Il Forex è un mercato molto frequentato ma anche piuttosto variegato. Vi si cimentano svariate tipologie di trader, alcune delle quali non puntano al profitto personale ma perseguono obiettivi più alti. Di questa categoria, per esempio, fanno parte le banche centrali, che intervengono sul mercato (con effetti spesso notevolissimi) non per ricercare un guadagno (sarebbe un paradosso) bensì per integrare le misure di politica monetaria o prevenire degli squilibri.
Il mondo dei comuni mortali, per così dire, è invece popolato da due diverse tipologie di trader: i trader retail e i trader istituzionali.
I retail sono i trader “individuali”, ossia gli investitori che, per conto loro, investono con l’intenzione di far fruttare il proprio capitale. Gli utenti dei broker, per esempio, sono in gran parte trader retail. Probabilmente, se stai leggendo questo articolo, sei anche tu un trader retail (senza saperlo!).
I trader istituzionali hanno come obiettivo il profitto, proprio come i retail, ma non investono per conto proprio bensì per conto di una organizzazione. Questa può essere una banca, un istituto di credito, una società di investimenti, un’azienda particolarmente struttura e così via.
Oltre agli elementi esposti in queste semplici definizioni, che differenze ci sono tra i retail e gli istituzionali? La più grande differenza risiede nel capitale. E’ ovvio, gli istituzionali hanno a disposizione un capitale molto ampio, dal momento che hanno alle spalle un’organizzazione che, in genere, è “abituata” a maneggiare grosse somme di denaro. I retail, essendo trader individuali, e avendo a disposizione solo il proprio capitale, investono cifre necessariamente più ridotte.
Un’altra differenza riguarda il grado di professionalizzazione. I trader istituzionali, questo è altrettanto ovvio, lo fanno per mestiere. Sono pagati per investire e per far fruttare il denaro, sono stati formati per raggiungere questo obiettivo. I trader retail, invece, se escludiamo picchi in senso positivo, non raggiungono quel grado di professionalità, non in media almeno.
Infine, va segnalata la differenza di strumenti. Gli istituzionali non utilizzano i broker “commerciali” bensì gli ECN, che sono molto più ostici ma offrono garanzie circa i prezzi e mettono a disposizione una panoramica più o meno completa della profondità di mercato. Sono in genere più propensi a praticare l’analisi fondamentale, dal momento che possono accedere alle informazioni prima degli altri.