Il Money Management è quell’elemento che distingue un’attività di Forex Trading consapevole e profittevole dal mero gioco d’azzardo. Ovviamente, le differenze tra le due attività non finiscono certo qui, ma certamente il Money Management è quella più rappresentativa. Per inciso, il Money Management è quell’insieme di accorgimenti che consentono al trader di tenere sempre sotto controllo le sue finanze, anche in caso di perdita. Ma, come si pratica un efficace Money Management? Ecco sei suggerimenti utili in questo senso.

Individua il tuo risk per trade

Come si intuisce dal nome, il risk per trade è la quantità di denaro che un trader può permettersi di perdere in un singolo trader. E’ un elemento soggettivo, che cambia da investitore a investitore, e dipende da alcuni fattori come il capitale a disposizione, le risorse economiche extra-trading e la capacità di sopportare emotivamente le perdite. Conoscere questa variabile è importante, poiché in questo modo il trader può impostare l’ordine in maniera di riuscire a gestire la perdita e a non compromettere nulla anche in caso di perdita. E’, insomma, un metodo per ridurre l’impatto degli eventi negativi.

Come abbiamo già specificato, il risk per trade è soggettivo. Tuttavia, nel corso degli ultimi anni sono state elaborate formule in grado di offrire una versione universale di questo elemento, una versione che tutti possano prendere a riferimento. Il frutto di queste elaborazioni è un numero: 2. In buona sostanza, il massimo rischio per singolo trade non dovrebbe mai superare il 2% del proprio capitale. In ogni caso, se il trader è principiante, farebbe bene a dimezzare questa percentuale, in quanto la probabilità di sconfitta è maggiore.

Usa sempre lo stop loss

Lo stopp loss è l’unica garanzia che ha il trader di non perdere più di una certa somma di denaro durante una singola operazione. Se il risk per trade illustra la massima perdita gestibile, lo stop loss fa sì che non si travalichi quella stessa soglia.

E’ possibile impostare lo stop loss conoscendo la massima perdita gestibile, ma anche facendo riferimento ai pivot point. Si tratta di una scelta strategica che attiene al singolo trader. In linea di massima, si pone lo stop loss in base ai livelli di supporto e di resistenza (i pivot point appunto), ma solo se questi non vanno oltre il risk per trade.

Usa il take profit

Il take profit è l’altra faccia della medaglia dello stop loss. Se quest’ultimo, infatti, pone fine in automatico a un trade che sta causando perdite oltre la soglia di sopportazione, il take profit vi pone fine quando è stato raggiunto, secondo certe stime, il massimo guadagno possibile. In genere, lo scopo del take profit è portare a casa il risultato prima che il mercato faccia marcia indietro e trasformi il trade da positivo a negativo.

Anche questo, dopotutto, è Money Management, sebbene cambi il contesto. Il contesto dello stop loss è negativo, di minimizzazione delle perdite; il contesto del take profit è positivo, di ottimizzazione delle vincite.

Per capire dove posizionare il take profit, oltre a fare riferimento ai classici pivot point, è bene coinvolgere un altro concetto, quello di reward risk ratio. Si tratta del rapporto tra la massima perdita e la massima vincita prevedibile. Se il rapporto è di 1:1, vuol dire che la quantità di denaro che stai rischiano è identità alla quantità di denaro che potresti guadagnare. Il mercato non sempre versa in condizioni profittevoli, però occorre sempre ricercare un risk reward ratio superiore a 1:2. Insomma, il gioco deve valere la candela.

Usa la leva con prudenza

La leva è uno strumento molto particolare, la classica arma a doppio taglio. Può fare la fortuna di chi la usa ma, allo stesso tempo, può gettarlo nella disperazione più completa. Può favorire una crescita esponenziale dei guadagni e può scaraventare il trader sul lastrico. Questo accade perché la leva non è altro che un amplificatore: esacerba i guadagni come le perdite. Tra parentesi, la leva è quello strumento che consente al trader di investire più di quanto in realtà non possa fare. Se per esempio la leva ha un rapporto di 1:10, il trader investe 10 euro ma è come se ne investisse 100. Questo significa che se il trade va a segno, e realizza un guadagno dell’10%, produce un utile di 10 euro (praticamente la somma investita). Mentre, se perde, e la percentuale è la medesima, produce una perdita disastrosa.

Insomma, la leva va utilizzata con prudenza, e comunque nel rispetto dei limiti disegnati dal Money Management, e magari del risk per trade. Il consiglio è quello di non andare oltre il rapporto 1:10. In casi speciali, quando si è particolarmente coperti a livelli finanziario, si potrebbe procedere con una leva 1:50 o addirittura 1:100. Rischiare oltre sarebbe troppo pericoloso.

Non farti coinvolgere

E’ molto difficile non farsi coinvolgere emotivamente quando si fa trading. D’altronde, si rischia del denaro vero, magari guadagnato con il sudore del proprio lavoro. Tuttavia, è molto dannoso investire e nel contempo lasciarsi trascinare dalle emozioni. Il rischio, infatti, è di compiere scelte sbagliate, poco razionali poiché mosse da sentimenti quali la paura e l’euforia.

Se individuare le conseguenze di un approccio dominato dalla paura è piuttosto facile, non lo è se si fa riferimento all’euforia, che viene considerato dal senso comune come un sentimento tutto sommato positivo. Ebbene, quando si fa trading in “stato euforico” i rischi sono se possibili ancora più grandi. Il pericolo, infatti, è di assumere un atteggiamento da giocatore d’azzardo e mettere da parte la prudenza.

Tieni un diario e impara dai tuoi errori

E’ così difficile ammettere di aver sbagliato. E’ molto più semplice, anche per i trader navigati, perseverare nelle proprie convinzioni piuttosto che mettersi in discussione. Eppure va fatto. Sul come, non c’è molta scelta. L’unico modo per capire i propri errori e… Scriverli. Insomma, un buon trader dovrebbe sempre tenere un diario sul quale mettere nero su bianco tutte le sue attività di trading. Questo, a lungo andare, può rappresentare anche una fonte inesauribile di dati statistici in grado di provare l’esattezza di un approccio rispetto a un altro, di una strategia rispetto a un’altra.

Il segreto, dopotutto, è imparare strada facendo, per quanto questo possa risultare stressante, faticoso, impegnativo.