L’euro è, insieme al dollaro, la moneta più importante del mercato valutario. Non a caso la coppia più tradata in assoluto, e che vanta la liquidità più abbondante, è proprio l’euro dollaro. Eppure, molti non hanno una conoscenza approfondita della moneta unica, che offre più spunti e curiosità di quanto si possa immaginare. Money.it ha raccolto dieci fatti interessanti, e potenzialmente poco conosciuti, sull’euro. Ecco quali sono.

Quando è entrato in vigore l’euro?

Tutti sarebbero portati a rispondere: 2002. D’altronde è proprio in quell’anno che i portafogli hanno cominciato a riempirsi di euro e svuotarsi di lire. E invece la risposta è sbagliata. L’euro è nato ufficialmente il 1° gennaio 1999, anche se per i primi tre anni è stata utilizzata solo a fini contabili e per effettuare pagamenti digitali.

Com’è nato l’euro?

Se la data di nascita rappresenta una fonte di ambiguità, lo è ancora di più il processo che lo ha portato alla luce, questo sì veramente sconosciuto ai più. L’idea della moneta unica circolava da molto tempo ma solo con il Trattato di Maastricht nel 1992 ha stabilito che gli stati nazionali (eccetto alcuni che hanno rifiutato, come il Regno Unito) a convergere verso alcuni parametri di economia reale e finanziaria al fine di sostituire le valute nazionali con una nuova valuta comune.

Qual è la banconota più diffusa?

Per rispondere a questa domanda, che è frutto di una curiosità forse fine a se stesso, è necessario fare riferimento alle statistiche raccolte dalla BCE. Ebbene, alla fine del 2015 le banconote in circolazione erano 18 miliardi e 125 milioni, distribuite come segue:

  • Banconote da 500: 3,4%
  • Banconote da 200 euro: 1,1%
  • Banconote da 100 euro: 11,6%
  • Banconote da 50 euro: 44,4%
  • Banconote da 20 euro: 17,9&
  • Banconote da 10 euro: 12,2%
  • Banconote da 5 euro: 9,4%

Si evince che sono proprie le banconote da 50 euro quelle più diffuse. Ciò non deve stupire: è il taglio che il bancomat fornisce più frequentemente quando si preleva denaro.

Le strutture disegnate nelle banconote esistono realmente?

Anche questa è una curiosità fine a se stessa, ma solo apparentemente. La risposta, infatti, cela l’idea che sta alla base delle costruzione dell’Europa e della moneta unica. Chiariamolo subito: le strutture presenti nelle banconote, che in verità sono dei ponti, sono totalmente frutto di fantasia. Il perché lo ha rivelato qualche tempo fa il designer delle banconote, Robert Kalina. L’obiettivo era duplice: da un lato rappresentare graficamente i sentimenti di concordia che avrebbero costituito il punto di riferimento per i paese della comunità europea, dall’altro non cedere a favoritismi di alcun tipi. Dunque, ecco i ponti e, soprattutto, ponti di fantasia.

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Quanti euro valgono 1.000 lire

Allora, fare i calcoli in maniera ufficiale, ossia secondo i tassi di cambio definiti a priori è molto semplice. Dal momento che un euro vale 1936,27 lire, 1.000 lire valgono 0,52 euro. Il tasso di cambio lira-euro (o euro-lira) non è frutto di un rapporto economico reale, dal momento che queste due valute non sono mai circolate assieme in un regime di cambi flessibili.

L’unico modo per capire a quanti euro corrispondono realmente 1.000 euro è analizzare il costo della vita di sedici anni o più anni fa, ma è un calcolo sterile dal momento che in quasi un ventennio sono cambiate troppe cose, non solo i prezzi (com’è normale che sia) ma anche il modo in cui essi sono cambiati. Alcuni beni sono più costosi (vedi alimenti) altri meno costosi (vedi immobili).

Un calcolo veritiero è quindi impossibile. Pertanto, accontentiamoci dell’equazione: 1.000 lire uguale 0,52 euro.

Quali paesi adottano l’euro?

A questa domanda si risponde agilmente. Sono 19 gli Stati membri a utilizzare l’euro (su 28 totali) e nello specifico: Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Slovena, Spagna.

Chi gestisce e stampa l’euro?

A gestire l’euro è la BCE, Banca Centrale Europea, e solo quella. Le banche centrali nazionali non hanno voce in capitolo in termini decisionali diretti, per quanto la BCE sia ufficialmente espressione dei vari istituti nazionali. Questi, però, devono rispettare le direttive che vengono dall’alto.

La BCE agisce come una banca centrale classica, pur essendo totalmente indipendente dal potere politico: decide la politica monetaria, i tassi di interesse e i programmi (eventuali) di acquisto dei titoli di debito sia pubblici che privati.

A stampare materialmente l’euro è invece l’EuroSystem, che funge da zecca.

Perché non ci sono banconote da 1 euro e 2 euro?

In realtà, in passato alcuni paesi come l’Italia, l’Austria, la Slovenia e la Grecia hanno chiesto che venissero stampate banconote di questo taglio. Una richiesta legittima, dal momento che, a livello percettivo, il valore di una moneta è considerato come “inferiore”, anche se, in effetti, 2 euro equivalgono a quasi 4.000 delle vecchie lire.

La richiesta ad ogni modo è stata respinta in quanto un cambiamento di questo tipo sarebbe stato troppo costoso.

Com’è nato il simbolo dell’euro?

La “E” disegnata in quel modo particolare altro non è che la forma maiuscolo della lettera greca “epsilon”. Si tratta quindi di una sorta di omaggio verso la Grecia, ritenuta (certo non a torto), la culla delle civiltà europea. Le due linee orizzontale, infine, simboleggiano la stabilità.