Fare trading con le criptovalute è un obiettivo di molti. Non c’è nulla di cui stupirsi: questi asset class sono saliti nuovamente alla ribalta in virtù dell’incredibile e recente galoppata del Bitcoin. Ad incidere sulla quantità e sulla intensità dei riflettori puntati contro le criptovalute, l’evoluzione tecnologica delle stesse, che sembra pronta per compiere il grande salto, ed essere impiegata anche in altri ambiti.

Tuttavia, fare trading con le criptovalute non è affatto semplice. Non lo è mai, a dire il vero, a prescindere dall’asset. In questo caso specifico, però, si segnalano dinamica diverse, che possono mettere in crisi in primo luogo i principianti, ma anche i trader un po’ più navigati ma abituati ai vecchi paradigmi. E’ utile, dunque, una descrizione degli errori più gravi che un trader di criptovalute può commettere. Gravi e, purtroppo, frequenti. 

Criptovalute, un mondo complesso

Prima di elencare gli errori, è bene fare il punto sui maggiori elementi di discontinuità rispetto alle più tradizionali asset class, rispetto anche a quelle che potrebbero essere considerati simili in termini di volatilità e imprevedibilità, come le azioni.

La differenza più grande consiste nell’assenza di qualsivoglia collegamento con una economia specifica. La stragrande maggioranza degli asset vanta un collegamento del genere, e quindi un punto di riferimento più o meno solido per l’analisi. Tali legami, infatti, generano market mover. Le criptovalute sono veramente apolidi. D’altronde, il meccanismo che sta alla loro base è la decentralizzazione. 

Da qui al secondo elemento di discontinuità il passo è breve. Le criptovalute sono decentralizzate perché non fanno riferimento ad alcun ente o realtà in grado di regolarne l’offerta. Da questo punto di vista, appare chiara la differenza rispetto alle valute normali, che sono sostenute dalla banca centrale. Persino il petrolio ha una sorta di ente capace di calmierare le distorsioni (l’OPEC).  

Le criptovalute non hanno niente di tutto ciò. Al massimo sono sostenute dai meccanismi di halving, ovvero dai dimezzamenti automatici dell’offerta, comunque preordinati e sganciati da qualsiasi riflessione sulle vicende di mercato. Ciò ovviamente, crea distorsioni lato prezzo, ovvero… Estrema volatilità. 

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I 5 errori da non fare se fai trading con le criptovalute

Dopo questa breve panoramica, possiamo affrontare il tema principale dell’articolo: ovvero gli errori da non commettere assolutamente, quando si fa trading con le criptovalute. 

Alcuni di questi errori, infatti, sono gravidi di conseguenze pessime, persino definitive. Gli altri cagionano comunque danni, se non nel breve sicuramente nel medio e nel lungo termine. 

Non studiare, studiare poco, studiare male

Le criptovalute sono asset complessi. Lo sono dal punto di vista del trading ma anche tecnologiche. La questione tecnologica è tutt’altro che marginale, in quanto può incidere sulle quotazioni. Se esordisce una criptovaluta con una tecnologia particolare, o capace di dissimulare i limiti delle altre, tale esordio costituisce un elemento significativo per il mercato.

Dunque, il consiglio è di non derogare a uno degli imperativi che dovrebbe caratterizzare qualsiasi attività di trading, in maniera trasversale alle asset class: studiare e informarsi. Occorre farlo in maniera approfondita, prima di iniziare a frequentare il mercato e anche dopo. La conoscenza è la chiave per fare bene, nel trading come nella vita. 

Cercare di sfruttare sempre e comunque la volatilità

Lo abbiamo già detto, e dopotutto è risaputo: le criptovalute sono volatili, estremamente volatili. Di base, la volatilità non è necessariamente una dinamica negativa. D’altronde, i surplus si realizzano a partire dalle oscillazioni di prezzo. Tuttavia, quando tali oscillazioni sono troppo frequenti e molto profonde, il trader potrebbe uscirne disorientato, più che galvanizzato per le occasioni di guadagno.

Ciò vale per le azioni, che sono volatili per definizione. Vale a maggior ragione per le criptovalute, che sono ancora più volatili. Dunque, inseguire la volatilità sempre e comunque, cercare di sfruttare ogni oscillazione di prezzo, può risultare deleterio, può aumentare il rischio di sbagliare.

Il consiglio non è certo di rinunciare sempre e comunque al trading veloce, ma solo di esercitare una certa prudenza, e operare con un piano ben preciso. Se si opera all’interno del seminato, infatti, si riducono i  margini di discrezione.

Non considerare il proprio profilo di rischio

C’è modo e modo di fare trading con le criptovalute. Il mondo crypto è estremamente vario, quindi da adito all’esercizio di numerosi stili, all’adozione degli approcci più svariati e diversificati. Chi vuole fare trading di lungo periodo può farlo, chi vuole sfruttare le oscillazioni è ben accetto (con tutti i rischi del caso, come abbiamo visto) e via discorrendo. 

Dunque, perché non combinare queste possibilità con una conoscenza profonda del proprio profilo di rischio? Si tratta, dopotutto, di adattare l’attività di trading alle proprie caratteristiche, e non viceversa.

Il consiglio, quindi, è si conoscere se stessi, di valutare la propria attitudine al rischio, e poi trovare la strada che più si confà al proprio profilo. 

Limitarsi al Bitcoin, o diversificare poco

Bitcoin è sinonimo di criptovalute, almeno per i profani. Ebbene, è una identica esclusivamente “mediatica”, che appartiene al senso comune e all’immaginario collettivo, non alla realtà. Tra l’altro, è un’accezione che può cagionare un sacco di guai, se integrata nel proprio bagaglio di conoscenze e data quindi per scontata.

La verità che il mondo delle criptovalute è molto variegato. Solo all’apparenza le criptovalute sono tutte simili tra di loro. In realtà, reagiscono in modi diversi e con diversa intensità agli stimoli esterni. Certo, questa dinamica si è intensificata solo negli ultimi anni, ma va presa in considerazione. Diversificare quando si fa trading con le criptovalute si può e si deve. 

Trascurare la politica 

Molti confondono la decentralizzazione con l’assenza totale di market mover. In realtà, i market mover ci sono e sono anche molto “potenti”. Molto banalmente, non sono codificati, non esercitano la propria influenza a intervalli regolari, come accade per esempio con le valute rispetto alle comunicazioni delle banche centrali.

Buona parte dei market mover delle criptovalute corrispondono alle notizie che provengono dalla politica, ovvero dal legislatore. Vi è sempre il rischio che si inaspriscano le norme (che per ora sono molto poche). Stesso discorso, ma all’inverso, per gli endorsement riguardanti questa o quella tecnologia, se afferente al mondo delle criptovalute. Dunque, seguite le notizie che provengono dall’esterno.