I giornalisti si sono interrogati lungamente sulla vittoria di Donal Trump, ai loro occhi completamente inaspettata. Chi però si intende di marketing, qualche soldo sul magnate americano lo ha sicuramente scommesso. Anche perché la vittoria di Trump è soprattutto una vittoria di marketing.
Il nuovo presidente ha commutato tecniche e approcci dal marketing, ha saputo trasferirli in un contesto così particolare come quello mediatico-politico, e ha creato per sé e il suo progetto un vantaggio competitivo. Cosa possiamo imparare (sul marketing, ovvio) da Donald Trump? Ecco qualche punto saliente.
Fai una cosa sola, ma falla bene. Donald Trump ha fin dall’inizio insistito sul tema dell’immigrazione. Ovviamente la campagna elettorale impone una certa varietà di argomenti ma non c’è dubbio che il messaggio del magnate si sia focalizzato sul contrasto all’immigrazione. Focalizzarsi su un solo messaggio: questo è un principio ben noto nel marketing e Trump l’ha sfruttato in pieno.
Parla come sei. Sii come parli. Di Donald Trump si può dire tutto, ma non che sia stato incoerente. Il suo messaggio si è rivelato popolare, terra-terra se vogliamo, a volte “imbruttito” e volgare. Ebbene, lui è esattamente così. Questa constatazione fa il paio con il principio dell’autenticità, tanto caro al marketing. Così come il brand deve essere coerente con il messaggio che lancia, Donald Trump è stato coerente con l’immagine che ha dato di sé.
Parla come mangi. Da svariati decenni si tessono le lodi del linguaggio semplice, certo non a torto. Donald Trump ha seguito questo principio. Ha abbandonato le belle parole e ha optato per quelle più semplici, comprensibili a qualsiasi orecchio.
Conosci i tuoi avversari e colpisci dove fa più male. Così come nel marketing è fondamentale l’analisi dei competitor, e un’azione in grado di sfruttare i loro punti deboli, allo stesso modo Donald Trump ha ferocemente attaccato la Clinton proprio laddove era più scoperta: la scarsa trasparenza del suo operato e delle sue relazioni con i partner stranieri.
Sii veloce e tempestivo. “Chi mena per primo mena due volte” è una massima che si può ascoltare nelle borgate romane ma anche leggere nei grandi manuali di marketing. Soprattutto oggi, in piena epoca digitale, la velocità è tutto. Donald Trump, molto più che la Clinton, si è rivelato un twittatore professionista, in grado di intervenire su un fatto non appena questo veniva reso noto. Dal punto di vista del marketing, questa tecnica consente di posizione un brand (in questo caso politico) sull’onda del clamore suscitato da un evento. Si sfrutta la scia.