Le valute non sono tutte uguali. Questa è una verità, solo all’apparenza scontata, che tutti i Forex trader abbastanza navigati conoscono. Una verità che i principianti dovrebbero metabolizzare in fretta, se intendono tradare con profitto e contestualizzare i movimenti di mercato.
In questo articolo parliamo di due categorie piuttosto circoscritte: quella che fa capo alle valute safe heaven e quella che fa capo alle valute high yield.
Perché è bene conoscere la differenza tra le valute
Le valute riflettono l’economia del paese cui sono collegate. Inoltre, i loro movimenti sono il prodotto delle decisioni delle rispettive banche centrali, le quali, se non determinano in via esclusiva, comunque impattano sulle performance delle varie divise valutarie.
Conoscere la categoria di riferimento di questa o quella valuta consente al trader di contestualizzare i movimenti di prezzo. A sua volta, acquisire note di contesto permette di intuire i movimenti futuri. Questa è la ragione principale per cui sì, è assolutamente necessario conoscere le macro-categorie cui fanno capo le varie valute.
Ovviamente, le distinzioni e gli elementi discriminanti sono numerosi. In questo articolo trattiamo quelli che fanno riferimento ai tassi di interesse, così come vengono stabiliti dalle banche centrali.
Le valute safe heaven
Le valute safe heaven possono essere assimilate ai beni rifugio. Di questa categoria fanno parte il dollaro, l’euro, lo yen, la sterlina e il franco svizzero. Esse si caratterizzano per una volatilità relativamente bassa e per un comportamento a monte delle banche centrali mediamente piuttosto accomodante, almeno rispetto alle altre valute. Nello specifico, le banche centrali che gestiscono le valute safe heaven tendono a mantenere i tassi bassi. Il motivo è semplice: essendo economie tutt’altro che emergenti, l’inflazione tende a essere sempre piuttosto bassa, o comunque raramente supera i livelli di guardia (che si attestano sul 2,5%). In alcuni casi, come la zona Euro e il Giappone, l’inflazione è costantemente (e poco auspicabilmente) al di sotto del target.
I rendimenti dunque sono molto bassi. Per questo motivo, nei periodi di crescita economica globale vengono in genere “snobbate”, per tornare prepotentemente in auge durante i periodi di decrescita o di tensione geopolitica. Essendo relativamente poco volatili, ed essendo inserite in un range di tassi di interessi piuttosto ristretto, rappresentano una sicurezza in quelle fasi storiche che richiedono prudenza, durante le quali la preservazione del patrimonio è un’esigenza più sentita rispetto al rendimento. Da qui, la qualifica di valuta rifugio.
Dunque, è facile immaginare, almeno in linea teorica, un apprezzamento durante le fasi più convulse e i periodi di contrazione economica. Analogamente, è facile immaginare un deprezzamento durante le fasi di espansione.
Le valute high yield
Discorso radicalmente diverso per le valute high yield. D’altronde, è il nome a suggerire la loro caratteristica principale: sono ad alto rendimento. Il motivo è semplice: le rispettive banche centrali spesso e volentieri stabiliscono i tassi di rendimento a livelli elevati, di gran lunga superiore a quelli delle varie BCE, Fed, Bank of England.
Si tratta in genere di una mossa obbligata: le economie che fanno capo alle valute high yield sono spesso in iperinflazione, o comunque i prezzi crescono oltre il livello di guardia. Come chi si intende un po’ di macroeconomia sa, il miglior modo per tenere a bada l’inflazione è tenere i tassi alti. Per “alti” si intendono percentuali superiori al 3,5%, anche se spesso si arriva al 6 o al 7. Per dare una nota di contesto, basti pensare che il tasso di interesse Fed più alto degli ultimi dodici anni non è andato oltre il 2,5%.
Fanno parte della categoria high yield molte valute, tra cui il real brasiliano e la rupia indiana. A rigor di logica, dovrebbe farne parte anche lo yuan cinese, ma la banca centrale cinese esercita un controllo stringente sulle quotazioni, dunque la divisa di Pechino rappresenta un caso a parte.
In genere, le valute high yield si caratterizzano per una maggiore volatilità. Se non altro, perché gli scambi che le riguardano fanno riferimento a un mercato meno liquido rispetto a quello dell’euro, del dollaro, dello yuan etc.
Per il resto, si comportano, almeno sulla carta, in modo opposto alle safe heaven. Infatti, vengono acquistate durante i periodi di espansione economica, durante le quali subiscono un apprezzamento. Di contro, vengono vendute durante i periodi di contrazione o caotici, quando subiscono un deprezzamento.