La splendida cavalcata quasi decennale dei principali indici borsistici mondiali, sembra giunta a una fase di stanca. Non intendo andare ad esaminare i motivi macroeconomici o finanziari o commerciali che influiscono sui listini, in rete si trovano le analisi più disparate e più o meno credibili che si possono consultare. Mi limito ad osservare i grafici per cercare di ricavarne qualche informazione al di là delle chiacchiere.

Prendo i tre fra i più significativi: lo statunitense S&P500, il giapponese JPN225 e il tedesco DAX. Partiamo dall’ultimo, il più debole.

DAX grafico settimanale

Il massimo storico (13.600 punti) dell’indice è stato raggiunto il 23 gennaio per poi calare decisamente nei due mesi successivi. Da fine marzo c’è stato un recupero notevole, ma senza andare ad insidiare i valori record. Attualmente, anzi, ci troviamo in prossimità dei minimi annuali (11.700).

Non significa nulla, d’accordo. Ma se osserviamo le candele settimanali, possiamo notare che le rosse (ribassiste) sono generalmente più lunghe delle blu (rialziste).

Significa che, ad ogni recupero dei listini, il mercato reagisce in vendita. Gli orsi, cioè, appaiono in questi ultimi mesi più forti dei tori. Ma non è ancora abbastanza per trarre conclusioni. Passiamo al grafico mensile.

DAX grafico mensile

Dopo il già citato minimo di marzo, i tori hanno tentato tre decise sortite al rialzo, prontamente ricacciate indietro al punto di partenza, se non sotto. Se la immaginiamo come una battaglia fra rialzisti e ribassisti, sembra che i secondi siano insomma un po’ in vantaggio.

Si tratta di piccoli segnali non determinanti, ma quanto basta per considerare la fase rialzista quantomeno “sospesa”.

Chiaramente tutto può cambiare, ma al momento la mia personale sensazione è che questa fase di debolezza non si sia affatto esaurita.

JPN225

Anche questo indice, dopo il massimo di gennaio e il sell-off successivo, ha recuperato una buona parte del suo valore, i due terzi circa. Più volte ha tentato di scavalcare l’area 23000, già resistenza (vedi le quattro candele di dicembre 2017), ma è sempre stato respinto. Segno che si tratta di una barriera importante.

JPN225 grafico settimanale

Siamo ora di fronte a un nuovo “assalto” e sarà da vedere chi avrà la meglio. La situazione è in equilibrio: a una resistenza che si sta dimostrando solida, si oppongono minimi in crescita con oscillazioni che stanno andando in compressione. Qualcosa, insomma, a breve dovrebbe succedere. Se i tori avranno la meglio e riusciranno a rompere la resistenza, andremo probabilmente verso nuovi massimi; se invece getteranno la spugna si tornerà sui minimi annuali.

S&P500

Infine S&P500. E’ il grafico più difficile da interpretare. Il mensile dice long, non c’è dubbio. I valori massimi sono in crescita da 5 mesi e i minimi anche.

S&P500 grafico mensile

Tuttavia, se andiamo a osservare il grafico settimanale, qualche dubbio ci viene. L’inversione di rotta di inizio anno a 2870 è stata allegramente superata (unico dei tre indici qui presi in esame). La resistenza è diventato supporto e, proprio in queste ore, sta dimostrando la sua efficacia.

S&P500 grafico settimanale

Merita però un allarme l’ultima coppia di candele. La figura evidenziata è un engulfing ribassista e si tratta di una delle figure di inversione più potenti. Se gli orsi riescono ad abbattere il supporto, allora la figura “si attiva” e potremmo assistere a una discesa fino probabilmente a 2800.

In conclusione, presi i grafici dei tre indici di borsa più significativi, la situazione possiamo definirla fluida. I listini europei sono in fase di indebolimento mentre quelli USA ancora forti, con le borse asiatiche nel mezzo. Speriamo che nelle prossime ore il quadro si sbocchi (giovedì 13 potrebbe essere una giornata importante). Nel frattempo, è consigliabile attendere. D’altra parte, la prima virtù del trader è la pazienza.

Ci teniamo aggiornati.

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Articolo pubblicato da Burf – Trader e fondatore di Ilmioforex.com