Scegliere un buon broker è fondamentale, anzi propedeutico per chiunque voglia guadagnare con il trading online. Il broker, infatti, soprattutto in un contesto di market maker, rappresenta il punto di contratto tra il trading e il mercato reale. Buona parte dei trader, appunto, utilizza la modalità market maker, in cui ogni ordine è garantito, anche a costo di investire con prezzi leggermente diversi da quelli reali.

Scegliere un buon broker non è difficile, scegliere un broker veramente all’altezza, più che altro riconoscerlo in mezzo a decine, è già una questione più complicata. In questo articolo diremo come fare, presentando un processo di scelta articolato in tre fasi.

Verifica dell’onestà

Il mondo del trading online è ancora oggetto di uno squallido pregiudizio, nello specifico quello secondo il quale sarebbe un ricettacolo di truffatori, il luogo nel quale gli ingenui vengono privati dei loro risparmi. Si tratta, appunto, di un pregiudizio. Il trading online è una attività con una sua dignità, in tutto e per tutto simile a quella di altre forme di investimento, atteso che il livello di rischio è comunque alto (ma non per una malcelata onestà). Ciò non toglie, però, che le mele marce possano esistere. Non sono pochi, infatti, i “sedicenti broker” che offrono servizi mirabolanti e altrettanto mirabolanti promesse di guadagno e che si rivelano, presto o tardi come delle truffe. La buona notizia è che smascherarli è piuttosto facile. Ecco tre segnali inequivocabili.

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Offerta fuori scala. Se un broker vi promette la luna, beh…. Si tratta di promesse da marinaio. Purtroppo c’è gente che ci casca. La prospettiva di guadagnare in fretta e tanto alletta molti, soprattutto i meno esperti. E’ una prospettiva, sia chiaro, che non potrà mai essere realizzata. E chi ve la configura ha qualcosa da nascondere.

Opacità informativa. Se il sito ufficiale è parco di informazioni sul conto del broker, se si mantiene sul generale e al posto di dati reale contiene le solite promesse, tutto ciò è un segnale che qualcosa non va. Soprattutto se mancano chiari riferimenti alla sede legale e amministrativa.

Assenza di regolamentazione. E’ questo il punto più importante. La discriminante, quella vera, tra i broker onesti e i broker disonesti. Se il broker possiede una licenza, e questa licenza è reale, non c’è nulla di cui preoccuparsi: non si è di fronte a una truffa. Per verificare il possesso della licenza, ossia che quanto scritto sul sito sia reale, è necessario individuare il numero della licenza stessa all’interno dei registri dell’ente (che si trovano in genere sul sito). Se la licenza esiste, ed è per giunta rilasciata dai più importanti enti, non vi è alcun dubbio sulla solidità morale del broker. Ecco quali sono.

Cysec (Cyprus Securities and Exchange Commission). E’ un ente con sede a Cipro, sebbene abbia un carattere internazionale. Molti broker hanno sede lì, viste anche le condizioni fiscali molto agevole. La Cysec è probabilmente l’ente di regolamentazione più importante del mondo, almeno per ciò che concerne il trading online. Ha anche una portata pioneristica, dal momento che è lei a prendere per prima alcune decisioni “epocali” come, in passato, l’aver associato le opzioni binarie nel novero degli strumenti di investimento finanziari.

FCA (Financial Conuct Authority). Ente del Regno Unito, ha una caratura internazionale ed è molto apprezzata per la capacità di tutelare il cliente, per cui impone ai broker delle regole rigide.

Sia la Cysec che la FCA hanno sede nell’Unione Europea (rispettivamente a Cipro e nel Regno Unito). Ciò significa che fanno riferimento alla MiFID, la normativa comunitaria riservata agli investimenti. Una normativa che si pone l’obiettivo di proteggere il consumatore, anche a costo di privare i broker di alcune libertà. Insomma, una sicurezza in più per i trader.

Offerta tecnica

Un buon broker è un broker onesto, su questo non c’è dubbio. L’onesta, tuttavia, non l’unico fattore in gioco. Spicca, da questo punto di vista, anche l’offerta tecnica, ossia gli strumenti, gli asset e in generale i servizi che il broker mette a disposizione del trader. Nello specifico…

Offerta di strumenti. Un broker può essere specializzato nel trading classico, piuttosto che nei derivati. Tuttavia, raggiunge vette di eccellenza solo se mette a disposizione contemporaneamente le due tipologie di strumenti, e quindi: trading classico, CFD, Futures, Opzioni Binarie. Per inciso, gli strumenti derivati sono titoli, scambiabili anch’essi, che non prevedono il possesso dell’asset bensì il suo impiego in qualità di sottostante. Il loro prezzo segue il prezzo del sottostante.

Offerta di asset. Nella migliore delle ipotesi, il trader può scegliere tra diverse asset class quali le valute, le azioni, gli indici, le materie prime e le criptovalute. All’interno delle singole asset class è bene verificare l’offerta dei singoli asset, ossia quante valute sono disponibili, quante azioni, quanti indici etc.

