Per decenni, l’Arabia Saudita ha esercitato un ruolo centrale nel determinare i prezzi del petrolio globale attraverso la sua influenza sull’OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio). Tuttavia, questo predominio sembra vacillare, segnando una fase di trasformazione nel mercato energetico mondiale. Nonostante gli sforzi sauditi per mantenere alti i prezzi del greggio e finanziare ambiziosi piani di diversificazione economica, il paese si trova ora a fronteggiare resistenze interne al cartello e pressioni esterne che stanno erodendo il suo controllo. Riad ha investito massicciamente in progetti infrastrutturali, stimati in 1.000 miliardi di dollari, volti a ridurre la dipendenza dell’economia nazionale dal petrolio.
Per sostenere questa transizione, il regno ha bisogno di prezzi del petrolio elevati. Tuttavia, le tensioni all’interno dell’OPEC stanno complicando questi obiettivi. Molti paesi membri, spinti dal desiderio di massimizzare i ricavi a breve termine, insistono per aumentare la produzione, ignorando le indicazioni saudite. La prospettiva di una maggiore produzione di petrolio da parte degli Stati Uniti, incentivata anche dalla possibile rielezione di Donald Trump e dalla sua politica di deregolamentazione, rappresenta un ulteriore ostacolo per l’Arabia Saudita. Trump ha infatti promesso di rilanciare l’industria petrolifera americana, aumentando la pressione sui prezzi globali.
L’egemonia Dell’Arabia Saudita Sul Petrolio Come Ha Fatto A Ridursi Nel Tempo
L’autorità saudita all’interno dell’OPEC è stata messa in dubbio da alcuni membri del cartello. La scorsa settimana, un delegato iraniano ha criticato apertamente la strategia di mantenere alti i prezzi, sottolineando come ciò abbia favorito un incremento della produzione da parte degli Stati Uniti e di altri produttori indipendenti. L’abbandono dell’Angola dall’OPEC potrebbe segnare l’inizio di un trend che indebolirebbe ulteriormente il cartello. Questo scenario rappresenta un netto cambiamento rispetto a pochi anni fa, quando il petrolio superava i 100 dollari al barile e i leader mondiali, tra cui il presidente americano Joe Biden, chiedevano ai sauditi di aumentare la produzione per frenare l’inflazione. Ora, con il prezzo del greggio stabilmente sotto i 75 dollari al barile, l’OPEC+ deve fare i conti con una Cina meno dipendente dal petrolio e con una domanda globale meno dinamica del previsto.
Quali Saranno Le Conseguenze Sul Prezzo Del Petrolio Con Trump?
Un eventuale ritorno di Trump alla Casa Bianca potrebbe complicare ulteriormente la situazione per l’Arabia Saudita. L’ex presidente ha sempre sostenuto un’espansione dell’industria petrolifera statunitense, promettendo di semplificare le normative e accelerare la concessione di licenze per l’estrazione su terreni federali. Sebbene gli analisti americani siano cauti nel prevedere una rapida crescita della produzione, i numeri attuali evidenziano un trend significativo: la produzione di petrolio negli Stati Uniti ha raggiunto una media di 13,2 milioni di barili al giorno, superando del 47% quella saudita registrata nell’ottobre scorso. Solo una contea del New Mexico produce più petrolio dei sei membri più piccoli dell’OPEC messi insieme.
Il ministro del petrolio saudita, Abdulaziz bin Salman, ha manifestato apertamente frustrazione per l’indisciplina all’interno dell’OPEC+. In diverse occasioni, riunioni cruciali sono state rinviate o tenute online per ridurre al minimo il rischio di fughe di notizie. Bin Salman ha persino avvertito che, senza un rigoroso rispetto dei limiti di produzione, i prezzi potrebbero scendere fino a 50 dollari al barile, con conseguenze disastrose per i paesi produttori. Le dinamiche attuali suggeriscono che il ruolo dominante dell’Arabia Saudita nel mercato petrolifero globale potrebbe non essere più sostenibile. La combinazione di divisioni interne all’OPEC, l’avanzata dell’industria petrolifera statunitense e un mercato energetico globale in evoluzione pone il regno di fronte a sfide senza precedenti. Nonostante ciò, l’Arabia Saudita resta un attore chiave nel settore, ma per mantenere la sua rilevanza sarà necessario un ripensamento delle strategie tradizionali e una maggiore flessibilità nell’adattarsi a un contesto sempre più competitivo e imprevedibile.