L’analisi tecnica dei mercati finanziari è uno strumento fondamentale per i trader di ogni ordine e grado. Il suo scopo è, appunto, studiare il mercato al fine di acquisire informazioni circa l’andamento dei prezzi, intuendo il trend e la sua forza, intercettando per tempo le eventuali inversioni.
E’ uno strumento utile, certo, ma anche oggetto esso stesso di continue elaborazioni, che si traducono in una offerta di tecniche e strategie quanto mai complessa. Anche perché non esiste un solo metodo di analisi. Piuttosto, questi si adattano ai vari obiettivi che un trader può stabilire e persino allo stile di trading. Ad ogni modo, ci sono tecniche, metodi e strategie più diffusi di altri.
In questo articolo ne presentiamo cinque. Una precisazione: non si escludono a vicenda. Anzi, se possibile, cercate di utilizzarli tutti insieme. Sono approcci di puro buon senso, la cui efficacia è dimostrata inoltre dall’esperienza dei trader.
La via della semplicità
L’analisi tecnica dei mercati finanziari, e in particolare quella del Forex, viene realizzata mediante l’utilizzo di determinati strumenti. Questi prendono il nome di indicatori. Gli indicatori costituiscono la cristallizzazione di modelli statistici in grado di leggere il mercato in modo diverso da quanto non possa essere fatto a occhio nudo. La ratio di fondo è rintracciare condizioni “specifiche”, le quali fungono da indizi per la conferma di un trend, la sua inversione, l’inizio di una fase laterale etc. In genere, sono integrati nella piattaforma, o comunque offerti dai broker. Il trader, per fortuna, non deve calcolare nulla, ma solo impostare e leggere.
Ora, esistono svariati indicatori. Tutti sono dotati di una certa efficacia. Il primo istinto, quindi, è di utilizzarne più possibile. D’altronde, se è vero che più teste pensano meglio di una, sarà pur vero che più indicatori funzionano meglio di un indicatore soltanto. E invece la verità è abbastanza diversa. Certo, utilizzare un solo indicatore è molto limitante, e determina alte probabilità di andare incontro alla sconfitta. Tuttavia, anche l’estremo opposto concretizza un approccio da evitare assolutamente.
Utilizzare molti indicatori contemporaneamente è pericoloso. In primo luogo perché aumenta la probabilità di andare incontro a falsi segnali. Secondariamente perché si acquisiranno segnali contrastanti, i quali confondono ulteriormente le idee del trader. Infine, c’è un’altra conseguenza di cui tenere conto: utilizzare molti indicatori contemporaneamente impegna parecchio tempo. Tempo che, ovviamente, potrebbe essere speso per un’analisi più asciutta o semplicemente per progettare gli ordini.
Dunque, scegliete la via della semplicità. Vi bastano un paio di indicatori per poter analizzare in maniera efficace il mercato. Ovviamente, tutto dipende da come si scelgono e da come si utilizzano.
Questa è una regola di buon senso, ma che spesso viene disattesa dai trader poco esperti. Il motivo è semplice: l’utilizzo di tanti indicatori, almeno all’inizio, restituisce una situazione di controllo. In un certo senso la via della complessità è più un feticcio che una reale possibilità. Nello specifico, un feticcio che consente di tenere sotto controllo l’ansia. Tuttavia, è solo una sensazione, che spesso presenta il conto in termini di efficacia del trading.
L’integrazione tra più indicatori
Questo approccio si lega a doppio filo con il precedente. Abbiamo detto che utilizzare molti indicatori è dannoso, perché confonde, genera segnali contrastante, ruba troppo tempo. Tuttavia, ciò non deve portare a un approccio teso al risparmio eccessivo. Gli indicatori sono importanti nella vita di un trader, e lo sono quando vengono utilizzati come minimo in coppia. Ovviamente, occorre saperli scegliere, abbinare in un certo senso. In questo modo si potranno porre le basi per una buona analisi tecnica dei mercati finanziari, intuire con un margine di errore ristretto l’andamento dei prezzi e fare trading di conseguenza.
La ratio che sta dietro al discorso dell’abbinamento è facilmente intuibile. E’ il principio della controprova. Chi fa analisi tecnica sa per certo che il rischio di incorrere in falsi segnali è sempre alto. Una evenienza tutt’altro che rara eppure catastrofica, in grado di portare letteralmente fuori strada. Dunque, che fare? Semplice, adottare il principio della controprova. Un indicatore, quasi strutturalmente, dovrebbe fungere da controprova rispetto a un altro, in modo da verificare l’esattezza dei segnali e scongiurare il rischio di falsi segnali.
Dunque, scegliete gli indicatori in questa prospettiva. Per esempio, sarebbero da prendere in considerazione l’accoppiata MACD e RSI. Il primo è in indicato di prezzo, che fornisce segnali analizzando le interazioni tra più medie mobili. Il secondo è invece un indicatore di forza. In questo modo, uno strumento in qualche modo confuta o conferma l’altro, e insieme garantiscono una certa affidabilità. Ovviamente questo è solo un esempio, le combinazioni sono numerose. Come indicatore di prezzo si potrebbero utilizzare le Bande di Bollinger, magari in combinazione con un qualsiasi indicatore del momentum.
Integrare l’analisi tecnica
Questa è una spiacevole verità: l’analisi tecnica dei mercati finanziari potrebbe non bastare. Anzi, in molti casi non basta. Per esempio, quando il mercato diventa volatile e sostanzialmente imprevedibile a causa non delle normali dinamiche di scambio ma per via di ciò che accade al di fuori. Senza contare il fatto che, quand’anche il mercato non soffrisse di sconvolgimenti esterni, il contesto potrebbe risultare troppo complesso per poter essere letto solo da un paio di indicatori. Dunque, potrebbe essere necessario ben altro. Partiamo dal discorso dell’insufficienza intrinseca degli indicatori.
