L’economia italiana sta attraversando uno dei peggiori periodi dal dopoguerra, con un’inflazione molto elevata che erode il potere di acquisto dei consumatori e un clima di incertezza sull’economia internazionale. L’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB) ha reso pubblica la Nota sulla congiuntura economica aggiornata a febbraio, indicando quelle che sono le prospettive economiche di quest’anno e del 2024. Secondo la Nota, il PIL del nostro Paese è previsto in crescita dello 0,6% nel corso del 2023 e nel 2024 si stima una crescita dell’1,4%, quest’ultima previsione leggermente in rialzo rispetto alle previsioni precedenti. Purtroppo le stime effettuate dall’UPB risentono in grande misura degli attuali eventi mondiali, in primis la guerra Ucraina-Russia.
Inflazione Nell’economia Italiana Riduce Potere Di Acquisto
Sempre secondo l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, l’economia italiana deve fare i conti con un’elevata inflazione nel corso del biennio di previsione, seppur in rallentamento. A dicembre l’indice dei prezzi al consumo (IPC) ha accennato ad un lieve rallentamento, passando dall’11,8% di novembre all’11,6%, mentre a gennaio il rallentamento è stato netto, con inflazione pari al 10,1%. I dati suggeriscono che il picco inflattivo potrebbe essere stato raggiunto in Italia e che l’inflazione sia destinata a ridursi nel corso del biennio.
Analizzando le componenti che hanno portato al rallentamento dell’inflazione, c’è la componente energetica, ma bisogna sottolineare che l’inflazione di fondo, cioè quella che esclude i prezzi dell’energia, cibo, tabacco e alcol, continua ad aumentare e influenza negativamente il processo di disinflazione. Quindi sicuramente l’economia italiana vedrà nel corso del 2023 un rallentamento dell’inflazione, grazie alla riduzione delle tensioni sui mercati delle materie prime. Tuttavia inflazione e redditi da lavoro dipendente non viaggiano insieme, nel senso che la perdita di potere d’acquisto causata dall’inflazione non è compensata adeguatamente da un aumento dei salari.
Componenti Che Spingono Le Previsioni Sull’economia Italiana
L’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha precisato che l’economia italiana è influenzata positivamente dalla domanda interna di beni e servizi. L’UPC stima che nel biennio 2023-24 la crescita annuale della spesa delle famiglie si attesterà all’1% circa. Dato che, in confronto al biennio precedente, è visto in rallentamento per via della riduzione del potere di acquisto dei consumatori. Di contro, l’incremento dei consumi dovrebbe portare alla riduzione del risparmio delle famiglie italiane rispetto al picco registrato nel corso del 2020.
Sul versante investimenti, l’economia italiana subirà una riduzione generale, stimata in media al 2,7% nel biennio 2023-24. La riduzione riguarda principalmente la spesa in costruzioni (-3,2% rispetto al biennio precedente) e la spesa in macchine ed attrezzature (-2,3% rispetto al biennio precedente). Per quanto riguarda le componenti della Bilancia Commerciale, le esportazioni dovrebbero ridursi nel 2023 e nel 2024, diversamente dalle dinamiche del biennio precedente che hanno visto le esportazioni sostenere il mercato italiano all’estero. Stessa dinamica di riduzione per le importazioni di beni e servizi dall’estero. Quindi l’andamento importazioni/esportazioni dovrebbe allinearsi con l’andamento medio degli altri Paesi europei. L’occupazione è stimata in aumento nel 2023 dello 0,5%, e dell’1% nel corso del 2024.