Il Bear Market non è un fenomeno poi così frequente, per quanto durante la sua carriera un trader debba affrontarlo più e più volte. La locuzione è chiaramente inglese e la traduzione letterale non suggerisce, almeno a primo acchito, informazioni circa il suo significato. Nondimeno, il Bear Market e oggetto di alcuni fraintendimenti, i quali possono inficiare la qualità della risposta da parte del singolo trader.
La verità è che se non si comprende a pieno cosa si intenda per Bear Market e le dinamiche che lo muovono, è veramente complicato per un Trader riuscire a farvi fronte ed evitare in tal modo le conseguenze negative che questo fenomeno comporta.
In quest’articolo offriamo una panoramica breve ma esaustiva del Bear Market, fornendo una definizione chiara e qualche consiglio che i trader, esperti e meno esperti, possono seguire per limitare i danni o addirittura approfittare della situazione.
Una definizione di Bear Market
L’espressione “Bear Market” e tradotta spesso in italiano in modo letterale, ovvero con la locuzione “mercato orso”. La maggior parte dei trader, però, tendono a utilizzare l’espressione originale.
A prescindere dal discorso lessicale, il Bear Market indica una precisa condizione del mercato, che si verifica con una frequenza non eccessiva ma comunque in grado di mettere in allarme gli investitori.
Alcuni trader, soprattutto quelli poco esperti, credono che il termine Bear Market stia semplicemente per “mercato in fase discendente”. In buona sostanza, quando il mercato imbocca un trend discendente ecco verificarsi la condizione di Bear Market.
Questa definizione, in realtà, è sbagliata o come minimo parziale. Non è sufficiente che un mercato sia in decrescita affinché possa dirsi “Bear”. E’ necessario che compia un passo ulteriore, ovviamente nella direzione della svalutazione.
In realtà, si definisce Bear Market un mercato che nel giro di due mesi o più perde almeno il 20% del suo valore. Stiamo parlando, dunque, non solo di un trend discendente ma, allo stesso tempo, di un trend solido e profondo.
E’ ovvio: un mercato che decresce per così tanto tempo e in maniera così significativa può creare squilibri e mettere in pericolo le carriere di molti trader, o comunque causare molte perdite e rischi, però, ne parleremo nel prossimo paragrafo.
Le insidie del Bear Market
Sono molte le insidie del Bear Market, alcune di queste si sviluppano nel breve periodo, ovvero nell’immediato. Altre invece si rivelano come tali quando la fase discendente raggiunge il suo picco o viene addirittura superato.
Nell’immediato, il rischio più grande del Bear Market e di non rivelarsi come tale. In questo caso, i trader credono o sono portati a credere che le svalutazioni delle quotazioni siano in realtà estemporanee, piuttosto che inserite in un trend si discendente e destinato a cambiare presto la sua direzione. Sulla scorta di queste convinzioni, di queste false evidenze, i trader rischiano di aprire un gran numero di posizioni fallimentari, di fatto perdendo una buona fetta del loro capitale.
C’è poi un altro rischio, forse addirittura più grave, certamente capace di generare effetti duraturi. La questione è la seguente: se il mercato continua imperterrito la sua discesa, gli investitori possono convincersi che la situazione durerà ancora a lungo, eventualità peraltro mai del tutto improbabile. Ecco, quindi, scatenarsi un’ondata di vendite non giustificata dalle reali performance degli asset ma causata semplicemente da una certa tendenza alla sfiducia. Da qui al Panic Selling vero e proprio il passo è breve.
La condizione di Panic selling è sempre una piccola catastrofe, In quanto, anche nella migliore delle ipotesi, tutte le attività di analisi sono inficiate dalla componente emotiva. In buona sostanza, il trailer durante la fase di Panic Selling, anche nel caso in cui riuscisse a mantenere il sangue freddo, si troverebbe a fare trading quasi alla cieca.
Per fortuna, il Panic Selling non è mai destinato a durare a lungo. Può essere paragonato a uno stato febbrile subitaneo, a una reazione spropositata a un evento sì negativo ma non necessariamente catastrofico. Nel poco tempo che ha a sua disposizione, però, il Panic Selling può mietere molte vittime e causare molti danni. È molto spesso il tutto parte da una condizione di Bear Market.
Cosa fare durante il Bear Market
Come comportarsi durante il Bear Market? Come limitare i danni, difendersi dalle conseguenze negative e, se è possibile, addirittura sfruttare la situazione a proprio vantaggio?
