Il Target Price è un elemento fondamentale per qualsiasi trader che voglia investire con cognizione di causa, avendo dalla sua strumenti di natura il più possibile scientifica, o per meglio dire tecnica. In particolare, il Target Price è apprezzato per la sua semplicità di utilizzo e per la sua utilità, che si dipana nella pratica – spesso complessa – del Money Management e del Risk Management.

Di Target Price parliamo in questo articolo, fornendo una definizione chiara e descrivendo le metodologie di calcolo. Infine, elenchiamo qualche buon motivo per integrarlo nel proprio sistema di analisi e di money – risk management, specificando nel dettaglio le sue applicazioni. 

Una definizione di Target Price

Il significato letterale di Target Price è prezzo obiettivo. In effetti, si tratta esattamente questo: è il prezzo che un investitore considera “ottimale” per qualificare l’investimento come “ben riuscito”. 

Il Target Price caratterizza tutti i mercati, e lo fa in modo trasversale. Tuttavia, per alcuni è più importante di altri. I motivi hanno a che fare con il concetto di consuetudine, ma sono anche tecnici. La struttura di alcuni mercati rende più semplice l’individuazione di un Target Price oggettivo.

Esatto, perché il Target Price può essere soggettivo o, per meglio dire, frutto di una aspettativa individuale. A incidere è anche l’eterogeneità dei metodi di calcolo, che può privilegiare un elemento piuttosto che un altro, un obiettivo piuttosto che un altro.

Ad ogni modo, il contesto in cui l’utilizzo del Target Price si rivela più intensivo è l’azionario. In genere, tutti i mercati che coniugano volatilità e leggibilità, o per meglio dire una forte interdipendenza rispetto al sistema economico, prestano il fianco a un uso molto proficuo di questo strumento.

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Come viene calcolato il Target Price

In buona sostanza, il Target Price è il prezzo raggiunto il quale il trader può dirsi soddisfatto, e passare all’incasso. A partire da questa definizione, che reca in sé i riferimenti alla finalità dello strumento, si sono sviluppati nel corso del tempo alcune metodologie di calcolo. Tutte, ovviamente, si riconducono all’analisi di tecnica, e hanno lo scopo di individuare un prezzo superato il quale, aumentano le probabilità che l’asset inverta la rotta e “scenda”. Insomma, stiamo parlando di una sorta di potenziale.

Quali sono i metodi più in voga per il calcolo del Target Price? I più semplici vedono come protagonista il concetto di resistenza. In breve, si individua una resistenza e la si pone come Target Price. Ciò può essere effettuato mediante i ritracciamenti di Fibonacci, piuttosto che attraverso la ricerca dei massimi mensili, semestrali, annuali, persino di sempre se l’asset si trova a un livello particolarmente vicino.

Un’alternativa è fare riferimento al Target Price… Di altri. Molti analisti e testate specialistiche pubblicano i propri Target Price, inserendoli all’interno della scheda tecnica dell’asset. C’è da dire che questa usanza riguarda soprattutto il mercato azionario, che abbiamo già detto essere il contesto ideale per l’utilizzo dei Target Price. 

Tra l’altro, l’azionario porge il fianco a continui ritocchi in base ai dati trimestrali che tutte le società emittenti devono pubblicare. Sicché se, per esempio, un trimestrale performa bene, il Target Price viene innalzato. 

L’importanza del target price

A cosa serve nello specifico il Target Price? Di base, ha due utilizzi, uno analitico-orientativo e l’altro più operativo.

Nella veste di strumento di orientamento, fornisce al trader una immagine chiara del potenziale dell’asset. Ciò può risultare utile sia per il trading a lungo termine che per il trading a breve termine. Per esempio, può illustrare il potenziale surplus, in caso di detenzione prolungata dell’asset. In questo caso, basta fare la differenza tra il prezzo di entrata e il Target Price.

Più spesso, può fungere da riferimento per l’individuazione del Take Profit. Con questo termine si intende il livello di prezzo raggiunto il quale l’asset, avendo esaurito il suo potenziale, tende a rimbalzare e “scendere”. Dunque, è il momento giusto per uscire dal mercato e incassare, nel caso in cui si fosse proceduto con una posizione long. D’altronde, il Target Price è quasi per definizione una resistenza, sia dal punto di vista simbolico (i trader lo percepiscono come tale) che tecnico.