I CFD, ovvero i Contract For Difference sono tra gli strumenti più utilizzati dai trader. Stanno pian piano sostituendo il trading con gli asset reali. Si tratta infatti di prodotti derivati, che non impongono il reale scambio degli asset. Questa caratteristica apre le porte a dinamiche molto particolari, che incidono profondamente sul modo di fare trading.
Ne parliamo in questo articolo, offrendo una guida quanto più possibile completa sui CFD. Forniremo una panoramica dello strumento, descriveremo i vantaggi e gli svantaggi, elencheremo i casi in cui possono essere utilizzati e quelli (pochi) in cui non possono essere utilizzati. Inoltre offriremo qualche consiglio per trarre il meglio da questo interessante strumento.
Una definizione di Contract For Difference
I Contract For Difference sono esattamente quello che suggerisce il nome: dei contratti. Nello specifico, dei contratti tra il trader e il Broker. In questo contratto, chi guadagna lo fa sulla differenza tra il prezzo stabilito al momento dell’acquisto del contratto, e il prezzo stabilito alla vendita del contratto. Il prezzo di cosa? Dell’asset sottostante ovviamente. I CFD sono infatti prodotti derivati, che hanno come sottostante gli asset oggetto del trading: valute, azioni, materie prime, criptovalute etc.
I Contract For Difference da strumento “esotico” quale erano all’inizio, stanno diventando progressivamente la norma. Un numero sempre maggiore di trader preferiscono oggi investire con i CFD piuttosto con i trader reali. Queste dinamiche sono favorite da due elementi: uno, i CFD offrono realmente dei vantaggi; due, sono i Broker stessi a favorire la diffusione dei CFD, in quanto è uno strumento che fa comodo anche a loro. Buona parte dei Broker, anzi, lavora esclusivamente con i CFD.
In alcuni casi, poi, i CFD sono l’unico modo per fare trading senza acquistare l’asset, come nel caso delle criptovalute. Il perché lo spiegheremo nei prossimi paragrafi. Sono anche l’unico modo per godere di leve finanziarie decenti. Questo è un aspetto controverso, perché a essere controversa è proprio la leva finanziaria, ma avremo modo di ampliare il concetto.
Quando si possono utilizzare i Contract For Difference (e quando no)
Ci sono casi in cui è possibile utilizzare i Contract For Difference, poi ci sono casi in cui si possono utilizzare solo i Contract For Difference (o altri strumenti simili) o almeno è assolutamente consigliato. Infine, ci sono caso in cui, purtroppo, non si possono utilizzare. Partiamo proprio da questi ultimi, in modo da sgomberare il campo dall’eventualità peggiore, quella che fa perdere tempo ai trader non avvezzi a questo tipo di dinamiche.
Ebbene, non si possono utilizzare i Contract For Difference quando il Broker non è market maker. Un market maker è un Broker che pone sé stesso tra il trader e il mercato: tutti gli ordini che il trader emette li emette nei confronti del Broker, che poi si rifà sul mercato. Ora, i Contract For Difference per definizione disegnano un accordo, una transazione tra trader e Broker. Ne consegue che i “non market maker”, che tecnicamente si chiamano ECN (Electronic Communication Network), non consentono il trading con alcuni CFD senza effettuare una quotazione propria dei prodotti, ma permettendo agli utenti di poter negoziare direttamente al prezzo di mercato.
I casi in cui invece è quasi o totalmente obbligatorio utilizzare i CFD sono due. Il primo è il trading con gli indici di borsa. Gli indici sono semplicemente dei parametri, non sono asset, dunque non è possibile venderli o acquistarli. Nessuno compra o vende un indice. Tuttavia, è possibile trasformarli in sottostante, dunque fare in modo che un derivato ne segue il prezzo. E’ quello che accade con i CFD (e con altri strumenti derivati ovviamente).
Discorso simile, ma non identico, per le criptovalute. Sia chiaro, è possibile scambiare criptovalute reali, possedere realmente delle criptovalute o, al contrario, sbarazzarsene. Tuttavia, è abbastanza scomodo in quanto gli Exchange impongono commissioni importanti e gli scambi soffrono di una certa lentezza. Inoltre è anche potenzialmente pericoloso, in quanto i furti di criptovalute non sono cosa rara. Ora, chi fa trading in CFD non ha nulla che possa essere rubato, e usufruire di transazioni pressoché immediati. Fare trading con CFD, se l’obiettivo è il guadagno dalle criptovalute, è un’attività pressoché obbligata.
I vantaggi dei Contract For Difference
In questo paragrafo diamo un’idea di cosa significhi fare trading con i CFD, e perché convenga così tanto. In buona sostanza, ne elenchiamo i vantaggi.
- Rapidità. I CFD sono “meno pesanti” degli asset reali, anche di quelli digitalizzati. Dunque, le transazioni sono più rapide. In alcuni casi, parecchio più rapide. Il riferimento è in particolare alle criptovalute.
- Commissioni più basse. Dal momento che nessuno trader CFD detiene asset reali, i costi sono più bassi e sono più basse anche le commissioni. Questo è un vantaggio non da poco, dal momento che in alcune tipologie di trading, come quello bancario, le commissioni rappresentano un problema, in quanto rischiano seriamente di erodere i guadagni dei trader. In questo caso, le commissioni non sono solo basse, ma possono essere anche azzerate. Molti Broker, infatti, promuovono questa politica “ultra accomodante”.
- Leve più elevate. Per ragioni di natura tecnica che in questa sede è complicato spiegare, i CFD spesso si accompagnano a un’approccio alle leve finanziarie più sciolto. Approfondiremo questo argomento in un prossimo paragrafo.
