Il Forex Trading è una attività potenzialmente profittevole ma anche molto densa di pericoli. Una delle risorse per ridurre i rischi è praticare un buon Money Management. Con questo termine si indica quella disciplina che consiste nel programmare non solo le possibile entrate economiche ma anche le possibile perdite, in modo da avere in ogni momento una visione plastica del denaro che si sta rischiano.

Il Money Management è una pratica alla quale il trader non può rinunciare. Anche perché la catastrofe economica è sempre dietro l’angolo. Basti pensare alla statistica più (tristemente) famosa del Forex Trading: circa il 90% dei trader chiude l’anno in perdita!

Purtroppo, il Money Management è anche una disciplina difficile. Richiede impegno e tempo per essere svolta al meglio, nonché un bagaglio tecnico non indifferente. In questo articolo cercheremo di facilitarne lo svolgimento offrendo alcuni consigli utili.

I consigli per un Money Management all’altezza di questo nome

La regola del 2%. Sia chiaro, è una indicazione abbastanza arbitraria, frutto di una convenzione piuttosto che di un calcolo matematico. Tuttavia, è una regola di buon senso, che si basa sul principio di prudenza. Essa recita che è sempre bene investire, per singolo trade, non più del 2% dell’intero capitale. In questo modo, anche nella peggiore delle ipotesi, servirebbero decine e decine di trade prima di perdere (quasi) tutto il capitale a disposizione. E’ una regola ampiamente utilizzata, quindi affidabile.

La questione della capitalizzazione. Il Forex Trading ha raccolto un certo successo presso la gente comune a causa delle barriere all’entrata, che sono più basse rispetto alle altre attività di investimento speculativo. Ciò è merito soprattutto dei broker che consentono di aprire account con piccole somme, spesso poche centinaia di euro. Tuttavia, è sconsigliato operare se si hanno “pochi spiccioli” a disposizione. Questo per due motivi: primo, i guadagni sono irrisori; secondo, si è stimolati a utilizzare tecniche rischiose per macinare utili, per esempio…

La leva finanziaria. Alcuni broker si fanno pubblicità ponendo come principale attrazione l’offerte di leve finanziarie “strong”, anche se le autorità stanno cercando di limitare il più possibile le operazioni a margine. Si tratta di un atteggiamento che, per quanto legittimo, può fuorviare il trader meno esperto, che può far passare la leva finanziaria come uno strumento qualsiasi. Ebbene, è una vera e propria lama a doppio taglio, anche perché il rischio non è solo quello di aumentare gli utili ma anche quello di aumentare esponenzialmente le perdite! Il consiglio, quindi, è utilizzare leve che non superino il rapporto 1:50.

Il giusto rapporto rischio rendimento. Qui si entra sul tecnico. Il rapporto rischio rendimento è il rapporto tra la massima perdita possibile e il massimo guadagno possibile. Il primo termine è determinato dallo stop loss, il secondo termine è determinato dal take profit (anche se alcuni utilizzano i più complessi trailing stop). Ad ogni modo, per convenzione, è bene programmare il proprio trade, quindi i punti di uscita, in modo che il massimo guadagno possibile superi di almeno due volte la massima perdita possibile. I più prudenti, poi, fanno riferimento a un rapporto di 1:3.

Lo sguardo di insieme. Accade spesso che il trader riceva, o ricavi, dei forti segnali di entrata e, ciononostante, il trade susseguenti si riveli fallimentari. Ciò può verificarsi per svariate ragioni, ma quella più frequente ha a che vedere con la volatilità. Se il mercato è volatile, e i segnali vengono prodotti con una analisi troppo circoscritta a livello temporale, è probabile che il segnale si riveli falso o fuorviante. Dunque, prima di aprire una posizione, date uno sguardo di insieme e verificate che il mercato non versi in una situazione di volatilità.

Reinvesti gli utili. Un approccio molto prudente al Money Managemet si basa su una regola semplice: reinvestire gli utili. Ovvero, dato un preciso lasso di tempo, impegnare sempre e solo i guadagni e non il capitale iniziale, a prescindere dalla regola del 2%. Questo è un modo per diminuire la pressione, poiché si ha la sensazione di non rischiare nulla, ma anche per preservare il denaro. Certo, il rischio è di produrre rendimenti troppo bassi.

Bando alla frenesia. Lo scalping è appannaggio dei più esperti. E’ vero, lo scalping fa gola a molti. In primo luogo, perché promette guadagni ingenti, secondariamente perché è adrenalinico. Tuttavia, è anche molto difficile da praticare. Il rischio di non reggere la pressione e di non riuscire a prendere decisioni (e interpretare il mercato) in tempi rapidi è davvero alto. Dunque, prima di aprire e chiudere posizioni a un ritmo frenetico, pensateci due volte.

Bando alla martingala. La martingala è un metodo di investimento molto famoso, più al di fuori del trading che dentro il trading a dire il vero. Essa consiste nell’investire, dopo una perdita, esattamente il doppio di quanto si è investito nel trade precedente. In questo modo, proprio per una questione matematica, anche qualora si continuasse a perdere ingenti somme, una volta giunta la vittoria questa ricompenserebbe gli interessi tutte le sconfitte precedenti. Ebbene, la martingala va contro tutti i principi del Money Management e persino contro i principi della prudenza. E’ veramente capace di bruciare capitali in una manciata di trade. Dunque, evitatela.

Imposta sempre Stop Loss e Take Profit. Alcuni trader frettolosi non impostano né lo Stop Loss né il Take Profit, bensì vanno a braccio, magari forti di una analisi di mercato davvero approfondita. Ebbene, è sempre necessario impostare questi livelli per limitare i danni in caso di trade perdente, di preservare i guadagni in caso di trade vincente. Non è nemmeno troppo difficili, se si usa l’approccio più basilare, ovvero quello che fa riferimento ai supporti e alle resistenze (corrispondenti spesso ai minimi e ai massimi periodici).

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