L’Euro Dollaro è la coppia di valute più famosa del Forex. E’ oggetto di interesse della maggior parte dei Forex trader, nonché argomento privilegiato di analisti ed esperti. Ciò non implica, però, che sia semplice da tradare. D’altronde, vi è ben poco di “semplice” nell’attività di trading speculativo. Tale complessità riguarda anche lo spinoso argomento dell’analisi fondamentale

Spinoso in primis perché è ancora diffuso il convincimento secondo cui, in fin dei conti, basti la “normale” analisi tecnica, e che non vi sia la necessità di spendersi anche nello studio di quanto avviene oltre il mercato. Spinoso anche perché i market mover da prendere in considerazione sono numerosi, e vanno oltre i “grandi classici”, come le deliberazione delle banche centrali.

In questo articolo parliamo proprio dei market mover dell’euro-dollaro, riportando anche quelli meno presi in considerazione ma comunque importanti.

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Euro Dollaro, la coppia più tradata del Forex

Prima di parlare dei market mover, è bene fare una panoramica dell’Euro Dollaro e spiegare le ragioni della sua importanza. Il primo motivo è anche quello più intuibile. L’Euro Dollaro fa riferimento alle valute delle due economie più grandi del mondo: quella degli Stati Uniti e quella dell’area Euro. Insieme, formano un Prodotto Interno Lordo pari a 35mila miliardi di dollari all’anno, corrispondente a quasi la metà del PIL mondiale. 

Il secondo motivo risiede nella diffusione a tutti i livelli delle due valute. Il dollaro è un po’ la valuta del commercio globale, ma a suo modo lo è anche l’euro, sebbene sia relegata in ambiti contigui al vecchio continente. 

Il terzo motivo risiede, molto banalmente, nel volume che generano. Ogni giorno, il trading sull’Euro Dollaro muove una somma di denaro abnorme, superiore – giusto per rendere l’idea – all’intero debito pubblico italiano.

Non che le altre coppie vengano ignorate dai Forex trader. Anzi, si segnala una certa eterogeneità in merito e persino le valute esotiche godono di un certo spazio. Tuttavia, non si può negare che la regina del Forex, se non del trading in genere, sia proprio la coppia Euro Dollaro. 

I market mover classici dell’Euro Dollaro

Quali sono i market mover dell’Euro Dollaro? Vi sono due modi per rispondere a questa domanda. Il primo modo non riserva sorprese, e si declina nella descrizione dei market mover più importanti, quelli che di base vengono consultati e studiati. Il secondo modo cerca di andare più a fondo, e indaga i market mover “collaterali”, che esercitano una certa influenza ma vengono presi poco in considerazione.

Per quanto concerne la prima categoria, quella dei market mover classici, standard in qualche modo, la questione si riduce alle attività delle banche centrali e alle condizioni monetarie. Le banche centrali rappresentano dei player decisivi, e di fatto determinano la sorte delle valute. D’altronde, sono dotate di strumenti capaci di contrarre o ampliare l’offerta. A seconda delle esigenze, possono alzare o abbassare i tassi di interesse, organizzare programmi di Quantitative più o meno audaci e più o meno duraturi. Lo scopo delle banche centrali, di norma, non ha a che vedere con il trading ma con le condizioni monetarie.

Puntano, in buona sostanza, a mantenere l’inflazione a un livello sufficientemente alto da favorire le attività economiche, ma non così alto da compromettere il potere di acquisti e generare gravi squilibri. 

Ora, modificare l’offerta di una moneta significa, di fatto, favorire specifici movimenti di prezzo. In buona sostanza, quando l’offerta viene ampliata (con una riduzione dei tassi di interesse e/o un nutrito programma di Quantitative Easing) la valuta tende a svalutarsi. Quando l’offerta viene contratta (con un aumento dei tassi di interesse e/o l’annullamento del Quantitative Easing) la valuta tende ad apprezzarsi.

Va da sé che anche l’inflazione in sé rappresenta un market mover, in quanto orienta le decisioni delle banche centrali. Quando l’inflazione americana aumenta oltre i livelli di guardia, gli investitori prevedono una stretta sulle politiche monetarie, quindi un restringimento dell’offerta e la conseguente rivalutazione del dollaro.

Dunque, possiamo affermare senza tema di smentita che i market mover più importanti, per l’Euro Dollaro, siano i meeting e relative deliberazioni di BCE e Fed, nonché la pubblicazione dei dati sull’inflazione americana e dell’area Euro. 

