A partire da marzo 2018, sono entrate in vigore nuove regole per l’investimento, le quali coinvolgono anche il trading online. Sono state pensate e redatte dall’ESMA (European Securities and Markets Authority), l’autorità di vigilanza europea, dunque si estendono solo ed esclusivamente agli operatori del mercato continentale.

Le nuove norme hanno suscitato scalpore, anche perché il loro impatto è stato stimato fin da subito – a prescindere da ogni valutazione circa la loro efficacia – come davvero incisivo.

In questo articolo parliamo proprio delle nuove regole, dei loro effetti e dei modi per venirne a capo, ovviamente in modo del tutto legale.

I principi delle nuove regole ESMA

Partiamo da un punto: i cambiamenti introdotti dall’ESMA non hanno raccolto il plauso degli operatori, soprattutto dei broker. Infatti, se da un lato quanto varato dall’autorità europea è realmente in grado di aggiungere un tassello importante per la tutela degli investitori, dall’altro potrebbero essere giudicate limitanti. Senza contare le difficoltà di ambientamento, che pongono in essere questioni di natura tecnica: ai broker – almeno ufficialmente – sono stati dati solo due mesi per adeguarsi alle nuove regole.

I principi di base, ovvero le motivazioni che hanno spinta ESMA a spostare il comparto verso quella precisa direzione, sono indiscutibilmente buoni.

Il primo principio è quello della tutela “informativa”. Negli ultimi anni, i broker hanno sviluppato una (forse) insana tendenza alla promozione. Nella composizione dell’offerta commerciale, il marketing ha preso il posto dei contenuti. Ora, i trader esperti sono in grado di distinguere i toni esagerati, ma i profani, ovvero il vero oggetto degli sforzi pubblicitari dei broker, rischiano di farsi abbagliare da promesse che molto semplicemente non corrispondono alla realtà.

Il secondo principio è forse più controverso, ma pone al centro un nuovo concetto di tutela. Un concetto che, di fatti, si traduce in un impedimento oggettivo a farsi del male. Alcune possibilità, in breve, sono state vietate (vedi leva), in quanto giudicate universalmente pericolose.

Infine, il terzo principio riguarda un concetto di tutela più classico, che si traduce invece nella protezione del denaro degli investitori. Su questo, ovviamente, nulla da dire.

Come cambia il trading con le nuove regole ESMA

Come sono stati tradotti questi principi? Con delle regole piuttosto rigide, con un intervento severo e a tutto campo. In questo paragrafo non diamo contezza di tutte le nuove norme, ma solo di quelle in grado di impattare profondamente nel trading, e in particolare nel Forex Trading.

La prima regola importante è la segregazione dei conti. Da marzo, i broker non possono “mischiare”, quindi mettere in un unico calderone, i conti degli investitori e i conti della società. La ratio sta nella volontà di evitare che il denaro degli utenti possa essere utilizzato a fini societari. Una buona regola, senz’altro, il cui impatto è limitato in quanto la maggior parte dei broker offriva già questa tutela.

La seconda regola è invece un divieto. Ovvero, il divieto di offrire un servizio di opzioni binarie. Queste sono state “finalmente” messe al bando, concludendo una parabola che aveva visto il suo momento ascendente nell’attribuzione, da parte della Cysec, dello status di strumento finanziario (datata 2012). Le opzioni binarie, molto banalmente, sono state giudicate dall’ESMA poco più che un gioco d’azzardo.

La terza regola è molto, molto discussa. Essa consiste nell’abolizione delle leve non solo alte, ma anche di quelle giudicate da sempre “medie”. Dipende ovviamente dagli asset ma basti un dato, quello del Forex Trading, a cui viene concessa la soglia più alta, ovvero quella 1:30. In ogni caso, quindi, la massima leva utilizzabile è questa, la 1:30.

A questa regola se ne aggiunge, a mo’ di completamente, una quarta, la quale impone al broker di procedere con la chiusura graduale della posizione quando l’investitore ha eroso più del 50% del margine impegnato.

Infine, l’impossibilità dei broker di proporre i classici servizi esca, quali bonus gratuiti e altre agevolazioni.

Una soluzione alle nuove regole ESMA

Alla luce di queste regole, l’investitore risulta senz’altro più tutelato. Tuttavia, non tanto dai broker, quanto da se stesso. Gli gliene impedito di fare scelte azzardate. Questo, secondo alcuni, è molto limitante, soprattutto se si possiede un grado di esperienza tale da potersi difendere da soli.

ftmo

Tuttavia, c’è una soluzione ed è per giunta a portata di mano. Le regole ESMA valgono solo per l’Europa, dunque possono essere aggirate semplicemente aprendo un account presso un broker totalmente straniero, ovvero americano, asiatico etc.

L’offerta in questo senso è molto ampia ma, in questa sede, sentiamo di proporre un nome nuovo, che si sta affacciando con sempre maggiore efficacia nel panorama globale dei broker: Klimex.

Klimex è un broker australiano motivato da un solido paradigma valoriale, da un concetto di trading che punta sia alla tutela che alla libertà. Lo si evince da due elementi.

In primo luogo, dall’ampiezza dell’offerta, anche e soprattutto in termini di operazioni a margine. Per esempio, è possibile, in certe condizioni, fare trading con una leva di 1:500. Senz’altro, una opportunità per chi, come molta gente comune, inizia la sua carriera con un capitale a pochi zeri (ricordiamo che comunque la leva è uno strumento a doppio taglio, che se usato male può anche erodere il capitale nella sua interezza).

Secondariamente, è comunque in grado di tutelare il denaro dei propri investitori. Porta avanti, infatti, una severa politica si segregazione dei conti. Per giunta, sono protetti dalla National Bank of Australia, istituto con oltre 93 miliardi di capitalizzazione. Anche qualora Klimex andasse in bancarotta totale, il denaro degli investitori sarebbe al sicuro.

Il tutto valorizzato da un management dalle competenze consolidate, e da garanzie di sicurezze che provengono, oltre dal numero (sempre crescente) di iscritti anche da una solida licenza, erogata dalla ASIC, uno de più importanti enti regolatori dell’area Asia-Oceania.