L’ascesa di Donald Trump allo scranno presidenziale ha mosso profondamente il Forex Trading. Il magnate, infatti, è diventato l’assoluto protagonista del mercato valutario, come del resto del panorama economico-finanziario.
Donald Trum e Forex Trading: gli inizi
Nelle settimane successive alla sua elezione, quando ancora il passaggio di consegne con Obama non si era concretizzato, gli investitori avevano reagito positivamente. Si prevedeva, infatti, che il tycoon repubblicano avrebbe rispettato il programma elettorale, rilanciato l’economia statunitense e favorito il rialzo dei tassi. L’aumento delle quotazioni del dollaro rispetto a tutte le valute registrato tra metà novembre e la fine dell’anno, però, è stato presto ricondotto proprio alla stretta monetaria.
La dimostrazione di ciò risiede nei movimenti successivi, quando è diventato chiaro il corso che la presidenza Trump avrebbe preso. Anche perché il suo obiettivo implicito, ma per troppo tempo ignorato dagli investitori, è una rapida svalutazione del dollaro per favorire le esportazioni e vincere la concorrenza dell’Europa, della Cina, del Messico e in generale dei principali competitor del mercato globale.
A questa presa di coscienza si sono aggiunti le prime “grane presidenziali”, ossia quegli avvenimenti che hanno contribuito a ridurre la fiducia verso Donald Trump. Il riferimento è in particolare al pasticcio sul fronte immigrazione, coronato da due bandi che, agli occhi di tutti – e quindi degli investitori – sono apparsi insensati e privi di una logica.
Trump e il dollaro: previsioni
Il dollaro ha quindi arrestato la sua corsa. La delusione è stata cocente a gennaio, mese pessimo per la valuta statunitense. In un solo mese, il dollaro ha ritracciato il 45% dell’aumento accumulato negli ultimi quattro mesi.
Le prospettive parlano di un dollaro in difficoltà, anche perché molti analisti stanno diffondendo paper che consigliano di vendere, in previsione di un calo sempre più vistoso, causato presumibilmente dalle politiche economiche sbagliate che Trump ha in serbo. Si tratta solo di previsioni, certo, ma non prive di un certo fondamento. Anche perché in prima fila tra i pessimisti c’è nientemeno che Jp Morgan.
La banca di investimenti ha diffuso addirittura un vademecum per affrontare il futuribile crollo del dollaro.
“Come tutto questo si evolverà resta da vedere, ma crediamo che una strategia ragionevole possa rivolgersi ad alcuni short sul dollaro contro le valute:
1) il cui paese ha un ampio avanzo commerciale bilaterale con gli Stati Uniti,
2) notevolmente sottovalutate,
3) il cui paese è impegnato in un controllo palesato sulla valuta attraverso un intervento massiccio e permanente sul mercato FX”.