Gli Exchange, ad oggi, rappresentano l’unica vera risorsa per scambiare criptovalute. Per scambio di criptovalute, almeno in questo articolo, non si intende il “trading” propriamente detto, che a velocità elevate è consentito solo mediante prodotti derivati (CFD e Futures per i Bitcoin, solo CFD per tutti gli altri).
Grazie agli Exchange è possibile creare dei veri e propri portafogli di criptovalute, anche in una prospettiva di diversificazione. Rappresentano la risorsa ideale per chi intende fare un investimento a lungo termine, passare all’incasso – ossia convertire criptovalute in valuta tradizionale – quando è realmente certo di guadagnarci, e soprattutto di guadagnarci tanto.
Certo, gli Exchange presentano dei problemi strutturali, dovuti principalmente al fatto che, dopotutto, sono strumenti nuovi. Per esempio, non sono soggetti a una regolamentazione in senso stretto, anche se è quasi certo che tale regolamentazione prima o poi arriverà. Secondariamente, non sono strumenti efficaci per un trader speculativo veloce, dal momento che gli scambi hanno come protagoniste criptovalute “reali”, che fungono da asset vero e proprio, e non da sottostante. In alcuni casi, poi, possono essere soggetti a cattiva gestione. Il riferimento è soprattutto agli Exchange centralizzati, che sono gestiti da enti terzi e non si basano su una asettica ed “eticamente neutra” blockchain.
A quale Exchange affidarsi? Il panorama è già oggi molto complesso ed eterogeneo. Di pari passo con l’esplosione delle criptovalute, sono emersi numerosi Exchange. Ciò potrebbe causare un certo disorientamento in seno agli investitori in criptovalute. Dunque, può essere utile presentare una top 3, con relativa descrizione (o, meglio ancore, guida all’utilizzo).
CoinBase
CoinBase conquista il primo posto per due motivi. Primo, è una piattaforma di Exchange efficiente, quindi occupa come minimo i piani altri con merito. Secondo, è la piattaforma che, in un certo senso, si pone in una posizione propedeutica rispetto agli altri. La ragione di ciò è semplice: non solo consente di scambiare una criptovaluta con un’altra, bensì anche di scambiare criptovalute e valute tradizionali (chiamate fiat) e viceversa. Insomma, rappresenta a suo modo l’alpha e l’omega di ogni esperienza di investimento “a lungo termine” nel mondo cripto. Sia chiaro, non è l’unica piattaforma ad offrire questa possibilità, ma è certamente quella più famosa e, con tutta probabilità, quella più efficiente e sicura.
Buona parte degli investitori in criptovalute, quindi, sperimenta il seguente approccio: acquista una criptovaluta (in genere si parte dal classico Bitcoin) con euro, dollari, sterline etc. In seguito, si appoggia a un altro Exchange specializzato in scambi tra criptovalute per diversificare il suo patrimonio. Alla luce di ciò, CoinBase è considerato non solo un Exchange ma anche un wallet. Permette, infatti, di creare dei veri e proprio conti di valuta virtuale, a partire dalla normale valuta tradizionale. Si tratta, come abbiamo già detto, di un passaggio fondamentale, eppure allo stesso potenzialmente risolutivo, se non avete particolari velleità di diversificazione.
Inoltre, CoinBase può essere considerata, con la dovuta prudenza, anche una piattaforma di trading. Si può scambiare, per esempio, euro e Bitcoin come se si scambiassero euro e dollari.
Insomma, come se si stesse investendo nel Forex. A tal proposito, però, va specificato che CoinBase sconta i medesimi difetti di tutti gli altri Exchange, difetti che in questo caso (e questo è senz’altro una potente attenuante) sono dovute alla struttura stessa delle criptovalute, piuttosto che a una mancanza della piattaforme in sé. Ad ogni modo, se il vostro scopo è fare trading speculativo, e soprattutto trading veloce, il consiglio è di adottare la strumentazione derivata e investire nei CFD aventi come sottostante le criptovalute.
Fatte queste precisazioni, cos’altro si può dire di CoinBase? Sicuramente, qualche parola va spesa sull’esperienza d’uso, che è quanto mai semplice. Utilizzare CoinBase, e soprattutto farlo con profitto, se proprio non è un gioco da ragazzi, poco ci manca. Ci si registra, ci si autentica (il tutto seguendo la procedura guidata, molto didascalica) e si crea un Wallet. Dopodiché si accede al Wallet, si collega il conto corrente o in alternativa una carta di credito. Fatto ciò, si procede all’acquisto di valuta virtuale. L’unico vero accorgimento da prendere riguarda la causale, che deve contenere il numero di riferimento assegnato al proprio conto. Senza di essa, infatti, il denaro crypto non può essere versato nel conto.
CoinBase, nonostante una offerta di criptovalute inferiore ai concorrenti, è un pilastro dell’esperienza crypto. Lo è per la sua capacità di rendere la “fase propedeutica” (l’acquisto mediante valuta fiat) incredibilmente agevole e sicuro. Non stupisce, quindi, il numero di clienti che ha conquistato in giro per il mondo.
Bitfinex
Bitfinex rappresenta già il secondo passaggio dell’esperienza di investimento nel mondo crypto. Insomma, è ciò che viene “dopo”. Tra gli Exchange della sua categoria è senz’altro il più famoso. Anche se, in realtà, sono concessi anche gli scambi in dollari (ma non in altre valute tradizionali). Uno dei punti di forza di Bitfinex è la sua capacità di avvicinarsi alle piattaforme di trading tradizionali, sebbene nasca come puro e semplice Exchange. Ciò è dovuto alla presenza di alcuni strumenti che consentono di personalizzare gli ordini di acquisto, e quindi di consegnare loro una dimensione più complessa, certamente affine all’investimento speculativo.