I market mover “collaterali” dell’Euro Dollaro

Per quanto lo studio dell’attività delle banche centrali e delle condizioni monetarie rappresenti il grosso dell’analisi fondamentale, essa non si può limitare a questi “pochi” market mover. Vanno presi in considerazione altri, che potremmo reputare collaterali in quanto capaci di impattare sui prezzi in modo certo palpabile, ma indiretto. 

Per esempio, anche le performance delle rispettive economie nazionali/comunitarie rappresentano market mover da tenere d’occhio. Le prestazioni dell’economia USA impatta sul dollaro, le prestazioni dell’economia dell’eurozona impatta sull’euro. Il riferimento è ovviamente ai dati sul Prodotto Interno Lordo, sulla produzione industriale, sul mercato del lavoro etc. In particolar modo, risultano decisivi, per il dollaro e non solo, dei parametri tipici del monitoraggio a-stelle-e-strisce: il non-Farm Payrolls (la variazione delle buste paga del settore non agricolo) e l’ADP (variazione dell’occupazione non agricola). 

Il motivo di questo collegamento è sia simbolico che tecnico. In buona sostanza, le monete non sono solo dei mezzi di pagamento o, come nel caso del Forex Trading, strumenti di investimento. Sono in qualche modo il simbolo della forza economica di un paese. 

Ma c’è di più. Sono anche il simbolo della forza politica e sociale di un paese. Può sembrare strano, può sembrare una indebita invasione di campo, ma il legame è assodato. Quando uno Stato va in crisi, è oggetto di disordini, soffre di un deficit reputazionale, anche le performance della sua valuta ne risentono. Dunque, se l’Europa o gli Stati Uniti sono in preda al caos, magari per una serie di fenomeni che di finanziario hanno ben poco, il dollaro o l’euro possono andare incontro a una svalutazione. Questa dinamica, a dire il vero, è appannaggio soprattutto delle valute esotiche, le quali servono spesso paese “deboli”, ma si ravvisa anche nel trading dell’Euro Dollaro. 

Ovviamente, in questo caso l’impatto è indiretto come non mai. Va comunque preso in considerazione, dal momento che sovente sposta gli equilibri. 

Infine, sempre in una prospettiva di “analisi delle forze” vanno tenuti d’occhio anche le dichiarazioni dei policy maker, siano essi prettamente finanziari/monetaria piuttosto che politici. Quando il governatore di una banca centrale parla, gli investitori prendono nota. Nelle sue parole, ma più spesso tra le righe, spesso si intuiscono i caratteri della futura politica monetaria.

Allo stesso modo, quando le dichiarazioni di un politico sono dirompenti, e lasciano intravedere un cambio di assetto (es. la caduta del Governo), i trader del Forex dovrebbero prestare la massima attenzione. Anche queste possono essere considerate dei market mover, benché collaterali e indiretti. 

Qualche consiglio per praticare una buona analisi fondamentale dell’Euro Dollaro

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Tra politiche monetarie, dati monetari, parametri macro-economici e attività politica abbiamo messo un bel po’ di carne al fuoco. Il trader principiante potrebbe avvertire un senso di smarrimento di fronte a tutti questi market mover. Tuttavia, per “raccapezzarsi” e non perdere la bussola è sufficiente adottare un paio di accorgimenti.

In primo luogo, si dovrebbero stabilire della gerarchie. Tutto va analizzato, ma non a tutto va data la medesima importanza. Dunque, stabilite una lista di market mover importanti, da studiare per primi, a cui assegnare un peso maggiore e dedicare il tempo maggiore. E’ quasi inutile specificare che tale posto vada assegnato proprio alle decisioni di politica monetaria e ai dati sull’inflazione. 

In particolar modo, dovreste prestare la massima attenzione alle modifiche dei tassi di interesse e del Quantitative Easing, in quanto capaci di alterare gli equilibri tra domanda e offerta non solo dal punto di vista simbolo, ma anche e soprattutto tecnico. 

In questa prospettiva, dovreste prendere in considerazione anche le conferenze stampa post-delibera. Queste vanno lette su più livelli: quello superficiale, che prevede un’analisi dei contenuti; quello più profondo, che consiste nell’individuazione dei contenuti più nascosti, dei “non detti”. Insomma, occorre leggere anche tra le righe. 

Il secondo consiglio è di contestualizzare i market mover collaterali, quelli riguardanti i rapporti di forza tra i paesi e le vicende politiche. Un fenomeno può significare molto per un paese, e quindi per una divisa, e poco per un altro.

Infine, monitorate costantemente le news. Una delle difficoltà poste in essere da questi market mover collaterali è che spesso prorompono all’improvviso, ed esercitano la loro influenza quasi di soppiatto. D’altronde, i meeting delle banche centrali sono programmati mesi e mesi prima, le dichiarazioni di questo o quel politico, di questo o quel policymaker no.