Offerta di strumenti. Un buon broker, soprattutto se market maker, non può limitarsi a garantire gli ordini. Deve predisporre un ambiente quanto più possibile confortevole al trader. Tale ambiente è composto in primo luogo dalle piattaforme. Diciamo che il pacchetto base dovrebbe comprendere una piattaforma software (le Metatrader sono le migliori), anche – perché no – proprietaria, una piattaforma browser e una piattaforma mobile, meglio se compatibile con iOS e Android. Ma non finisce qui, è bene che anche l’offerta di strumenti di analisi sia all’altezza, dunque indicatori, oscillatori, grafici, piattaforme per leggere le notizie in tempo reale e calendario economico.

Servizi di formazione e supporto. Questo è un aspetto importante. Molto spesso chi si approccia al trading lo fa per provare, senza avere un bagaglio di competenze solido dalla sua parte. Ebbene, un buon broker deve intercettare anche questo problema. Come? Offrendo contenuti formativi. Per fortuna, sono molti i broker che predispongono materiale per la formazione come corsi online, webinar, ebook etc. Sullo sfondo, ci deve essere un servizio di assistenza qualificato, facilmente contattabile (attraverso più canali) e soprattutto reperibile ventiquattro ore su ventiquattro.

Offerta economica

Infine, l’ultimo step: valutare le condizioni economiche. Il perché di questa necessità è intuitiva: il broker può essere onesto, generoso e capace nell’erogazione dei servizi, ma se impone spese troppo alte ed erode i profitti va comunque evitato. Di seguito, gli elementi “economici” da prendere in considerazione.

Account. I broker in genere offrono più account. Nella maggior parte dei casi tre. L’offerta di account deve essere retta da un principio di progressività, in cui da un lato aumentano le barriere all’entrata (i depositi minimi iniziali) e dall’altra aumentano i servizi. Questo perché tutti dovrebbero poter iniziare a fare trading, e in genere chi inizia, specie se non appartiene alla platea degli investitori di professione, ha a disposizione un capotale risicato.

Spread e commissioni. Questa è la parte cruciale. Da spread e commissioni, infatti, deriva il guadagno del broker, e quindi una spesa in più – anzi, la vera spesa – per il trader. Ora, l’ideale sarebbe un’offerta che prevede o l’applicazione degli spread o l’applicazione delle commissioni. In effetti, c’è da dire, spesso è così. Gli spread si misurano in pip, che è il minimo scostamento di prezzo che un asset può registrare; le commissioni in percentuale sul capitale investito.

Depositi. In particolare, i depositi minimi iniziali. Possono essere definiti come la barriera all’entrata. Nel migliore dei casi, sono necessari 100 euro per iniziare, anche se si tratta di una cifra oggettivamente rara. Molto più spesso, siamo nell’ordine delle migliaia.

Prelievi. Le modalità di prelievo, e soprattutto i tempi, sono importanti perché certificano le possibilità, per un trader, di godere dei frutti dei suoi sforzi. E’ bene che i tempi siano stretti, nell’ordine dei quattro o cinque giorni.

I migliori broker in circolazione

Alla luce dei passaggi descritti, e dei requisiti esposti, possiamo fare una cernita dei migliori broker in circolazione.

XM. E’ uno dei broker più conosciuti a livello internazionale. Si caratterizza, oltre che per l’offerta praticamente sterminata, anche per il suo impegno nella formazione. Hanno fatto scuola i programmi i seminari, che vengono organizzati in giro per il mondo.

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AvaTrade. Come Plus500, offre un conto demo illimitata. Eccellente l’offerta di asset, come anche le condizioni economiche e il servizio di assistenza.

Key to Markets. Posta sotto l’egida della severissima FCA, quindi facente capo alla normativa MiFID (come buona parte dei broker fin qui trattati del resto) offre una vasta gamma di servizi e una lista di asset disponibili in grado di rispondere alle esigenze dei trader più stravaganti.

FXTM. Broker molto completo da tutti i punti di vista (offerta tecnica, offerta economica, servizi di assistenza e contenuti formativi) non è molto conosciuto ma, grazie alle sue qualità, si sta diffondendo a macchia d’olio, ingrossando ogni giorno il suo bacino di utenza.

EasyForex. Offerta di asset, condizioni economiche, piattaforme, servizio di assistenza, formazione: questo broker si difende molto bene in tutti i campi. Nonostante sia nato da poco, è in forte ascesa. Si segnala, tra l’alto, anche la demo, che è davvero in grado di simulare – senza rischi per i trader principianti – un vero ambiente di trading.

Klimex. Broker di caratura globale, mette a disposizione l’efficacissima piattaforma MetaTrader 4, un conto demo molto utile (con tanto di 50.000 dollari virtuali), una offerta completa sotto tutti i punti di vista. Il suo utilizzo è molto intuitivo, a partire dalla procedura di iscrizione, che dura pochi minuti.