Limit. Si segnalano, tra gli altri, strumenti lo Stop, lo Stop Limit, il Trailing Stop, il Fill e il Kill, il Limit semplice. Insomma, tutto materiale che i trader masticano giornalmente ma che è comunque raro trovare in un Exchange di criptovalute. Dopotutto, la grandezza di Bitfinex sta proprio in questo.
Leva. Ebbene sì, in Bitfinex è possibile utilizzare la leva. Sia chiaro, essa non è elevata, e si pone su livelli di gran lunga più bassi rispetto a quanto si vede in giro nei broker del Forex (o in quelli che consentono il trading sulle azioni) ma comunque si tratta pur sempre di leva e questo è senz’altro un aspetto positivo. Nello specifico, il rapporto è di 3,3 più sufficiente per fare del vero trading a margine e aumentare i profitti (ma anche, potenzialmente, anche le perdite).
Bitfinex è adatto a qualsiasi tipo di investitore: a chi vuole semplicemente detenere della criptovaluta, nell’attesa di riconvertirla (al momento giusto) in dollari, euro, sterline etc. e a chi vuole fare del trading. Da questo punto di vista, Bitfinex rappresenta una valida alternativa alle piattaforme classiche, che sono costrette a utilizzare non valute virtuali reali bensì prodotti di derivazione, come i CFD. A tal proposito, proprio per adeguarsi a esigenze diverse, Bitfinex mette a disposizione due tipologie di wallet.
Excahange Wallet. Se si fa uso di questo Wallet, si depositano semplicemente le criptovalute e se ne acquistano altre. L’offerta è molto ampia e comprende sia le valute virtuali più famose, come Bitcoin, Ethereum, Litecoin, Ripple e IOTA, sia le altcoin più di nicchia.
Margin Trading Wallet. E’ il Wallet riservato a chi vuole fare del trading. Il nome deriva dalla possibilità di utilizzare la leva. L’esperienza di utilizzo, in questo caso, si avvicina molto a quella che si sperimenta quando si fa trading con il Forex e ci si affida ai broker corrispondenti. Si può persino andare short, a riprova della capacità di Bitfinex di predisporre un vero e proprio ambiente di trading.
Binance
Binance è un altro Exchange molto interessante, sicuramente più interessante di altri (non a caso lo abbiamo messo al terzo posto, subito dopo i mostri sacri come CoinBase e Bitfinex). E’ un Exchange, inoltre, piuttosto recente. Da questo punto di vista, la velocità alla quale si sta diffondendo rappresenta certamente una prova delle sue qualità. Quali sono le caratteristiche che stanno rendendo grande Binance? In primo luogo, una certa sicurezza di fondo, qualità non sempre riscontrabile negli strumenti di gestione delle criptovalute. Secondariamente la capacità, al pari di Bitfinex (se non addirittura in modo superiore) di creare un ambiente di trading che si avvicini a quello di cui si avvantaggiano le valute tradizionali.
Partiamo però da una precisazione: Binance consente solo lo scambio tra criptovalute. Non è possibile acquistare criptovalute con valute tradizionali, le cosiddette fiat. Non è presente nemmeno la possibilità di acquisto a partire da dollari, alternativa garantita invece da Bitfinex. In realtà, questo è l’unico vero grande difetto di Binance, ampiamente compensato dai numerosi pregi che può vantare. Ad ogni modo, è un difetto che può essere affrontato con relativa facilità: è sufficiente approvvigionarsi di criptovalute presso altri Exchange che, di contro, contemplano le fiat, come per esempio il già (ampiamente) citato CoinBase.
Uno dei pregi di Binance è rappresentato dalla sua economicità, dalla sua convenienza. Sia chiaro, anche su Binance si pagano le commissioni. La buona notizia è che sono molto contenute. Per giunta, è possibile dimezzarle. E’ sufficiente pagarle in Binance Coin, la criptovaluta collegata alla piattaforma, la cui sigla è BNB. Ovviamente, è possibile acquistarla su Binance.
La caratteristica forse più importante di Binance è la sua capacità di disegnare un efficace ambiente di trading. Tale “disegno” è dovuto alla presenza di tre strumenti di “trading puro”. Ecco quali.
Limit Order. Questo elemento permette all’utente di decidere sia il prezzo che la quantità di criptoavaluta da scambiare. Ovviamente, almeno in questo caso, l’ordine non è affatto garantito (sarebbe troppo bello, e persino ingiusto) poiché serve una controparte che accetti le condizioni riportate nell’ordine. Se si imposta il Limit Order, è possibile disdire l’ordine in qualsiasi momento, almeno fino a quanto non è comparsa una controparta.
Market Order. L’ordine in questo caso è garantito, o quasi. Infatti, il prezzo è deciso dal mercato, quindi è probabile che si trovi una controparte.
Stop Limit Order. Questo strumento consente di mettere in atto una precauzione tipica del trading vero e proprio: lo stop. L’utente infatti può scegliere un prezzo che funge da spartiacque tra presenza e assenza nel mercato. In buona sostanza, se il prezzo oltrepassa questa soglia, la posizione viene abbandonata. Si tratta di una risorsa importante per limitare le perdite. Grazie allo Stop Limit Order, l’utente ha quindi uno strumento in grado di salvaguardare il suo capitale, e di rendere l’attività di trading incredibilmente simile a quella “fiat”.