Molti sono attirati dalle sirene di alcune campagne pubblicitarie, le quali ritraggono il Forex Trading come una sorta di paese dei balocchi, nel quale i guadagni sono sempre e comunque garantiti a tutti. Niente di più falso, come ogni trader ha sperimentato sulla sua pelle. I trade in perdita sono una realtà costante, il convitato di pietra dell’attività di investimento. E’ impossibile eliminarli dalla vita di un trader, su questo non ci piove. Tuttavia, non vi è alcun dubbio neanche sulla possibilità di limitare gli effetti dei trade “andati a male”. In parole povere, è possibile controllare le perdite per godere dei profitti nei trade successivi.
Certo, si può sempre uscire da un trade che sta provocando perdite ingenti. Chi però lo fa “manualmente”, ossia chi chiude semplicemente la posizione quando crede che la situazione sia diventata irrecuperabile, non fa molta strada. Il rischio, se si lascia tutto all’improvvisazione e all’emozione del momento, è chiudere la posizione troppo presto, quando magari potrebbe volgere in positivo da lì a qualche tempo, o troppo tardi, quando la frittata è già stata fatta.
Quindi, che fare? Semplice, deputare la limitazione delle perdite a tecniche operative che lascino poco spazio alla discrezione del trader, rette da principi il più possibile oggettivi o, se possibile, statisticamente validi. In breve, utilizzare gli stop loss.
Si definisce stop loss il livello del prezzo raggiunto la posizione viene chiusa in automatico in quanto l’asset fa fatica a riprendersi. Se il prezzo scende tocca questa soglia, è evidente che il trade non potrà fare altro che generare perdite, quindi va chiuso.
Il punto fondamentale, per chi vuole controllare le perdite, è definire il prezzo corrispondente allo stop loss. L’analisi tecnica e il money management risolvono la questione brillantemente. Consentono, infatti, di rintracciare il supporto, che è appunto il livello del prezzo raggiunto il quale il trend negativo viene confermato senza se e senza ma.
Come si ritraccia il supporto? La maggior parte delle piattaforme offrono strumenti in grado di calcolare esattamente il supporto. Per inciso, i calcoli sono complessi e coinvolgono i minimi toccati nel periodo di riferimento. L’unico elemento in grado di causare qualche preoccupazione è proprio la scelta del periodi di riferimento, che è deputata al trader. Questo deve essere di ampio respiro se la volatilità è alta, di medio e breve termine se la volatilità è bassa.