Il confronto tra broker è una delle attività che ciascun trader, specie nelle fasi iniziali della carriera, dovrebbe intraprendere. Anche perché da queste dipendono, e in misura non irrilevante, le speranze di guadagno future.

Certo, operare un proficuo confronto tra broker non è semplice. A frapporsi tra il trader e a una efficacia valutazione, per giunta di carattere comparativo, vi sono diversi elementi. In primis, le iniziative di comunicazione che (legittimamente) i broker mettono in campo. In secondo luogo, l’innegabile complessità che coinvolge ciascun broker, a prescindere dalla qualità e dai servizi offerti.

In questo articolo parliamo proprio del confronto tra broker, spiegando perché è importante e su quali criteri basarlo.

Perché scegliere un buon broker

Il broker ricopre un ruolo di fondamentale importanza per il trader. Non è un semplice attore di contorno, bensì un fattore discretamente determinante. Lo è per due motivi. In primo luogo, è la figura che disegna l’ambiente di trading attraverso cui l’utente opera, dove per ambiente si intende da un lato l’infrastruttura tecnica e dall’altro l’assetto formativo e informativo. Secondariamente, incide sulla spesa del trader, sulle sue uscite.

Da questo punto di vista, infatti, come tutti i trader sanno o sperimentano subito sulla propria pelle, esistono broker cari e meno cari. Ora, vedersi erosa una parte consistente dei profitti non è mai bello, ma è da evitare anche situazioni in cui si spende poco, ma l’ambiente di trading è così mal ridotto da contrapporre ostacoli alla stessa generazione di profitti.

Dunque scegliete un buon broker. Ovviamente, non fermatevi alla semplice verifica del grado di onestà, che pure deve essere un atto propedeutico. L’individuazione della licenza e dell’ente regolatore è solo il primo passo. Oltre a questa, occorre prendere in considerazione (almeno) altri 4 criteri. Ecco quali.

La tecnologia

Questo è un elemento importante, anche se spesso preso poco in considerazione. Cosa si intende per tecnologia del broker? In realtà, si intende il tipo di approccio per ciò che concerne il rapporto tra mercato e trader. Da questo approccio, poi, dipendono altri fattori quali la velocità di esecuzione, le informazioni a disposizione e, ovviamente, i costi.

In questo caso, la scelta (quella principale almeno) è tra due alternative: broker market maker e broker ECN.

Nel primo caso, che è a dire il vero il più diffuso, l’utente non trada con il mercato ma con il broker. Quest’ultimo prende in carico gli ordini e poi “si rifa” o per meglio dire riproduce lo stesso ordine nel mercato. Vi è una differenza, ovviamente dichiarata, tra i prezzi che fa il broker e i prezzi reali del mercato, proprio perché questa differenza, che prende il nome di spread, determina il guadagno del broker stesso.

I broker ECN, di contro, consentono al trader di tradare nel mercato vero e proprio. I vantaggi di questa soluzioni sono la frequente assenza di spread, la velocità di esecuzione, la possibilità di vedere “la profondità” del mercato. Gli svantaggi sono rappresentati invece dalla possibilità che l’ordine non vada a buon fine per assenza di controparte (non c’è il broker a offrire il paracaduta) e l’obbligo di scontare delle commissioni.

Le condizioni economiche

Questo è un elemento che sta a cuore a tutti. E non solo per una questione concreta, di gestione delle entrate e delle uscite. A essere coinvolte sono anche dinamiche legate alla fiducia, alla speranza che l’attività di trading, che è veramente faticosa, possa portare a qualcosa di concreto. Immaginate di mettere a segno qualche trade e di sentirvi soddisfatti per questo. Immaginate, però, di accorgervi che una parte sostanziosa del profitto è andata perduta a causa di spread, commissioni etc. Una bella botta no?

Nondimeno, non bisogna cedere alla tentazione di scegliere i broker esclusivamente in base alle condizioni economiche. L’ideale, anzi, è comportarsi come quando si valuta qualsiasi altro bene o servizio. Non è tanto il prezzo a dover rappresentare la stella polare, quanto il rapporto qualità prezzo. Ovviamente, la valutazione è in questo caso più complicata e più lunga, ma non c’è alcun dubbio: va fatta.

Le barriere all’entrata

Questo è un elemento non solo importante, ma che negli ultimi anni ha subito una intensa modificazione. Il motivo è semplice: le barriere all’entrata si sono abbassate, i broker hanno aperto le porte del trading online anche alla gente comune, agli autodidatti, a chi non vanta una formazione ufficiale in campo economico-finanziario o una carriera che giustifichi l’impegno di grossi capitali.

E infatti è proprio il capitale una delle leve attraverso cui i broker modificano le barriere all’entrata. Nello specifico, il capitale necessario a fare trading, ufficialmente chiamato “deposito minimo iniziale”. Se fate parte della folta schiera di trading non professionisti, se ancora non sapete se il trader sarà o meno la vostra unica fonte di guadagno, privilegiare i broker con basse barriera all’entrata può essere di aiuto. Alcuni broker, per esempio, consentono di aprire un conto con soli 100 euro! Diffidate, ovviamente, da chi sembra “regalarvi” il conto, con bonus gratuito etc.

Gli strumenti di supporto

Anche questo è un elemento da prendere in considerazione. Con strumenti di supporto si intende l’infrastruttura tecnica, e non, capace di aiutare il trader ma che, in fondo, non è essenziale all’attività stessa di trading.

Plus Post

Il riferimento, tra gli altri, è agli strumenti di analisi tecnica e fondamentale. Al giorno d’oggi, quasi tutti i broker li forniscono, sebbene in misura e con un grado di qualità diverso. Gli strumenti di analisi, se integrati nell’ambiente di trading, forniscono un aiuto rapido, intuitivo e probabilmente determinante. Dunque verificate la presenza e la qualità di indicatori, le tipologie di grafico a disposizione, nonché l’approccio con cui vengono gestiti a schermo.

Valutate anche l’offerta formativa la quale, viste le dinamiche di apertura alla gente comune, è grossomodo una cifra distintiva dei broker retail. Analizzate elementi quali la modularità, l’autorevolezza del corpo docente, il bilanciamento tra trattazioni generali e monografie.

Infine, non trascurate il servizio di assistenza. Può capitare che durante l’attività i trading non vada tutto liscio, dunque un buon servizio di assistenza può fare la differenza. Verificate i punti di contatto, la preparazione del personale e l’orario di riferimento.