web classico al web 2.0.
In parole povere, il progetto Libra vuole trasformare le transazioni in un’attività semplice e rapida quanto la condivisione di foto, audio e messaggi. Nelle intenzioni di Facebook, trasferire denaro sarà agevole come comunicare con Whatsapp e Facebook. Da questo punto di vista, il progetto Libra punta a soppiantare persino Paypal (almeno nell’immaginario collettivo).
Un altro obiettivo ambizioso, non in sé stesso ma in relazione al contesto attuale, è rendere fin da subito Libra un mezzo di pagamento vero e proprio. Facebook vorrebbe che Libra venga utilizzata per acquistare beni e servizi, online e offline. Per comprendere l’ambizione che c’è dietro a questo obiettivo basti pensare che ad oggi nessuna criptovaluta, nemmeno il Bitcoin, può considerarsi un mezzo di pagamento accreditato e riconosciuto da tutti. Ovviamente, per raggiungere questo scopo sarà necessaria una stabilità monetaria non indifferente. In parole povere, il valore di Libra dovrà fluttuare come una qualsiasi valuta tradizionale.
Un obiettivo collaterale, ma che minaccia conseguenze su più livelli, riguarda i servizi finanziari. Con Libra, Facebook vuole accreditarsi come intermediario per i servizi finanziari. L’ipotesi, per ora solo caldeggiata, consiste nell’erogazione di prestiti in valuta Libra.
C’è chi si spinge addirittura a pensare a Libra come uno strumento per pagare le utenze, per esempio le bollette o addirittura le tasse. Questo è un obiettivo che eventualmente verrà settato più avanti nel tempo, in quanto necessita di accordi con le amministrazioni locali.
Come funzionerà Libra
Dal punto di vista tecnico, Libra si configura come un progetto interessante e, soprattutto, molto originale. I punti di contatto con le criptovalute per così dire classiche ci sono, ma sono numerose anche le differenze. Ecco alcune delle caratteristiche salienti di Libra.
Partnership operative. E’ forse questa la caratteristica più importante. Libra, ancora prima di nascere, gode del sostegno di alcuni grandi nomi e di aziende importantissime. Segnale dell’attenzione che Facebook ha prestato al tema del networking, che evidentemente ha coltivato nel corso degli ultimi due anni (di una criptovaluta targata Facebook di parla dal 2017). Attualmente, i membri sono 31, ma il colosso di Palo Alto stima di trovarne almeno altri settanta entro un paio d’anni. La particolarità di queste partnership risiede nella partecipazione operativa dei membri. Questi non si limiteranno a supportare i progetti, ma avranno un ruolo nel normale funzionamento della valuta.
Nodi rigidi. Nello specifico, i membri cureranno i nodi, che quindi si configurano come più rigidi rispetto a quelli delle criptovalute attualmente in commercio. Se per molte valute virtuali in commercio ciascun attore che compie una transazione forma un nodo, per mezzo del quale immagazzinare i dati delle transazioni, tale ruolo verrà ricoperto solo ed esclusivamente dai membri. Può sembrare un difetto ma non lo è. La concezione di nodo rigido, infatti, dovrebbe contribuire a mantenere una certa stabilità a livello di prezzo, che è poi la base affinché Libra raggiunga gli obiettivi di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente.
Assenza di mining. Anche questa è una differenza sostanziale rispetto alle criptovalute cui siamo stati abituati fino a questo momento. L’offerta di Libra non verrà determinata dall’attività di mining, bensì dalla domanda. Da questo punto di vista, quasi come un asset normale o addirittura come le valute tradizionali soggette a interventi minimi da parte delle banche centrali, la massa monetaria di Libra verrà decisa dalla legge delle domanda e dell’offerta. Quando un individuo vorrà acquistare Libra in cambio di valuta tradizionale, verrà erogata nuova moneta. Quando un individuo vorrà convertire Libra in valuta tradizionale, la massa monetaria di Libra diminuirà. Questo, ancora una volta, dovrebbe contribuire al contenimento della volatilità o, più banalmente, qualora si verificassero oscillazioni di prezzo, questi sarebbero determinati dai movimenti di mercato e quindi autentici.