- Offerta più ampia. La possibilità di utilizzare gli asset come sottostante, e non come oggetto di scambio reale, consente ai Broker di predisporre un’offerta più ampia, il ché va decisamente a beneficio dei trader.
- Garanzia degli ordini. I CFD sono concessi da Broker market mover e solo da questi. Per definizione, chi fa trading con i market mover ha sempre l’ordine garantito, anche perché questo viene emesso nei confronti del Broker stesso, e non del mercato.
Gli svantaggi dei Contract For Difference
I Contract For Difference non sono strumenti perfetti. D’altronde, la perfezione non è di questo mondo, figuriamoci di un prodotto legato al trading. Gli svantaggi, però, sono di gran lunga inferiori ai vantaggi.
Lo svantaggio più grande, può sembrare strano, è proprio l’impossibilità di detenere asset reali. Se nella maggior parte dei casi questo rappresenta addirittura un vantaggio, a volte può essere un limite. Pensiamo, per esempio, alle criptovalute, il cui possesso, in caso di trend estremamente ribassista, può rendere molto.
Un altro svantaggio è la necessità di gestire in qualche modo il Broker. Chi fa trading con i CFD deve rapportarsi con una presenza ingombrante, ovvero con un Broker che non si limita a fungere da intermediario come con la tipologia ECN, ma “disegna” l’ambiente in cui opera il trader, quasi fosse in una bolla. Ora, tutto ciò è comodo, non c’è dubbio, ma impone al trader un’attenzione in più. Per esempio, alla politica dei prezzi che il Broker adotta, e allo spread, che deve essere comunicato con la massima trasparenza.
Rispetto ad altri strumenti simili, poi, il trading CFD sconta i tassi overnight, che scattano se si detiene un prodotto per più di un giorno. Uno scotto fastidioso, che può essere considerato uno svantaggio, ma che se gestito con attenzione non genere impatti rilevanti. Ma, appunto, è un altro aspetto cui badare.
La differenza tra CFD e Future
I CFD non rappresentano un unicum. Anzi, esistono strumenti simili. Quelli più importanti sono i Futures. Anzi, in una scala che va dallo strumento più “nobile”, o con più prestigio, a quello che ne ha di meno, i Futures precedono i CFD. Anche perché, molto banalmente, sono nati prima.
Quali sono le differenze? Ecco quelle più impattanti.
I CFD sono strumenti over the counter, mentre i Futures fanno parte di un mercato centralizzato. Questo significa che i trader dei Futures, a differenza di quelli dei CFD, possono vedere prezzi, volumi, quote etc. Inoltre, i Futures sono emessi proprio dalla piattaforma centralizzata, sono “ufficiali”, mentre i CFD sono emessi dai Broker.
A sua volta, questo aspetto comporta un diverso ruolo dei Broker. Nel trading CFD i Broker sono agenti market maker, nel trading con i Futures i Broker sono solo intermediari.
Di conseguenza, nel trading CFD le commissioni sono più basse (o assenti) ma gli spread sono più alti; mentre nel trading con i Futures gli spread sono più bassi (o assenti) ma le commissioni sono più alte.
Dal momento che il Broker non deve prendere in gestione il prodotto derivato, nel trading con i Futures non si sconta alcun tasso overnight.
Di contro, l’offerta dei trading con i Futures è più ridotta, in quanto non comprende quegli asset che non sono stati accettati pienamente dagli enti di vigilanza, come appunto le criptovalute. Inoltre, il processo di creazione di un CFD da parte del Broker è più rapido del processo di creazione di un Futures.
Infine, con i Futures, in media, la leva finanziaria è generalmente più bassa.
Qualche consiglio per trarre il meglio dai Contract For Difference
Tra trading con i CFD conviene, ma non è detto che sia facile… Tutt’altro. Come qualsiasi attività di investimento speculativo presenta il conto, che non è fatto solo di denaro perso ma anche di studio, impegno e difficoltà varie. Per questo motivo, è assolutamente necessario seguire questi consigli.
Non farsi prendere dall’entusiasmo
I trader che provengono da un’attività di investimento reale, potrebbero apparire galvanizzati all’accesso a così tanti asset (ovviamente in veste di sottostante). Ciò a sua volta potrebbe scatenare un senso di euforia, che è un sentimento molto pericoloso quando si pratica il trading, a tutti i livelli e con qualsiasi strumenti.
Dunque, stop agli entusiasmi: fare trading con i CFD offre qualche possibilità in più, ma non è né più facile né più semplice delle altre tipologie di trading,
Non derogare alle regole di risk management
Ne consegue che dovete fare esattamente quello che facevate prima, non tanto nel momento dell’operatività, che in effetti è diversa, ma nelle fasi precedenti (che sono anche le più importanti). Il riferimento è all’analisi, sia tecnica che fondamentale) e, ancora prima, all’esecuzione delle tecniche di money and risk management.
Non esagerare con la leva finanziaria
Questo è un consiglio fondamentale, da seguire senza se e senza ma. La possibilità di utilizzare leve alte è veramente una opportunità, ma è anche un’arma a doppio taglio. Ricordate sempre: con la leva moltiplicate i potenziali guadagni ma anche le potenziali perdite.
Dunque, andateci piano, agite sempre con cognizione di causa. Non optate per un utilizzo smodato della leva semplicemente perché, adesso, potete finalmente farlo. Il rischio è veramente di ritrovarsi con il capitale pesantemente decurtato o addirittura vicino allo zero.