Esistono alcuni approcci che possono essere messi in campo per raggiungere questo obiettivo, per quanto non sia mai facile uscire indenni da un mercato in queste condizioni, anche qualora si conoscessero le tecniche più adatte a farvi fronte.
Ad ogni modo, Ecco tre consigli per affrontare in maniera efficace il Bear Market.
Investire al ribasso con i CFD
Alcuni strumenti consentono di investire al ribasso, ovvero di guadagnare anche quando i prezzi stanno scendendo, a prescindere dalla velocità con cui lo stanno facendo. Genere, sono utili allo scopo tutti i prodotti derivati che utilizzano gli asset in discesa come dei sottostanti.
I prodotti derivati più utilizzati al momento sono i CFD, ovvero i Contract for Difference. Sono degli strumenti over-the-counter, dunque non fanno parte di un mercato regolamentato. In virtù di ciò, però, sono anche flessibili e moderatamente personalizzabili.
Grazie ai CFD è possibile aprire posizioni short, che consentano al trader di guadagnare esattamente quando l’asset (che, è bene ricordarlo, in questo caso funge da sottostante e non da bene reale) si svaluta. Una caratteristica positiva dei CFD è che in genere non sono soggetti a commissioni elevate, a differenza di quanto invece possa accadere per i futures, che ne rappresentano la variante regolamentata. Tra l’altro i CFD sono abbastanza reperibili, in quanto la maggior parte dei broker retail li mette a disposizione.
Aspettare
Può sembrare un consiglio strano, che va contro l’interesse stesso dei trader. Starsene con le mani in mano, non tradare… Come può essere una soluzione a una condizione strana e pericolosa come quella del Bear Market?
In realtà, forse, è il consiglio più saggio tra i tanti che potrete ascoltare. È vero, se il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. Se però il gioco è troppo duro allora è bene tirarsene fuori, rinunciare alla contesa, sospendere il proprio impegno nel trading. E’ una sospensione, non interruzione e men che meno un abbandono. Non significa gettare la spugna, bensì semplicemente attendere tempi migliori.
D’altronde è questa la cifra che separa un trader normale da un trader esperto o di successo: la capacità di riconoscere i suoi limiti, di capire fin dove arrivano le sue competenze, di intuire quando le sue conoscenze non sono sufficienti a far fronte a un dato pericolo.
In effetti, il Bear Market è una delle condizioni di mercato più ostica per un trader. Anche perché, si tratta in definitiva di una stabilizzazione del trend discendente. Va da sé che in questa situazione è veramente complicato per un investitore capire quando giunge l’alba, quando finalmente il trend discendente farà posto a un aumento dei prezzi più o meno costante.
Dunque, se il Bear Market vi fa paura e avete l’impressione di non riuscire ad affrontare la situazione, semplicemente… Fermatevi. Aspettate tempi migliori.
Comprare e puntare al lungo periodo.
Per quanto il Bear Market ponga in essere ostacoli difficili da sormontare, può ancora essere sfruttata a proprio vantaggio. E’ bene mettere le mani avanti: non è affatto semplice, anzi, chi si cimenta molto spesso rimane scottato. Molti trader esperti, però, sono in grado di guadagnare anzi di fare delle vere e proprie fortune proprio a partire dalle situazioni di Bear Market, ovvero quando gli asset si producono in un trend discendente costante e profondo.
Com’è possibile guadagnare, e guadagnare molto, dal Bear Market? In linea teorica, esiste un approccio molto semplice da capire e che può risultare efficace, se si verificano alcune condizioni specifiche.
Il riferimento è al trading di lungo periodo, ovvero a un approccio impone all’investitore di raccogliere i frutti del proprio impegno in un futuro non esattamente prossimo. In questa prospettiva, si può parlare anche di mesi, non di rado di un paio d’anni. La verità è che il mercato tende a comportarsi in maniera ciclica, può accadere che a profondi e costanti periodi discendenti seguano altrettanto profondi e costanti trend ascendenti.
Tanto vale, quindi, puntare alla generazione di un surplus di grandissime dimensioni, proprio a partire dalle condizioni di Bear Market. Si tratta di comprare durante un periodo di ribassi, possibilmente in corrispondenza del picco negativo, e di puntare dritti al lungo periodo, vendendo quando il futuribile trend ascendente ha raggiunto a sua volta il suo picco.
È una questione di tempistiche e di capacità previsionali, due elementi che non tutti i trader sono in grado di maneggiare con precisione.