La fase laterale è una delle più difficili da gestire per chi pratica il trading online, a prescindere dagli asset. Certo, alcuni mercati sono più caotici di altri, e producono più spesso fasi laterali ma i trader sono più o meno tutti sulla stessa barca. 

La gestione della fase laterale passa per il bagaglio di competenze di cui ciascun trader dispone ma è innegabile che vi siano alcune best practices in grado di aiutare, di minimizzare gli eventuali danni, di massimizzare gli eventuali profitti. 

Alcune di queste best practices si sviluppano in una fase preliminare, ovvero in quella che precede l’elaborazione del trader vere e proprio. Sono il frutto di alcune domande che il trader deve porsi prima di pensare di entrare a mercato. 

Nell’articolo che segue riportiamo queste domande, spiegandone le implicazioni e i motivi per cui – anche nell’immediato – si rivelano utili. 

Cos’è la fase laterale e i rischi che comporta

Prima di passare alle domande è bene fare una panoramica della fase laterale, e dare di essa una definizione quanto più possibile esaustiva. In buona sostanza, la fase laterale è quel momento del mercato in cui il prezzo sembra non riuscire a prendere una direzione chiara e stabile. Il trend rialzista vede il prezzo salire, il trend ribassista vede il prezzo scendere, la fase laterale si caratterizza invece per un prezzo che si muove all’interno di un range ma che non assume una tendenza inequivocabile.

Spesso la fase laterale scaturisce da un clima di attesa, durante i quali i trader attendono il verificarsi di un evento che, in base all’esito, più spingere i prezzi verso un trend ribassista o rialzista. Le fasi laterali sono spesso interlocutorie, e dunque cagionate da elementi di natura meramente tecnica. 

La fase laterale dà luogo ad alcuni rischi per i trader. In primis, perché potrebbe non risultare così semplice riconoscerla, mentre d’altro canto può capitare di scambiare l’inizio di un trend o una sua breve fase interlocutoria per l’inizio di una fase laterale.

Secondariamente, perché durante la fase laterale è complicato svolgere il consueto lavoro di analisi. Infatti, è spesso dominato dall’incertezza e le oscillazioni possono degenerare in una reale condizione di volatilità. 

#1 Si intravede un trading range?

In realtà, tutte le domande sono tese a chiarire un aspetto, ovvero a scegliere se entrare nel mercato o lasciar perdere. Non è assolutamente detto che un trader debba investire sempre e comunque. Anzi, spesso può deleterio. Ecco, una fase laterale ma che non esprime un trading range sufficientemente ampio potrebbe giustificare una sospensione (spesso breve) dalle attività di investimento. 

Se il trading range è striminzito, o molto stretto, le oscillazioni sono troppo piccole per cagionare surplus degni di questi nome.

Individuare il trading range non è molto complesso. Di norma, è sufficiente prendere come riferimento i minimi e i massimi di periodo. Per inciso, i limiti del trading range  possono fungere da supporti e resistenze, dunque rappresentare un elemento importante ai fini dell’analisi. 

Quanto deve essere largo il trading range? Non è possibile fornire una risposta univoca, dipende dal modo in cui fate trading. Di norma, più il trading è veloce, e finalizzato allo sfruttamento delle piccole oscillazioni, più il trading può essere stretto. 

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#2 Il mercato è instabile

A prescindere dalla presenza del trading range, il trader dovrebbe verificare il grado di instabilità di una fase laterale. Certo, per definizione il prezzo, muovendosi all’interno del trading range, produce un po’ di volatilità. Tuttavia, quando questa è elevata, può dare luogo a un “contesto pericoloso” per l’investitore, e far crollare il rapporto rischi-benefici.

In particolare, è utile guardare al numero delle oscillazioni e alla loro ampiezza. Se questi due parametri esprimono valori elevati, allora dovreste prendere in considerazione l’idea di attendere tempi migliori, o uscire dal mercato.

Per inciso, un po’ di “movimento” fa sempre bene, dal momento che è solo con i mutamenti di prezzi che si può guadagnare, e le speculazioni più imponenti nascono proprio da oscillazioni abbondanti. Quando queste sono esagerate, però, il trader non riesce a praticare un’analisi sufficientemente puntuale, e vede aumentare le sue probabilità di sconfitta. 

Tra l’altro, è proprio durante le fasi più instabili che gli indicatori rilasciano più frequentemente i falsi segnali, che possono essere considerati la vera piaga di chi pratica l’analisi tecnica. 

#3 Si intravedono false rotture?

Le false rottura sono tipiche di molte fasi laterali. Per inciso, si parla di falsa rottura dei livelli di supporto e resistenza quando il prezzo effettivamente oltrepassa questi livelli, ma lo fa per un brevissimo lasso di tempo e poi ritorna sui suoi passi. 

Le false rottura si verificano durante le fasi laterali proprio perché il prezzo non riesce ad andare oltre il range e instaurare un trend propriamente detto.

Se la fase laterale produce delle false rotture abbastanza di frequente, allora è possibile prendere in considerazione l’entrata a mercato di segno opposto alla stessa falsa rottura. Per esempio, il prezzo scende, sfonda un supporto ma poi risale. In quel caso, il trader che ha investito sul rialzo del prezzo (nonostante il supporto sembrasse in procinto di rompersi) avrà generato un guadagno. 

#4 Sei in grado di gestire mentalmente una fase laterale?

E’ la domanda più dolorosa da porsi ma anche la più importante. La fase laterale, infatti, non è per tutti gli “stomaci”. Ovvero, alcuni trader particolarmente emotivi potrebbero soffrire questo “strano” momento del mercato. D’altronde, lo abbiamo già detto, le probabilità che lo scenario si faccia via via più imprevedibile sono piuttosto alte. 

Alcuni potrebbero subire molta pressione, non riuscire a prendere decisioni in tempo ristretto. Potrebbero vedere compromessa la sua lucidità, con conseguenze importanti e facilmente intuibili sull’efficacia dell’azione di trading.

Dunque, se fate parte della categoria, riconoscete questo limite e prendere in considerazione l’idea di lasciar stare, per ora. Insomma, ragionate sull’opportunità di sospendere l’attività di trading fino a quando il mercato non avrà espresso un trend chiaro e potenzialmente stabile.