Spesso, potrebbe rendersi necessario un ulteriore strumento di verifica. O, per meglio dire, uno strumento che dia il là ad analisi più complesse, che possa quindi rappresentare un primo livello di analisi, un primo campanello d’allarme. Questo strumento è l’analisi grafica. In realtà, è una branca dell’analisi tecnica. La vera grande differenza rispetto alla variante classica è che, in questo caso, non si utilizzano gli indicatori bensì le candele. Esatto, sono le candele del grafico a generare il segnale. Nello specifico, quando formano delle figure specifiche. Esse possono suggerire una conferma del trend, piuttosto che una sua conversione o l’inizio di un passaggio in laterale.
Un altro strumento a integrazione dell’analisi tecnica che non può mancare è l’analisi fondamentale. In questo caso il paradigma cambia completamente. A generare segnali non è lo studio del mercato ma l’esatto opposto: tutto ciò che accade al di fuori del mercato. Già, molti eventi sono in grado di impattare sui prezzi, e in genere lo fanno sempre allo stesso modo. Capire per esempio quale dato uscirà fuori da un incontro istituzionale, vuol dire intuire la reazione degli investitori e, di conseguenza, l’andamento del prezzo. Paradossalmente, nonostante calcoli, matematica e statistiche qui c’entrino poco, l’analisi fondamentale è più complicata dell’analisi tecnica. Anche perché sono necessarie competenze quali la capacità di interpretazione, la lungimiranza, l’abilità nella sintesi.
L’importanza delle analisi altrui
Il trader, in fondo, è un uomo solo. E’ lui in prima persona a gestire il suo capitale (salvo programmi e servizi speciali), è lui a decidere quanto e come investire. Ovviamente, è lui a produrre le analisi che lo orienteranno nelle scelte di trading. Tuttavia, questa professione di solidarietà presenta alcune eccezione. In certi casi, il trader è chiamato a uscire dal suo guscio e affidarsi agli altri, soprattutto in sede di analisi tecnica. No, il riferimento non è a servizi particolari come il copy trading, e nemmeno alla partecipazione a una o più community. Il riferimento è all’opportunità di studiare le analisi istituzionali, ovvero i classici paper di analisi.
I paper di analisi sono in genere redatti da organismi istituzionali o, più spesso, dalle grandi banche commerciale. Di default, sono creati a uso e consumo dei clienti. Tuttavia, vengono quasi sempre messi a disposizione del grande pubblico, anche perché possono essere utilizzati come uno strumento di marketing. Ad ogni modo, il trader ha a disposizione le analisi realizzate da una banca o un grosso broker di cui non è cliente. Analisi complesse e anche molto utili. In primo luogo, perché realizzate da professionisti. Secondariamente, per gli approcci con cui sono state elaborate.
Quali obiettivi permette di raggiungere lo studio sui paper altrui? Certo, vengono pubblicati in maniera regolare ma mai a stretto giro. In genere, ogni tre mesi. Dunque, se cercate un’analisi approfondita ma nel breve termine, i paper non fanno al caso vostro. Tuttavia, sono incredibilmente utili per acquisire note di contesto, per avere una panoramica esaustiva del medio periodo. Molti paper, infatti, producono stime che si sviluppano lungo due o tre anni. Capire il contesto, guardare al mercato allargando il campo, sono passaggi fondamentale per produrre, magari autonomamente, analisi a breve termine e funzionali all’impostazione di trade anche giornalieri.
L’utilità della routine
Questa più che una strategia è un vero e proprio consiglio. Anche perché può essere perfettamente associato a quanto scritto finora. La routine, per così dire, sta bene su tutto. Ma cosa si intende per routine nel trading, e nello specifico per routine dell’analisi tecnica? Il significato non si discosta da quello che caratterizza l’immaginario collettivo. Si tratta di fare le stesse cose sempre allo stesso modo, magari ogni giorno e alla stessa ora. La routine può sembrare noiosa e determinare inoltre una sensazione di rigidità. Tuttavia, se programmata bene e gestita meglio, può rappresentare il vero punto di svolta.
Perché la routine è efficace? Rispondere è relativamente semplice: perché l’essere umano è essenzialmente una creatura abitudinaria. Certo, la curiosità e la ricerca dell’adrenalina fanno anch’esse parte della sua natura, ma è nella routine che trova una fonte di potenziamento, una valorizzazione delle sua abilità, un miglioramento rapido ed esponenziale delle prestazioni. In qualsiasi campo, e quindi anche nel trading, routine vuol dire efficienza. Nella pratica e nella ripetizione, quasi sempre, sta il segreto del successo. Può sembrare una verità deludente, mentre ad altri sembrerà banale e scontata, ma è comunque fuori discussione.
Come si legano, in estrema sintesi, routine e analisi? In primo luogo, occorre dedicare all’analisi sempre la stessa parte della giornata e, se possibile, lo stesso lasso di tempo (che può essere anche di ore, sta al trader decidere). Secondariamente occorre utilizzare sempre gli stessi strumenti, e allo stesso modo. Certo, tutto ciò non deve affatto tradursi in una rigidità. Il trader deve essere in grado di cambiare, se necessario. Persino di piegare la routine e modificarla, se la situazione lo richiede. Si tratta comunque di eventi emergenziali, o delle classiche eccezionali che confermano la regola. In linea di massima, la routine può essere mantenuta tale, anzi… Deve. Anche da essa dipendono le speranza di analizzare bene il mercato e porre le condizioni per un’attività di trading duratura e profittevole.