Conseguenze per il mondo monetario
Libra non è ancora una realtà e, nella migliore delle ipotesi, non lo sarà fino al 2020. Tuttavia, gli analisti hanno già riflettuto sulle conseguenze che il progetto Libra potrà provocare nel mondo cripto, nella quotidianità e nel contesto finanziario.
Attualmente, le notizie su Libra stanno causando un movimento al rialzo delle principali criptovalute, quasi che la nascitura moneta di Facebook fosse in grado da sola di incidere sul mercato. Tuttavia, è probabile che in seguito a una sua messa a regime, e all’assenza di problemi rilevanti circa la sua fruizione, Libra oscuri quasi del tutto le altre criptovalute. Non è affatto impossibile che Libra diventi la criptovaluta per eccellenza.
Una conseguenza più probabile riguarda il settaggio di nuovi standard. Se Libra si rivelasse stabile e quindi adatta al pagamento di beni e servizi, anche le altre criptovalute dovrebbero modificare la propria struttura per tenere il passo. Ecco, quindi, che le valute virtuali potrebbero acquisire un carattere strumentale, ovvero diventare uno strumento di pagamento.
Altre conseguenze riguardano i servizi collaterali di Libra. Per esempio, quelli finanziari. Tutti conosciamo la potenza di fuoco di Facebook, soprattutto a livello pubblicitario. Una potenza di fuoco semplicemente impareggiabile, e irraggiungibile da buona parte delle banche commerciali. Ora, se Facebook entrasse nel mondo del credito, quale banca potrebbe rivaleggiare sul piano dell’esposizione mediatica? In questo scenario, e sempre ipotizzando un funzionamento quasi perfetto del progetto Libra, Facebook potrebbe realmente fare la concorrenza alle banche. D’altronde, Facebook, soprattutto durante gli anni d’oro, c’ha abituato a operazioni di fagocitamento di altre piattaforme e canali. Dunque questa ipotesi è tutt’altro che peregrina.
Infine, sempre ipotizzando uno scenario positivo, con tutti gli obiettivi di Facebook raggiunti, Libra potrebbe fare concorrenza persino alle valute tradizionali. Se non altro, per una questione di praticità. Fosse anche con Paypal, eseguire transazioni in euro, dollari e sterline è comunque macchinoso. Certamente non si parla di attività istantanea. Libra promette transazioni rapide e immediate, fino a paragonare la transazione di denaro alla condivisione di foto e audio su Whatsapp. Ovviamente, affinché questa conseguenza si verifichi, è necessario che molte condizioni vengano rispettate. In primis, la stabilità della valuta. Senza di questa, Libra non potrà mai competere con le monete tradizionali.
I timori legati a Libra
Ovviamente, il progetto Libra non è tutto rosa e fiori. Da più parti si sono levate polemiche e sono state espresse perplessità. In alcuni casi, sono stati rilevati elementi di pericolosità spiccata, tali da generare un allarma soprattutto presso i policy maker. Ad ogni modo, questi sono i timori più grandi legati al progetto Libra.
Privacy. Quando si parla di Facebook, i puristi della privacy mettono mano alla fondina. D’altronde il colosso di Palo Alto è stato messo più volte alla berlina per questioni legate alla privacy. I detrattori di Libra ravvisano un aumento del rischio in questo senso.
Riciclaggio. Quando si parla di criptovalute, il rischio è che il denaro venga utilizzato a fini di riciclaggio. Ovunque nel mondo occidentale, le normative antiriciclaggio sono stringenti, dunque il pericolo è davvero relativo. Alcuni scandali del passato riguardanti il Bitcoin, però, alimentano timori di questo tipo.
Stabilità finanziaria. Forse questo è uno dei timori più giustificati. Sempre se le cose andranno nel modo in cui spera Facebook, Libra si configurerà come un player importantissimo, come un elemento dirompente del contesto monetario, provocando uno sconvolgimento dello status quo.
Questi timori sono condivisi da un’autorità di primissimo piano, come il presidente della Federal Reserve Jerome Powell, che addirittura boccia il progetto. Durante un’audizione per il comitato dei servizi finanziari del parlamento americano ha infatti dichiarato: “Libra solleva serie preoccupazioni riguardo la privacy, il riciclaggio di denaro sporco, la protezione dei consumatori e la stabilità finanziari. Non penso che il progetto possa andare avanti”.